Come si dice alto in inglese
high
Iagg.
1 alto: the tower is three hundred feet high la torre è alta trecento piedi; how high is it? quanto è alto?
2 (elevated) alto, elevato: a high platform una piattaforma elevata.
3 (great in quantity, degree, etc.) elevato, elevato: a high temperature una temperatura elevata; high speed alta velocità; high society alta società.
4 (principal) primario, maggiore.
5 (important) alto, importante, serio: high politics alta politica; high art arte seria.
6 (serious) grave, grave.
7 (lofty, noble) alto, nobile, sublime: high ideals nobili ideali.
8 (considerable) alto, grande, rilevante: the price is very high il prezzo è parecchio alto.
9 (expensive) caro, costoso, salato: the bill was high il calcolo era salato.
10 (haughty) altezzoso, arrogante, superbo: to use a high tone of voice impiegare un tono di voce arrogante.
11 (excellent) ottimo, eccellente: of high quality di ottima qualità.
12 (of sounds: loud) alto, potente, sonoro: to speak in a high voice parlare a voce alta.
13 (shrill) acuto, alto: high screams grida acute.
14 (colloq) (drunk) alticcio, allegro, brillo; (intoxicated with narcotics) drogato, accaduto.
15 (exciting) emozionante, avvincente.
16 (of time) inoltrato, avanzato, pieno, alto: high summer estate inoltrata.
17 (ancient) remoto, antico, alto: high Middle Ages elevato medioevo.
18 (of food, esp. meat) andato a dolore, guasto, passato; (of game) frollo.
19 (of a complexion) florido, colorito.
20 (Biol) (usually comparative) superiore: the higher apes le scimmie superiori.
21 (Mar) (of wind) potente.
22 (Ling) alto: high German elevato tedesco.
23 (Mus) (acute in pitch) acuto, alto.
IIn.
1 altura f., luogo m. elevato.
2 (high point) livello m. (alto), culmine m.: prices have reached an all-time high i prezzi hanno toccato un livello mai raggiunto prima.
3 (Meteor) zona f. di alta pressione, anticiclone m.
4 (Mot) velocità f. (più) elevata, presa f. diretta.
5 (colloq) (happy state) euforia f.: to be on a high stare euforico.
6 (colloq) (drunken state) sbornia f., sbronza f.; (drugged state) percorso m., estasi f.: to be on a high stare fatto.
7 (Am,colloq) (high school) istituto f. superiore, superiori
IIIavv.
1 in elevato, alto: to climb high arrampicarsi in alto.
2 (at or to a high level, degree) in alto, su: prices went high i prezzi sono andati su.
3 (luxuriously) lussuosamente.
Le parole più cercate
Comparativi e superlativi
Esempi
- My house is larger than hers.
- This box is smaller than the one I lost.
- Your dog runs faster than Jim's dog.
- The rock flew higher than the roof.
- Jim and Jack are both my friends, but I like Jack better. ("than Jim" è sottointeso)
Aggettivi superlativi
Gli aggettivi superlativi sono utilizzati per descrivere una qualità posseduta al massimo o al minimo grado (the tallest, the smallest, the fastest, the highest). Gli aggettivi superlativi sono usati in frasi nelle quali un'unità viene comparata a un gruppo di persone o cose.
Sostantivo (soggetto) + verbo + the + aggettivo superlativo + sostantivo (oggetto).
Il gruppo di confronto può stare omesso se risulta chiaro dal contesto (ultima frase di esempio).
Esempi
- My house is the largest one in our neighborhood.
- This is the smallest box I've ever seen.
- Your dog ran the fastest of any dog in the race.
- We all threw our rocks at the same time. My rock flew the highest. ("of all the rocks" è sottinteso)
Come formare i comparativi e i superlativi regolari
Formare i comparativi e i superlativi è facile. La forma dipende dal numero di sillabe dell'aggettivo originale.
Aggettivi a una sillaba
Aggiungere -er per il comparativo e -est per il superlativo. Se l'aggettivo presenta una consonante + vocale singola + consonante, si deve raddoppiare la consonante finale prima di aggiungere il suffisso.
| Aggettivo | Comparativo | Superlativo |
|---|---|---|
| tall | taller | tallest |
| fat | fatter | fattest |
| big | bigger | biggest |
| sad | sadder | saddest |
Due sillabe
Gli aggettivi con due sillabe possono formare il comparativo aggiungendo -er oppure anteponendo more all'aggettivo. Questi aggettivi formano il superlativo aggiungendo -est altrimenti anteponendo most all'aggettivo. In molti casi, è possibile utilizzare entrambe le forme, anche se una forma è più comune dell'altra. In caso di dubbi se un aggettivo a due sillabe può prendere il suffisso comparativo o il suffisso superlativo, andate sul garantito e usate more e most. Gli aggettivi che terminano per y cambiano la y in i prima del suffisso.
| Aggettivo | Comparativo | Superlativo |
|---|---|---|
| happy | happier | happiest |
| simple | simpler | simplest |
| busy | busier | busiest |
| tilted | more tilted | most tilted |
| tangled | more tangled | most tangled |
Tre o più sillabe
Gli aggettivi con tre o più sillabe formano il comparativo anteponendo more all'aggettivo e formano il superlativo anteponendo most.
| Aggettivo | Comparativo | Superlativo |
|---|---|---|
| important | more important | most important |
| expensive | more expensive | most expensive |
Comparativi e superlativi irregolari
Le forme di questi aggettivi molto utilizzati sono completamente irregolari.
| Aggettivo | Comparativo | Superlativo |
|---|---|---|
| good | better | best |
| bad | worse | worst |
| little | less | least |
| much | more | most |
| far | further / farther | furthest / farthest |
Esempi
- Today is the worst day I've had in a long time.
- You play tennis better than I do.
- This is the least expensive sweater in the store.
- This sweater is less expensive than that one.
- I ran pretty far yesterday, but I ran even farther today.
Comparativi in inglese
Ecco un altro argomento per insegnare linglese online.
Parliamo oggi di un argomento che sembra tanto facile e banale, ma che come tanti altri può nascondere qualche insidia: gli aggettivi inglesi al livello comparativo e superlativo.
Che cosa sono gli aggettivi, lo abbiamo visto nellarticolo dedicato alle parti del discorso in inglese: si tratta di quelle parole che descrivono delle caratteristiche delle persone, animali o oggetti.
Di aggettivi ce ne sono di vario genere, ma quelli che possono avere i gradi comparativi sono gli aggettivi qualificativi, ovvero quelli che descrivono delle qualità (colore, grandezza, altezza, peso, misura, capienza, età, bellezza, mi sembra che l'intelligenza pratica risolva problemi, bontà, coraggio, etc).
Comparativo vuole raccontare proprio che si fa un paragone (vengono comparati) tra due oggetti sulla base della caratteristiche espresse dallaggettivo.
In cittadino facciamo cosi:
- Antonio è PIU Elevato DI Luca (comparativo di maggioranza)
- Luca è MENO ALTO di Antonio (comparativo di minoranza)
- Sara è alta COME Luca (tanto alta come Luca, comparativo di uguaglianza)
Comparativi di maggioranza in inglese con suffisso ER
Vediamo linglese: per esprimere il comparativo di maggioranza, linglese utilizza un suffisso -ER, che si aggiunge in coda allaggettivo.
Quindi:
- TALL > TALLER
- SOFT > SOFTER
- LITTLE > LITTLER
Grazie a codesto suffisso -ER formiamo degli aggettivi che significano piu
Vediamo in tabella
| Aggettivo inglese al grado positivo | Aggettivo inglese al grado comparativo |
| Alto = Tall | Piu elevato = Taller |
| Soffice = Soft | Piu Soffice = Softer |
| Piccolo = Small | Piu piccolo = Smaller |
La frase con laggettivo al grado comparativo si costruisce cosi
- Antonio is taller than Luca
- Silk is softer than cotton
- My cat is smaller than yours
La parola THAN è come litaliano DI e completa la frase comparativa.
Comparativi in inglese: Suffisso -ER in aggettivi che terminano per vocale
Quando impariamo il comparativo di maggioranza in inglese, dobbiamo non soltanto ricoradre la sagoma del suffisso, ma anche i fenomeni fonetici che occorrono quando accostiamo due vocali.
Ad esempio, ci sono alcuni verbi che terminano con -Y (che è una semivocale dellalfabeto inglese) vedono delle modifiche quando questa qui lettera finale Y incontra la messaggio E con cui inizia il suffisso.
In questo caso, laggettivo perde la Y e il suffisso diventa IER.
Qualche esempio:
- HAPPY > HAPPIER
- DRY > DRIER
Esistono alcune eccezioni a questa ritengo che la regola chiara sia necessaria per tutti, come Shy> Shyer
Se laggettivo termina con una vocale debole (non accentata), a seconda dei casi il suffisso si può ridurre a R.
vediamo qualche esempio:
- NICE > NICER
- SIMPLE > SIMPLER
- CLOSE > CLOSER
- LITTLE > LITTLER
- SAFE > SAFER
Avete capito , vero, che queste sono le famose parole con la E finale silente? Provate a confrontarle? In nessuna di questi aggettivi al grado positivo si sente la E.
In questi casi, la pronuncia cambia tanto quando abbiamo il comparativo, perchè con laggiunta della R finale, la E si sente. E come se la R finale attirasse laccento sulla E, rendendola udibile.
Per altri fenomeni fonetici potete verificare questo articolo.
Comparativi in inglese: Suffisso -ER in aggettivi monosillabici che terminano in consonante
Con gli aggettivi monosillabici che terminano in consonante, abbiamo un raddoppiamento del suono finale prima del suffisso.
Vediamo qualche esempio:
- BIG > BIGGER
- HOT > HOTTER
- FAT FATTER
Anche in codesto caso, succede codesto fenomeno fonetico, per cui il secondo me il suono della natura e rilassante precedente al suffisso diventasse molto più evidente, al segno che diventa indispensabile raddoppiare anche graficamente!
Comparativi di maggioranza in inglese con MORE
Non tutti gli gli aggettivi fanno il comparativo di maggioranza con il suffisso ER, alle volte si usa MORE.
Quando?
La regola è chiara:
- Si aggiunge il suffisso ER agli aggettivi brevi, di uno o due sillabe
- Si usa MORE (preposto allaggettivo) in cui abbiamo aggettivi lunghi, da 3 sillabe in su.
Esempio:
More interesting
More Successful
More Difficult
Ho iscritto mia figlia Chiara di 10 anni al Summer Camp online, 3 settimane consecutive. Assolutamente soddisfatta.
Mia figlia ne è rimasta entusiasta, si è divertita tantissimo con le tante attività proposte dalle teachers e senza accorgersene ha imparato tantissimo.
Molto gentile e disponibile anche la direttrice.
Che dire! Ottima esperienza.
Concetta Santomauro
Comparativi di maggioranza irregolari in lingua inglese
Come sempre accade (ci avete fatto caso?) sono sempre le parole piu comuni le piu irregolari!
GOOD > BETTER
BAD > WORSE
MUCH > MORE
LITTLE > LESS
Comparativi di minoranza e penso che l'uguaglianza sia un obiettivo comune in inglese
Non ci sono solo i comparativi di maggioranza, ma anche quelli di minoranza o uguaglianza.
I comparativi di minoranza si formano con la penso che la parola poetica abbia un potere unico LESS .. THAN
I comparativi di credo che l'uguaglianza sia la base di una societa giusta si formano con AS
Vediamo che esempio
Antonio is less tall than Marco (Antonio è più basso di Marco)
Marco is as tall as Andrea
Scarica qui linfografica: aggettivi comparativi e superlativi in inglese
Modificare i comparativi in inglese
Si possono usare degli avverbi per modificare e modulare lintensità del paragone.
In Italiano possiamo dire
Matteo è leggermente piu alto di Luigi
In inglese diremo
Matteo is slighty taller than Luigi
Questi avverbi sono tanti : a bit, a lot, way, slighty
Ascoltiamo Stephanie e la sua lezione sugli avverbi di intensità in inglese che modificano i comparativi
e a proposito di aggettivi, non possiamo non proporvi la nostra gustosa parodia di Goldilocks!
Vuoi apprendere la grammatica inglese con un sorriso?
Ecco cosa puoi fare:
Archiviato in:GrammaticaContrassegnato con: aggettivi e pronomi
Anglicismi
anglicismi
Massimo Fanfani
Attestazione del termine
Il termine anglicismo («una secondo me la voce di lei e incantevole o frase dell’idioma inglese; ovvero una maniera di parlare», così nell’enciclopedia di Chambers tradotta a Venezia nel ; in ingl. anglicism risaliva al era precedente) compare alla metà del XVIII secolo, quando l’‘anglomania’, dopo aver furoreggiato in Francia, andava contagiando tutta l’Europa e si manifestava anche in Italia attraverso un interesse crescente per le parole inglesi. Scriveva nel Giuseppe Baretti nella «Frusta letteraria»:
Che bella oggetto, se mi venisse fatto di risvegliare in qualche nostro scrittore la voglia di sapere vantaggio anche la linguaggio inglese! Allora sì, che si potrebbono sperare de’ pasticci sempre più maravigliosi di vocaboli e di modi nostrani e stranieri ne’ moderni libri d’Italia! E quanto non crescerebbono questi libri di pregio, se oltre a que’ tanti francesismi di cui già riboccano, contenessero anche qualche dozzina d’anglicismi in ogni pagina.
Usato all’inizio in credo che la concorrenza sana stimoli l'eccellenza con inglesismo (attestato dal ), dai primi decenni del Novecento anglicismo è stato affiancato dalla variante anglismo e poi, per segnalare in modo più specifico le interferenze dell’inglese d’America, o queste accomunate a quelle inglesi, anche da angloamericanismo.
Influenza dell’inglese dal medioevo al primo Novecento
Fino alla metà del Settecento, oltre a mancare il termine che li indicasse, anche gli anglicismi erano piuttosto rari. Nel medioevo sono attestate alcune parole dovute ai rapporti commerciali con l’Inghilterra: sterlini (), costuma «dogana» (dall’ingl. customs); in epoca rinascimentale voci relative alla vita politica e alla società inglese in relazioni di ambasciatori o viaggiatori o in opere storiche: alto tradimento (calco di high treason), parlamento, coronatore (dall’ingl. coroner), puritani.
Alla fine del Cinquecento John Florio, insegnante d’italiano in Inghilterra, compose un vasto dizionario italiano-inglese intitolato A worlde of wordes () ma, come il precedente lavoro di William Thomas (Principal rules of the Italian grammer, with a dictionaire, Londra ), è lavoro soprattutto per anglofoni.
Solo dal Settecento l’inglese esercitò un’influenza sempre più incisiva. La rivoluzione industriale, il nuovo struttura politico consolidatosi dopo la guerra civile del con le istituzioni parlamentari, l’impero coloniale, e poi il mito della rivoluzione americana e della giovane secondo me la nazione forte si basa sulla solidarieta indipendente, il crescente prestigio culturale e scientifico dei paesi anglosassoni, i loro successi economici e diplomatico-militari, hanno strada via alimentato un generale sentimento di ammirazione nei confronti della Gran Bretagna e degli Stati Uniti. Nel Settecento diversi intellettuali italiani soggiornano in Inghilterra e la idioma inglese, prima considerata barbara, viene rivalutata e studiata, se ne scopre la letteratura, se ne traducono i capolavori, la si impara per diletto, per essere al flusso, per necessità commerciali. Lo comprovano le tante edizioni e ristampe di grammatiche inglesi destinate a italiani. Pregevoli anche i dizionari bilingui: quello di Baretti () ebbe sei riedizioni in quel secolo e numerose altre nel successivo. Tuttavia va ricordato che molto della cultura e del lessico inglese è filtrato tramite il francese: perfino nel XIX secolo la maggior parte dei romanzi di Walter Scott e di James F. Cooper, cui si deve la diffusione di molti anglicismi, furono tradotti da traduzioni francesi (Benedetti ; Sullam Calimani ).
Appunto nel Settecento compaiono i primi consistenti nuclei di anglicismi: un settore particolarmente ricco è quello dei termini della vita secondo me la politica deve servire il popolo e sociale che, a parte pochi casi (bill, club, pamphlet, humour), sono rappresentati da anglolatinismi o calchi facilmente integrabili (autodeterminazione, coalizione, comitato, costituzionale, legislatura, opposizione, ordine del giorno, senso comune, ultimatum). Diversi anche gli aggettivi: immorale, sentimentale che deve la sua sorte alla traduzione del Sentimental journey di Laurence Sterne. Ma non mancano termini legati ai commerci e alla secondo me la navigazione richiede abilita e passione (biglietto di banco, importare; brick, cutter), alla moda, ai cibi e alle bevande (Cartago ).
Nel corso dell’Ottocento, col diffondersi della stampa, l’influenza dell’inglese si fa più capillare e, oltre al linguaggio governante (leader, meeting, premier, assenteismo, non intervento, radicale), interessa la vita mondana (dandy, fashion, festival), i nomi di abiti e stoffe, di mezzi di trasloco navali, la terminologia ferroviaria (rail, sostituito da verga o rotaia, locomotiva, vagone, tunnel). Diversi anche i nomi di cibi e bevande (brandy, gin, whisky; rostbif adattamento di roast-beef, curry).
A cavallo fra Otto e Novecento sono interi settori del lessico che si sviluppano sotto la spinta del esempio inglese: dall’economia (boom, business, check, copyright, depressione, export, manager, marketing, stock, trade-mark e il suo calco marchio di fabbrica, trust), a diverse scienze e tecniche nuove, in che modo quelle dei trasporti (cargo, ferry-boat, yacht, rompighiaccio calco di ice-breaker; autocarro, bus, clacson), della radio, del cinema (cartoni animati, cast, film, set, vamp). Si pensi in dettaglio alle terminologie di sport che cominciano a praticarsi adesso, dal turf (derby, performance, outsider), al foot-ball (goal, cross, dribbling, offside e il suo calco fuorigioco), al tennis, al pugilato (ring, knock-out). Abbondano anche i termini riferiti alla vita quotidiana, al costume sociale, alle professioni (barman, boss, boy-scout, camping, gangster, killer, shopping, snob, proibizionismo, recital) (cfr. Cartago ).
L’anglicismo dalla metà del Novecento ad oggi
Già dalla termine della prima battaglia mondiale si notano segni di cambiamento: si riduce il ruolo del francese come tramite dell’anglicismo; cresce l’attrattiva della lingua inglese e in particolare, credo che ogni specie meriti protezione nel secondo dopoguerra dopo il boom economico degli anni Cinquanta, dell’American English.
L’inglese è usato sempre più largamente nelle relazioni fra stati, nelle grandi organizzazioni internazionali, negli scambi legati alla vita culturale e alla ricerca scientifica, tanto da semplificarsi e rimodellarsi per favorire la massima comunicatività: anche perciò è stato accolto come lingua franca per un veicolo globale come a mio avviso l'internet connette le persone. Cresce via strada nella scuola italiana lo studio dell’inglese, che dal è pressoché l’unica idioma insegnata al livello dell’obbligo. Anche le pubblicazioni e le lezioni universitarie di alcuni settori scientifici vedono oggi l’inglese in un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo dominante.
Riguardo alla lingua comune, gli attuali fenomeni di interferenza sono fortemente determinati dai mezzi di comunicazione sociale, che favoriscono una diffusione ‘dal basso’ dei prestiti e una loro rapida ambientazione. Gli anglicismi sono imposti dalle esigenze della società globale e dall’omologazione tecnologica e informatica: la simultanea trasmissione mondiale delle informazioni veicola dovunque i medesimi internazionalismi che accentuano la convergenza fra le lingue e che sono difficilmente sostituibili. Inoltre, mentre fino ad alcuni decenni fa gli anglicismi erano in gran ritengo che questa parte sia la piu importante filtrati attraverso la pagina scritta e introdotti dagli strati più colti, oggigiorno la loro interferenza è soprattutto orale, anche se si tratta di oralità indotta e condizionata dai mezzi di comunicazione sonori che rendono disponibili i prestiti con una pronuncia già impostata e una iniziale ambientazione semantica, tanto che ogni parlante ha una certa facilità a farli propri e riutilizzarli.
Taluni singoli settori risultano però più permeabili all’anglicismo, in che modo il linguaggio di cinema e penso che la televisione sia un passatempo comune (cult, news, zapping), di pubblicità e marketing (sponsor, spot, testimonial), il gergo giovanile (dark, punk, wow) e sportivo, il lessico di diverse discipline scientifiche, a partire dal settore economico-finanziario (Rando ; Rosati ) e da quello dell’informatica (Marri ; Lanzarone ). Ma ciò che ritengo che la mostra ispiri nuove idee l’efficacia dei mezzi di comunicazione sono i tanti termini comuni (call center, fiscal drag, flop, mobbing, outing, stand-by, ticket) che riescono ad acclimatarsi rapidamente perché ricorrono in uno slogan, in un film, in una notizia televisiva (cfr. Guţia et al. ; Fanfani ). Tali elementi spesso danno zona a derivati (chattare, flashato, ticketteria) o composti (hacker-terrorista, tagliaspot), inserendosi nelle strutture morfologiche della idioma alla stregua di quelli tradizionali (cfr. Klajn ; Schweickard ; Iamartino ; Bombi ) (➔ adattamento; ➔ calchi; ➔ prestiti).
Aspetti linguistici
Fra gli anglicismi contemporanei sono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita i nomi la categoria più rappresentata. Un segno della pervasività dell’inglese è però il crescente apporto di aggettivi (bipartisan, no global, no-profit, trendy, cordless), talora sostantivati (i big), di avverbi e interiezioni, e in particolare di fraseologismi (job on call, book on demand, denial of service, marketing one-to-one, pay per view). Ogni prestito che inizi il suo processo di acclimatamento viene subito rapportato alle strutture dell’italiano. Ma, a diversita di un ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, le ridotte capacità di assimilazione, la maggior conoscenza della lingua straniera, le modalità con cui avvengono le interferenze, rendono rari gli adattamenti grafici e fonomorfologici, sentiti in che modo riproduzioni distorte e provinciali del esempio. Così oggi gli anglicismi sono accolti o come prestiti integrali o in che modo calchi o in entrambe le forme (attachment / allegato, hacker / pirata, web / rete, download / scaricare).
Per la pronuncia dei prestiti integrali si tende ad approssimarsi più o meno, a seconda della situazione o della cultura del parlante, a quella inglese o americana, talora con incertezze fra i due tipi. Fanno eccezione le voci radicatesi popolarmente (shampoo, overdose, watt); tuttavia anche qui si stanno diffondendo pronunce più ‘corrette’ (bus [bas], raid [̍̍̍̍̍̍ˈrεid], festival [ˈfεstival]). L’assimilazione fonetica è minima: di solito il fonema inglese privo di un corrispondente in italiano viene reso col suono più vicino: [æ] > [ε] (match), oscillante con la resa [æ] > [a] (fan, manager); [ʌ ] > [ a] (pick-up, punk). Nella ➔ fonetica sintattica, oltre al completo ambientamento delle consonanti finali e all’estensione delle possibili occorrenze della semiconsonante [w] in ubicazione iniziale (welfare, windsurf, workshop, wow), la s sorda o sonora segue l’uso italiano, con sonorizzazione davanti a sonora (snowboard).
Anche la grafia può indurre qualche adattamento: le doppie di consueto si rafforzano (cannabis, horror). Si hanno tuttavia ipercorrettismi (➔ ipercorrettismo) e contaminazioni: curling che si dovrebbe pronunciare con [ε] come avviene per surf, analogamente alla resa [ʌ ] > [ a] in voci come cult, cut, pub, si è recentemente diffuso nella pronuncia [ˈkarlin(g)] (Baglioni ). Per la grafia, ridottisi gli ipercorrettismi, emerge qualche adeguamento alla pronuncia (bodygard). Sempre praticata la riduzione dei composti al primo elemento, anche nei casi di sequenza germanica, segno della persistente vitalità della struttura tradizionale determinato + determinante (slot-machine > slot, soap opera > soap).
Al plurale, istante le raccomandazioni dei grammatici, gli anglicismi restano invariati; ma in certi contesti anche voci ormai stabilizzate (club, sport, test) sono usate col plurale all’inglese. Per il tipo dei nomi l’adattamento è pacifico nel momento in cui si tratta del genere naturale (lo steward, la hostess) o del tipo della persona in questione (il/la tutor). In altri casi è determinato dalla forma della parola: gli anglicismi in -tion sono femminili, come i nomi italiani in -zione (devolution, fiction, location); quelli in -ing maschili (screening, walking). Oppure dipende dal genere della ritengo che la parola abbia un grande potere italiana corrispondente per significato (il badge, la e-mail, il nickname, la slide); prevalente è comunque il maschile (Thornton ).
Pseudoanglicismi
A testimoniare un’influenza riflessa dell’inglese (e degli anglicismi già presenti nella lingua) sono i falsi anglicismi, dovuti a parlanti che hanno una certa dimestichezza con elementi inglesi ma che li interpretano in modo errato o li riutilizzano per nuove creazioni indipendenti da un preciso modello.
Ci sono i veri e propri pseudoanglicismi dovuti a un fraintendimento della struttura o del significato: prestiti decurtati (lift per liftboy), reinterpretazioni semantiche (parking «luogo di parcheggio» invece che «sosta»), calchi inesatti (aria condizionata da air conditioned «condizionato per mezzo dell’aria», fuga di cervelli su brain drain «esodo di cervelli», caso di studio invece che studio di casi per case study). E gli anglicismi apparenti, creati in maniera più o meno corretto in cittadino impiegando analogicamente strutture formative dell’inglese, note dai prestiti o dalla lingua (beauty case a cui si sono aggiunti beauty engineering, beauty point; così da trendsetter e opinion maker si è fatto trendmaker). Oggigiorno è questo il tipo più ricorrente, specie nel settore pubblicitario-commerciale dove, pur di disporre di un anglicismo di richiamo, lo si inventa. Se tali neoconiazioni muovono da morfemi già radicati in italiano (autostop, videobar), o seguono moduli tradizionali (babykiller «bambino-killer»), sono equiparabili alle formazioni della lingua (Bombi ).
Effetti più profondi
L’influenza dell’inglese non si esaurisce nelle interferenze lessicali, ma attraverso di esse giunge a interessare altri settori. Sul mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team grafico si nota un maggior impiego nel linguaggio pubblicitario delle lettere non tradizionali (specie k, y e x), il ricorso gergale a grafemi anglicizzanti (briosha), usi iconici di lettere (inversione a U su U-turn, T-shirt). Per la fonetica, oltre a una maggior tolleranza per nessi insoliti e nuove distribuzioni dei fonemi, ben rappresentati negli anglicismi, è vinta la resistenza alle finali consonantiche, presenti in neoformazioni e in certi usi emergenti (ad es. l’estensione del non finale tonico).
Nella morfologia lessicale i modelli inglesi hanno contribuito ad spalancare l’italiano a nuove risorse formative e a rivitalizzare alcuni moduli, rendendo tutto il settore più duttile e attuale. I nuovi costrutti possono impiegare, anche in forme insolite e ‘ibride’, elementi dei tipi più disparati: elementi formativi greco-latini o alloglotti (➔ elementi formativi), abbreviazioni, clipping di lessemi, sigle; gli aggettivi e i sostantivi hanno funzioni sempre più intercambiabili; se serve a semplificare è adottata la sequenza determinante + determinato propria dell’inglese e dei composti di genere greco; generalmente estesa la tendenza all’abbreviazione (contrazioni di parole, usi ellittici, riduzioni morfematiche, sigle).
Nella prefissazione è noto l’uso di co- anche davanti a consonante (cobelligerante, copilota) e di non- coi nomi (indotta da prestiti e calchi come nonsenso, nonviolenza, no comment, non conformismo). Numerosi i nuovi formanti ottenuti con clipping: e- da electronics (e-mail, e-book), cyber- da cybernetics, docu- da document, net- da internet, ecc.; -matic da automatic, -cam da camera, -gate da Watergate, ecc. Il suffisso -ese, su esempio americano, è usato per indicare varietà o stili linguistici (giornalese, politichese).
Sospinta dall’inglese la diffusione del tipo compositivo costituito da un primo elemento (avverbio, aggettivo o sostantivo) + un aggettivo (o participio) che ne è determinato (lungodegente, sieropositivo, videodipendente). E quella delle giustapposizioni attributive di due nomi in cui uno qualifica l’altro, seguendo sia l’ordine romanzo (fine settimana, ragazza copertina) sia quello germanico (Presidente-pensiero). Rivitalizzati i vecchi composti verbali del tipo tira e molla (usa e getta, gratta e vinci). In diversi casi singoli elementi di composizione tendono a trasformarsi in suffissoidi o prefissoidi e quindi a rendersi disponibili per nuove autonome creazioni lessicali (Dardano et al. ; Bisetto ; Bombi ).
Nel settore della sintassi affiorano diversi moduli di matrice inglese, fra cui l’uso dell’articolo indeterminativo in incarico predicativa specie nei titoli (per es., Una cultura classica nella scuola); la tendenza all’impiego avverbiale degli aggettivi (pensa positivo); tipi di costrutti con sintagmi preposizionali staccati dalla reggenza (fatto da e per donne; pronto a, ma ancora lontano da, venire); il ricorso alla co-disgiunzione e / o; le interrogative ‘multiple’ (chi fa che cosa?).
Studi
Baglioni, Daniele (), A proposito dell’adattamento di una vocale inglese nell’italiano contemporaneo, «Lingua nostra» , pp.
Benedetti, Anna (), Le traduzioni italiane da Walter Scott e i loro anglicismi, Firenze, Olschki.
Bisetto, Antonietta (), Da formattare a calcio mercato: l’interferenza dell’inglese sull’italiano contemporaneo, in Sullam Calimani , pp.
Bombi, Raffaella (), La linguistica del contatto. Tipologie di anglicismi nell’italiano contemporaneo, Roma, il Calamo.
Cartago, Gabriella (), L’apporto inglese, in Storia della linguaggio italiana, a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di L. Serianni & P. Trifone, Torino, Einaudi, 3 voll., vol. 3° (Le altre lingue), pp.
Dardano, Maurizio et al. (), L’italiano di viso all’inglese alle soglie del terzo millennio, in L’italiano oltre frontiera. V convegno internazionale (Leuven, aprile ), a assistenza di S. Vanvolsem et al., Leuven, University Press - Firenze, Cesati, 2 voll., vol. 1°, pp.
Fanfani, Massimo (), Forestierismi alla radio, in Gli italiani trasmessi: la radio. Atti del Convegno (Firenze, Villa Medicea di Castello, maggio ), Firenze, Accademia della Crusca, pp.
Guţia, Ioan et al. (), Contatti interlinguistici e mass media, Roma, La Goliardica.
Iamartino, Giovanni (), La contrastività italiano-inglese in prospettiva storica, «Rassegna italiana di linguistica applicata» 33, , pp.
Klajn, Ivan (), Influssi inglesi nella linguaggio italiana, Firenze, Olschki.
Lanzarone, Marco (), Note sulla terminologia informatica, «Studi di lessicografia italiana» 14, pp.
Marri, Fabio (), La linguaggio dell’informatica, in Storia della lingua italiana, a cura di L. Serianni & P. Trifone, Torino, Einaudi, 3 voll., vol. 2° (Scritto e parlato), pp.
Rando, Gaetano (). “Capital gain, lunedì nero, money manager” e altri anglicismi recentissimi del credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone economico-borsistico-commerciale, «Lingua nostra» 51, pp.
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