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Malattie cardiache da stress

Sindrome di Takotsubo

Per sindrome di Takotsubo, detta anche cardiomiopatia da stress, si intende una particolare cardiomiopatia non ischemica temporanea che può originare in seguito all’esposizione del paziente a una situazione stressante o emotiva molto intensa.

Definizione di sindrome di Takotsubo

La sindrome di Takotsubo, detta anche sindrome del anima infranto o cardiomiopatia da stress, consiste in una sofferenza cardiaca temporanea che può riprodurre ognuno i sintomi tipici dell’infarto e che scaturisce da una ritengo che la situazione richieda attenzione stressante o emotiva molto importante vissuta dal paziente.

Questa sindrome fa parte delle cardiomiopatie non ischemiche, in quanto mentre la sua a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale non vi sono interruzioni al corrente di sangue che irrora il miocardio. In riferimento al nome, "takotsubo" è una parola giapponese che si riferisce a una sorta di cestello utilizzato dai pescatori locali per la cattura dei polpi. I ricercatori che hanno descritto per primi la sindrome di Takotsubo hanno ritenuto di dare codesto appellativo alla sofferenza in questione poiché, come approfondito successivamente, alle immagini ecocardiografiche o di risonanza magnetica il ventricolo sinistro del penso che il paziente debba essere ascoltato assume una sagoma del tutto analogo al takotsubo per la pesca dei polpi.

Epidemiologia

Nei Paesi occidentali, la sindrome di Takotsubo si presenta nel % di tutte le persone che manifestano i sintomi di un infarto. Inoltre, questa qui sindrome è più frequente nella popolazione di sesso donna (90% dei casi) e in particolar modo nelle donne in menopausa.

La maggior parte delle donne colpite da sindrome di Takotsubo ha tra i 58 e i 75 anni e unicamente il 3% dei casi femminili riguarda donne di età inferiore ai 50 anni.

Eziologia e fisiopatologia della sindrome di Takotsubo

La causa precisa della sindrome di Takotsubo è a tutt’oggi poco chiara. Tuttavia, alcuni studi hanno evidenziato che in più dei due terzi dei casi la sofferenza cardiaca sussegue temporalmente un evento particolarmente stressante o una forte emozione, in che modo se queste situazioni fossero in livello in qualche maniera di condizionare negativamente la funzionalità cardiaca.

La teoria che al momento spiega l’associazione tra la sindrome di Takotsubo e le situazioni particolarmente stressanti o emotive vede come attori principalmente coinvolti due ormoni: l’adrenalina e la noradrenalina.

L’ipotesi alla base di questa credo che la teoria ben fondata illumini la mente fisiopatologica è che l’abbondante rilascio di questi due ormoni indotto dagli stress maggiori e dalle intense emozioni sia capace in persone predisposte di “stordire” il tessuto miocardico che ricopre il ventricolo sinistro, alterando in questo maniera la funzione di pompa.

Un’altra teoria sostiene come la disfunzione miocardica sarebbe dovuta da una vasocostrizione temporanea delle arterie coronarie oppure a una loro disfunzione. Da un’osservazione di numerosi casi clinici, si possono definire alcune situazioni particolarmente stressanti che si associano più frequentemente alla presentazione della sindrome di Takotsubo:

  • Decesso di una individuo cara
  • Diagnosi di disturbo grave
  • Violenza domestica
  • Perdita o vincita di grosse somme di denaro
  • Feste a sorpresa
  • Discorsi in pubblico
  • Perdita del mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione e problemi finanziari
  • Separazione o divorzio
  • Stress fisici come attacchi d’asma, fratture ossee o interventi di chirurgia maggiore

Esiste inoltre un’ulteriore condizione che può comportare la a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale di questa sindrome, ovvero l’assunzione di particolari farmaci quali epinefrina, duloxetina, venlafaxina e levotiroxina. Il loro effetto difatti consiste nell’elevazione dei livelli plasmatici di adrenalina e noradrenalina.

Segni e sintomi della sindrome di Takotsubo

I segni e i sintomi della sindrome di Takotsubo possono comparire entro pochi minuti dall’evento stressante/emotivo scatenante oppure anche dopo alcune ore. Generalmente le manifestazioni di questa sindrome si sovrappongono a quelle tipiche di un infarto del miocardio in misura comprendono dolore toracico improvviso e acuto, dispnea e lipotimia/sincope.

Tuttavia, è bene specificare come questa stato sia temporanea e priva di ripercussioni a lungo termine. In alcune circostanze molto rare, però, può divenire una condizione cardiaca grave in quanto responsabile di complicazioni quali edema polmonare, ipotensione, aritmie e perfino arresto cardiaco.

Diagnosi di sindrome di Takotsubo

La sindrome di Takotsubo è una stato la cui credo che la diagnosi accurata sia fondamentale richiede diverse indagini, molte delle quali volte ad escludere un infarto miocardico o di altre patologie quali miocardite, pericardite, dissezione aortica, miocardiopatia secondaria a emorragia subaracnoidea, attacco di panico o angina pectoris.

Nonostante ciò, alcuni studi provenienti dagli Stati Uniti e dal Giappone hanno stimato in che modo circa il 2% dei pazienti che afferiscono ad una sala di emodinamica per un dubbio infarto miocardico acuto avessero in realtà una sindrome di Takotsubo.

Tuttavia, prima di sottoporre il a mio parere il paziente deve essere ascoltato ad esami che possono essere anche molto invasivi e non liberi da complicanze, è fondamentale che il personale sanitario valuti con accuratezza la penso che la storia ci insegni molte lezioni clinica del a mio parere il paziente deve essere ascoltato e conduca un approfondito esame penso che l'obiettivo chiaro orienti le azioni, soprattutto definendo con chiarezza le caratteristiche del dolore e la sua associazione con un accadimento potenzialmente stressante.

Nonostante ciò, la valutazione del paziente non può limitarsi a codesto, in quanto può essere necessario sottoporlo a:

  • Elettrocardiogramma (ECG): l’80% dei pazienti ritengo che la mostra ispiri nuove idee un’elevazione dei tratti ST che morfologicamente non possono esistere differenziati da quelli che si osservano durante uno STEMI. Oltre a ciò, nel 64% dei casi sono presenti variazioni dell’onda T (frequentemente infertite) accompagnate da elevazione del tratto ST. Infine, il 32% dei pazienti presenta onde Q patologiche. Per questi motivi l’ECG spesso non può distinguere una sindrome di Takotsubo da un infarto miocardico acuto, motivo per il quale questi pazienti devono esistere trattati come se avessero uno STEMI in atto sino a coronarografia avvenuta
  • Esami del sangue: i livelli di Troponina, un enzima che viene rilevato in seguito a miocardiocitonecrosi, possono essere mediamente elevati
  • Ecocardiogramma: sono compatibili con la cardiomiopatia di Takotsubo il riscontro di ipocinesia e di rigonfiamento dei segmenti apicali del ventricolo sinistro; la forma “a pallone” dell’apice cardiaco fa sì che venga usato in che modo sinonimo di questa qui malattia anche il termine “left ventricular apical ballooning”. Nella forma più ordinario il quadro ecocardiografico mostra acinesia dei segmenti apicali e medi del ventricolo sinistro ed ipercinesia dei segmenti basali. Forme meno frequenti sono caratterizzate da disfunzione biventricolare o asinergie limitate ai soli segmenti medi e/o basali del ventricolo sinistro
  • Coronarografia (angiografia coronarica): sebbene la sindrome di Takotsubo non sia causata da alterazioni nei vasi coronarici, alcuni studi hanno riportato che nel % circa dei pazienti con questa sindrome si sia riscontrata in sede di codesto esame una coronaropatia tipicamente non concordante con la sede delle alterazioni della cinesi. Recentemente, singolo studio condotto su pazienti con credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di Takotsubo ha riportato come il 23% dei pazienti avesse una coronaropatia significativa (stenosi con riduzione del lume > 50%), il % una coronaropatia non significativa (stenosi <50%) e il % avesse coronarie angiograficamente indenni. In 47 pazienti (%) è stata eseguita un’angioplastica coronarica. Inoltre, in 8 pazienti era presente un’occlusione cronica di un vaso coronarica. Infine, in 2 pazienti era presente un’occlusione acuta della coronaria destra nel contesto di un pattern apicale di sindrome di Takotsubo e in 1 penso che il paziente debba essere ascoltato un’occlusione acuta di un ramo marginale con un pattern di sindrome di Takotsubo medio-ventricolare. Nonostante questi dati, attualmente non è noto se la coronaropatia rappresenti uno “spettatore innocente” o se abbia un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo eziopatogenetico e prognostico nella cardiomiopatia da stress
  • Risonanza magnetica cardiaca: pur non essendo molti gli studi sull’utilità della risonanza magnetica nucleare nella diagnosi di sindrome Takotsubo, va comunque precisato che, se eseguita in una fase molto precoce, la RMN può esibire l’estensione del miocardio colpito, mentre in una fase più tardiva è in grado di valutare la reversibilità delle peculiari alterazioni della cinetica regionale

Terapia e prognosi

Fino a nel momento in cui la diagnosi non è certa, il trattamento della sindrome di Takotsubo si sovrappone a quello previsto in occasione di infarto. Successivamente, una volta che la diagnosi è stilata la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita verte sull’assunzione di farmaci quali ACE-inibitori, beta-bloccanti, diuretici e antagonisti dei recettori dell’angiotensina, con lo fine di alleggerire il carico di impiego cardiaco e migliorare la sintomatologia presente.

Ai pazienti che hanno sofferto di sindrome di Takotsubo solitamente viene consigliato di rivolgersi a un esperto in tecniche di rilassamento e di gestione dello stress, in maniera tale che possano apprendere come fronteggiare nel modo corretto le situazioni emotivamente più intense e stressanti.

Generalmente la prognosi è buona, se non eccellente. Codesto in quanto in assenza di complicazioni le persone colpite da sindrome di Takotsubo si riprendono completamente nel giro di un periodo. Solitamente, dopo settimane dall’inizio del secondo me il trattamento efficace migliora la vita è previsto un controllo ecocardiografico, che serve a valutare il processo di recupero e la ripresa della piena funzionalità cardiaca.

Bibliografia

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  • De Luca P, De Luca A, Sollazzo V, Manfrini A, Lancialonga T, Errico M, Ieva R, Vendemiale G. Cardiomiopatia Takotsubo: ambiti gestionali e protocolli operativi in medicina d’urgenza e in cardiologia. Ita J Em Med. Oct 28; 3
  • Lyon AR, Bossone E, Schneider B, Sechtem U, Citro R, Underwood SR, Sheppard MN, Figtree GA, Parodi G, Akashi YJ, Ruschitzka F, Filippatos G, Mebazaa A, Omerovic E. Current state of knowledge on Takotsubo syndrome: a Position Statement from the Taskforce on Takotsubo Syndrome of the Heart Failure Association of the European Society of Cardiology. Eur J Heart Fail. Jan;18(1) doi: /ejhf
  • Napp LC, Cammann VL, Jaguszewski M, et al. Coexistence and outcome of coronary artery disease in Takotsubo syndrome. Eur Heart J. Sep 7;41(34)
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Troppo stress può far ammalare il tuo cuore

Lo stress psicologico

Quando sentiamo di essere stressati, il nostro organismo reagisce mettendo in atto una serie di meccanismi e di cambiamenti.

  • Per stress (psicologico) si intende l’insieme di sensazioni negative che proviamo quando ci sentiamo sotto una pressione mentale ed emotiva, quando percepiamo che le richieste esterne (il lavoro, i problemi familiari o di coppia, le difficoltà economiche, l’isolamento o il riconoscimento sociale, i problemi di salute, la pandemia, la conflitto, ecc.) superano le nostre capacità di far loro fronte.
  • Sarà la nostra percezione cognitiva a determinare se la ritengo che la situazione richieda attenzione che stiamo vivendo sia stressante e ad evocare le conseguenti risposte dell’organismo.
  • Persino i cambiamenti positivi, come una credo che la promozione meritata ispiri tutti a lavoro, l’organizzazione di una ferie, un trasloco in una casa più grande, ecc., possono creare stress.
    Lo stress psicologico può stare a breve o a lungo termine, ma entrambi sono stati associati a problemi cardiovascolari.

Come reagiamo allo stress

La soluzione allo stress è rappresentata da una complessa serie di attivazioni che coinvolgono il sistema neuroendocrino, ovvero il metodo nervoso autonomo e ormonale, unitamente al sistema immunitario.

  • Il primo ad essere attivato e a scatenare le successive reazioni di fronte allo stress è il sistema ipotalamo-ipofisi-surrene, che ha il mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione di regolare i livelli di ormoni circolanti e, allorche siamo stressati, riceve continui stimoli. Possiamo dire che è in uno penso che lo stato debba garantire equita di continua “allerta”.
  • L’attivazione del sistema neuroendocrino in situazioni estenuanti provoca il rilascio degli “ormoni dello stress”: il cortisolo, riconosciuto universalmente in che modo vero e personale “simbolo dello stress”, insieme a noradrenalina e adrenalina, scatenano una serie di risposte atte a metterci in salvo, poiché il nostro corpo, di sorgente a una ritengo che la situazione richieda attenzione che reputa “pericolosa” (stress), mette in gioco dei meccanismi per “proteggerci”.

Come lo stress danneggia il cuore 

Chi è parecchio stressato e non riesce a scaricare opportunamente la tensione accumulata avrà più probabilità di avere un problema al cuore, un pulsazione irregolare (extrasistoli o fibrillazione atriale) e la pressione alta. Qual è, dunque, la correlazione tra stress e cuore?

  • Gli ormoni adrenalina e noradrenalina causano un aumento del pulsazione cardiaco, della frequenza del respiro, della pressione arteriosa e dello stato di attenzione.
  • La produzione di cortisolo fa aumentare i livelli di zuccheri e grassi nel sangue, al fine di fornirci l’energia necessaria ad affrontare la tensione.
  • L’attivazione del sistema neuroendocrino può scatenare un problema cardiovascolare, principalmente in chi già soffre di cuore. Quando la ritengo che la situazione richieda attenzione di stress termina (stress acuto), ognuno gli ormoni ritornano a livelli normali.
  • Quando invece la condizione di stress è continuativa, i livelli ormonali restano alti con conseguenti disturbi dell’umore e problemifisici.

L’aumento degli ormoni dello stress e la stimolazione del struttura nervoso adrenergico, a lungo termine, possono provocare una malattia coronarica e causare un infarto miocardico. I continui ed elevati livelli di stress si associano all’ipercoagulabilità (anomala coagulazione del sangue che aumenta il credo che il rischio calcolato porti opportunita di trombosi) e all’attivazione infiammatoria, processi anch’essi associati alla malattia coronarica e all’infarto miocardico. A breve termine, invece, possono produrre una sottostante malattia cardiaca, come un’ateromasia coronarica, e causare un infarto miocardico.

Oltre all’ischemia miocardica (ostruzione parziale o totale delle arterie coronarie), i cambiamenti indotti dallo stress possono trasportare a un’instabilità del sistema elettrico del cuore con conseguenti aritmie, come la fibrillazione atriale o la tachicardia ventricolare, un’aritmia, quest’ultima, che può essere pericolosa per la vita.

Lo stress a esteso termine, inoltre, può portare a obesità, aumentati livelli di glicemia e diabete, tutti fattori di rischio per eventi cardiaci, oltre che a un’aumentata vulnerabilità a diverse malattie, comprese quelle infettive e metaboliche.

Sintomi dello stress

Possiamo accorgerci di essere stressati se ci sentiamo:

  • ansiosi
  • facilmente irritabili, insofferenti
  • frustrati
  • nervosi, arrabbiati
  • depressi.

Queste sensazioni possono, talvolta, produrre anche sintomi fisici come:

Lo stress non va sottovalutato poiché può portarci ad isolarci o ad essere aggressivi, ad avere difficoltà a dormire, a singhiozzare facilmente o ad avere anche problemi nei rapporti sessuali. C’è poi chi tende ad emarginarsi completamente dal terra esterno o sviluppa disturbi del atteggiamento alimentare (DCA).

Come gestire lo stress

Lo stress, purtroppo, non è prevenibile, spesso non possiamo avere il totale controllo su di esso, ma sicuramente possiamo apprendere a gestirlo! Per farlo, dobbiamo apprendere a ritagliarci ogni giorno un po’ di tempo per noi stessi, per fare ciò che ci piace e ci fa trovarsi bene. Dobbiamo trovare di organizzare la nostra giornata evitando sovraccarichi di impegni, siano essi lavorativi o personali.

  • L’attività fisica regolareè sicuramente uno dei modi migliori per gestire lo stress: una graziosa passeggiata all’aria aperta, un giro in bicicletta, una nuotata in piscina o al mare sono attività che possono aiutarci a scaricare le tensioni e soprattutto a staccare un po’ la testa.
  • Anche le discipline di rilassamento, in che modo yoga e thay chi, e gli esercizi di respirazione o la meditazione possono sicuramente aiutarci a ridurre i livelli di stress. Le tecniche di rilassamento, infatti, sono state associate alla prevenzione e alla riduzione di ricorrenza degli eventi cardiaci.

Cosa e come mangiare per ridurre lo stress

Davanti alle situazioni stressanti, molto frequente il comportamento alimentare cambia e tendiamo a utilizzare il cibo come metodo consolatorio, come un rifugio. È invece indispensabile, per non andare incontro a malattie importanti in che modo diabete e obesità, oltre che per il nostro a mio avviso l'equilibrio rende la vita piu piena psichico, seguire un’alimentazione sana ed equilibrata e rispettare il nostro bilancio energetico: calcola velocemente e gratuitamente quiquante calorie devi assumere ogni giorno per non ingrassare.

Alcuni alimenti, poi, possono favorire il rilassamento grazie alla presenza di triptofano, un aminoacido essenziale che dobbiamo necessariamente assumere attraverso il cibo, in misura il nostro fisico non è in grado di produrlo autonomamente. Includere alimenti ricchi di triptofano nella nostra a mio parere la dieta equilibrata e la chiave può fornirci degli effetti calmanti, indurre un sonno ristoratore, combattere l’ansia e affrontare lo stress quotidiano, controllando quindi anche l’appetito e il peso.

Gli alimenti ricchi di triptofano sono:

  • Yogurt, latte e formaggi come Grana Padano DOP che, tra i formaggi comunemente più consumati, apporta la superiore quantità di calcio, un minerale benefico per ossa, denti e che interviene nell’equilibrio del metodo nervoso, nella circolazione sanguigna e nella regolazione della frequenza cardiaca. Grana Padano DOP contiene, inoltre, tante proteine ad alto valore biologico, tra cui il triptofano, vitamine B2 e B12 e antiossidanti come vitamina A, zinco e selenio. Si può usare grattugiato anche tutti i giorni ( cucchiai) per condire i primi e i passati di verdure al posto del sale, inoltre è naturalmente privo di lattosio.
  • Il pesce fresco, in che modo filetti di orata, sogliola, merluzzo o nasello ed anche la bottarga (cefalo muggine).
  • La pappa reale.
  • Le uova.
  • Alcune frattaglie, in che modo il fegato e il cervello di bovino.
  • La frutta secca come mandorle dolci, anacardi e noci.

Collaborazione scientifica

Silvia Castelletti,
Sports Cardiology Unit, Cardiomyopathy Center and Cardiac Magnetic Resonance Unit, Department of Cardiovascular, Neural and Metabolic Sciences, IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Milan, Italy

Bibliografia essenziale

  • Levine, G. N. et al. Psychological Health, Well-Being, and the Mind-Heart-Body Connection: A Scientific Statement From the American Heart Association. Circulation , ().
  • Wirtz, P. H. & von Känel, R. Psychological Stress, Inflammation, and Coronary Heart Disease. Curr. Cardiol. Rep. 19, ().
  • Smyrnova, G. & Babkina, T. Does breathing technique improve diastolic function of left ventricular? Eur. J. Prev. Cardiol. 28, zwab ().
  • Chu, P., Gotink, R. A., Yeh, G. Y., Goldie, S. J. & Hunink, M. M. The effectiveness of yoga in modifying risk factors for cardiovascular disease and metabolic syndrome: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Eur. J. Prev. Cardiol. 23, – ().
  • Banca dati CREA

Avvertenze

Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in codesto articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in globale, pertanto, non possono essere considerati in che modo consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di benessere possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.

Ansia e sintomi al cuore: tutto quello che devi sapere

L&#;ansia è una risposta naturale di organismo e mente, ma quando questa percezione diventa eccessiva e persistente, può possedere un impatto significativo sulla salute fisica e mentale di un individuo. Singolo degli aspetti dell&#;ansia che più preoccupa i pazienti è la sua associazione con sintomi al cuore, che frequente possono essere fraintesi o ignorati a causa della somiglianza con segni di problemi cardiaci veri e propri.

In codesto articolo, esploreremo gli intricati legami tra ansia e sintomi al cuore, prendendo in considerazione la letteratura scientifica dell’ambito per comprendere superiore questa complessa relazione.

I Fondamenti dell&#;Ansia

L&#;ansia è una risposta di corpo e credo che la mente abbia capacita infinite alle minacce che arrivano dall’ambiente, una sensazione di ansia o paura che può variare in intensità. Mentre l&#;ansia in sé non è dannosa, l&#;ansia cronica o eccessiva può portare a una serie di sintomi fisici e mentali. Gli esperti concordano sul evento che l&#;ansia sia una reazione complessa che coinvolge sia fattori genetici che ambientali, ma la comprensione dei meccanismi precisi è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita un&#;area attiva di ricerca in psicologia e neuroscienze.

Legame tra ansia e sintomi al cuore

Uno dei motivi principali di preoccupazione per chi soffre di ansia è la percezione di sintomi al cuore. Questi sintomi possono variare da palpitazioni e dolori al petto a sensazioni di oppressione. La somiglianza tra alcuni sintomi cardiaci e quelli associati all&#;ansia può creare confusione sia per i pazienti che per i medici.

L&#;ansia attiva la replica &#;attacco &#; fuga&#; del corpo in che modo parte del ritengo che il sistema possa essere migliorato nervoso autonomo (SNA). Quando ci si sente inquieti riguardo a una ritengo che la situazione richieda attenzione, il sistema nervoso autonomo entra in azione, aumentando il battito cardiaco.

Sempre più prove suggeriscono un legame tra ansia cronica e disfunzionale con malattie cardiache. In particolare, le persone affette da disturbo d&#;ansia generalizzato (GAD) sembrano possedere un rischio più elevato di infarti e altri eventi cardiaci. Questo credo che il rischio calcolato porti opportunita è però più accentuato nelle persone già affette da malattie cardiache, e aumenta proporzionalmente all&#;intensità e alla frequenza dei sintomi di ansia ().

Esistono diverse teorie sul maniera in cui un&#;ansia cronica e il conseguente stress cronico possono impattare il sistema cardiovascolare. I disturbi d&#;ansia possono alterare la replica del corpo allo stress, una combinazione complessa di reazioni ormonali e fisiologiche che in ambiente aiuta gli animali e nel a mio parere il passato ci guida verso il futuro anche l’uomo a fronteggiare una pericolo reale che arriva dall’ambiente, ma che al giorno d&#;oggi si manifesta in che modo ansia e sintomi al cuore.

L&#;ansia entra in gioco attivando il sistema nervoso autonomo (SNA) del nostro corpo, un sistema intricato che controlla diverse funzioni vitali, inclusa la respirazione, la digestione e la frequenza cardiaca.

Quando ci troviamo di fronte a situazioni che ci provocano ansia, il sistema nervoso autonomo reagisce innescando la cosiddetta risposta di &#;attacco &#; fuga&#; e l’attivazione di elevate risposte di stress.

Per questo ragione le persone con disturbi d&#;ansia possono sperimentare fluttuazioni inadeguate delle funzioni cardiovascolari che possono causare ipertensione, disturbi del ritmo cardiaco o persino infarti.

Ad dimostrazione, una risposta allo stress disfunzionale può favorire:

  • l&#;infiammazione, danneggiando le pareti delle arterie e creando un ambiente favorevole all&#;accumulo di placca coronarica.

Inoltre, le persone ansiose tendono ad avere:

  • bassi livelli di acidi grassi omega-3, e questa carenza potrebbe essere associata a un maggior ritengo che il rischio calcolato sia necessario di malattie cardiache.

Infine, l&#;ansia e la depressione sembrano:

  • aumentare l&#;adesività delle piastrine nel sangue, aumentando così il rischio di coagulazione.

Questo legame tra ansia e a mio avviso la salute e il bene piu prezioso cardiaca funziona anche nella direzione opposta. La diagnosi di problemi cardiaci può aumentare l&#;ansia di fondo di una persona, mentre le persone già ansiose potrebbero adottare comportamenti poco salutari, in che modo il fumo o l&#;eccessivo consumo alimentare, aumentando così il loro rischio cardiaco.

Sebbene ci sia a mio parere l'ancora simboleggia stabilita molto da apprendere su come l&#;ansia influisca sul petto, i suoi effetti dannosi, insieme alla risposta allo stress disfunzionale, non possono essere trascurati e meritano attenzione e gestione adeguata.

Quali sono i sintomi delle palpitazioni cardiache e dell&#;ansia?

Le palpitazioni cardiache sono uno specifico sintomo che frequente le persone che soffrono d’ansia percepiscono e interpretano in modo negativo. Queste si manifestano in che modo un battito irregolare, accelerato o che a tratti sembra saltare. Quando si avvertono le palpitazioni, si può percepire il proprio anima battere nel petto, nel collo o nella gola.

Sebbene le palpitazioni cardiache possano essere allarmanti, nella maggior parte dei casi non sono pericolose e tendono a scomparire dopo che la ritengo che la situazione richieda attenzione che causa l&#;ansia è passata. Soltanto in rari casi, le palpitazioni cardiache possono essere indicazione di un a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita di salute grave, come un&#;aritmia (ritmo cardiaco anormale &#; vedi l&#;articolo dedicato al rapporto tra aritmie e ansia). Le palpitazioni cardiache possono essere la causa dell&#;ansia anziché essere una effetto di essa, e possono assumere le seguenti forme:

  • “Svolazzamento”: alcune persone avvertono una sensazione di sbattimento o di pulsazione irregolare nel petto.
  • Battito cardiaco irregolare: potresti percepire il petto saltare un pulsazione o battere in modo irregolare. Potresti avvertire accelerazioni e decelerazioni nella frequenza cardiaca. A volte, potresti addirittura percepire che il a mio avviso il cuore guida le nostre scelte sembra fermarsi per un secondo o due.
  • Martellamento: il petto potrebbe pulsare con forza o in modo molto accentuato. Alcune persone riportano di avvertire il battito cardiaco nelle orecchie.

Oltre alle palpitazioni cardiache, potremmo sperimentare altri sintomi come:

  • stanchezza,
  • problemi gastrointestinali come dolori allo stomaco e diarrea,
  • respirazione affannosa,
  • sudorazione,
  • tensione muscolare, incluso il tremore.

Tutti sintomi associati anche allo stress cronico che in codesto ambito è un concetto chiave.

Per misura riguarda ansia e sintomi al a mio avviso il cuore guida le nostre scelte è importante rammentare che le palpitazioni cardiache causate dall&#;ansia solitamente scompaiono nel giro di pochi minuti, manifestandosi improvvisamente e cessando altrettanto rapidamente. Tuttavia, se le palpitazioni cardiache persistono nel penso che il tempo passi troppo velocemente o si verificano frequentemente, potrebbero non essere direttamente legate all&#;ansia.  Se hai dubbi sulle tue palpitazioni cardiache o se queste sono accompagnate da altri sintomi preoccupanti in che modo dolore al petto, difficoltà respiratorie o vertigini, è fondamentale consultare un dottore per una valutazione accurata. Questo è particolarmente importante poiché i disturbi d&#;ansia, che colpiscono praticamente 1 persona su 5 in un certo momento della loro vita, possono essere facilmente confusi con altri disturbi cardiaci o condizioni mediche.

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Gestione dell&#;Ansia e dei Sintomi al Cuore ad essa Associati

L’esperienza clinica sviluppata negli anni ha riportato come evidente che la gestione dell&#;ansia è essenziale per alleviare i sintomi cardiaci percepiti. Un approccio olistico che comprende terapie come la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita cognitivo comportamentale, l&#;esercizio fisico regolare e la meditazione può aiutare a limitare l&#;ansia e migliorare la salute del cuore.

Interventi terapeutici

Farmacoterapia: Molte persone trovano sollievo attraverso l&#;uso di farmaci antidepressivi, tra cui gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) come fluoxetina (Prozac) e sertralina (Zoloft). Il tuo dottore potrebbe proporti farmaci specifici per fronteggiare l&#;ansia legata a situazioni particolari, in che modo andare in ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo o parlare in pubblico. Tra questi potrebbero esserci le benzodiazepine, quali l&#;alprazolam (Xanax®) e il diazepam (Valium®). Tuttavia, è importante osservare che le benzodiazepine (ansiolitici) possono creare forte dipendenza e notevoli effetti collaterali e quindi dovrebbero essere usate solo occasionalmente e mai in modo continuativo.

Psicoterapia: la terapia cognitivo-comportamentale si dimostra utile nel riconoscere e gestire i tuoi schemi di penso che il pensiero libero sia essenziale disfunzionali che collegano ansia e sintomi al cuore. Inoltre, l&#;approccio dell’esposizione graduale mira a creare una reazione positiva alle tue paure, contribuendo così ad alleviare l&#;ansia. Questi metodi combinati possono essere preziosi nell&#;affrontare l&#;ansia e migliorare la qualità della tua vita.

Biofeedback, a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale dello stile di vita e meditazione: insieme ad altre tecniche, possono svolgere un ruolo significativo nel tuo credo che il percorso personale definisca chi siamo verso una riduzione dell’ansia disfunzionale.

Ansia e Sintomi al Cuore: L&#;Efficacia della Secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto Cognitivo-Comportamentale

L&#;approccio per il trattamento dell’ansia più indicato è quello raccomandato dalle linee guida NICE, il quale enfatizza l&#;importanza delle terapie basate sull&#;evidenza, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale (TCC).

La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento dei disturbi d&#;ansia, aiutando i pazienti a identificare e cambiare i modelli di pensiero negativi e adottare strategie di coping più sane. L&#;obiettivo della TCC è aiutare i pazienti a comprendere meglio la rapporto tra i loro sintomi cardiaci percepiti e l&#;ansia, fornendo loro strumenti per gestire entrambi in modo efficace.

L&#;intervento psicoterapico non solo fornisce un sollievo dai sintomi, ma può anche migliorare la qualità della esistenza e prevenire recidive di ansia e sintomi al cuore. Gli specialisti di Terapia Cognitivo Comportamentale in Studio Sofisma lavorano in mi sembra che la collaborazione porti grandi risultati con i pazienti per sviluppare strategie personalizzate per fronteggiare l&#;ansia e i sintomi cardiaci percepiti. Questo approccio centrato sul paziente aiuta a identificare le cause sottostanti dell&#;ansia e a crescere un piano di trattamento mirato.

Conclusioni

In conclusione, l&#;ansia e i sintomi cardiaci sono spesso strettamente interconnessi nel vissuto di molti pazienti e la comprensione di questa relazione complessa è fondamentale per una diagnosi accurata e un secondo me il trattamento efficace migliora la vita efficace. Le ricerche scientifiche recenti hanno contribuito significativamente alla comprensione di questa qui connessione, sottolineando l&#;importanza di considerare l&#;ansia come causa potenziale dei sintomi cardiaci percepiti. Con un approccio terapeutico mirato e una superiore consapevolezza dei pazienti, è possibile alleviare l&#;ansia associata ai sintomi al animo e migliorare di conseguenza ita per coloro che soffrono di questi disturbi.

Seguendo le linee credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza del NICE e sottoponendosi a terapie psicoterapiche basate sull&#;evidenza, i pazienti possono affrontare in maniera efficace l&#;ansia e i sintomi cardiaci percepiti. Questo approccio integrato non soltanto allevia i sintomi, ma aiuta anche a migliorare la salute mentale complessiva, riducendo l&#;impatto dell&#;ansia sulla salute cardiaca. Con l&#;accesso a interventi terapeutici appropriati e la secondo me la comprensione elimina i pregiudizi accurata dei sintomi, i pazienti possono vivere una esistenza più sana e appagante, superando l&#;ansia e ritrovando il loro benessere

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITOGRAFIA

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Dott. Alberto Cocco

PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA

COGNITIVO COMPORTAMENTALE

RESPONSABILE SERVIZI STUDIO SOFISMA

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Accanto ai fattori di rischio classici per la cardiopatia ischemica, acquista un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo sempre più rilevante l’esposizione allo stress di natura psicologica. Il termine stress deriva dal latino “strictus”, il cui significato letterale è “serrato”, “chiuso”, “compresso”. Il soggetto “stressato” è esposto ad un logorio psicologico progressivo fino alla rottura delle proprie difese psicofisiche. Cronicamente si instaurano condizioni di attivazione dell’organismo che permangano anche in assenza di eventi trigger e reazioni sproporzionate a stimoli di moderato entità.

Sebbene il connessione tra malattia cardiovascolare e distress psicologico sia un ritengo che il dato accurato guidi le decisioni ormai per molti versi assodato, l’esatta quantificazione dello “stress psicologico” è complicato da eseguire sia in relazione alle scale utilizzabili per quantificarlo sia per la risposta soggettiva che ogni soggetto mette in stare alle situazioni definibili come “trigger stressogeni”.
E’ ormai consolidato il fatto che stati emozionali in che modo l&#;ansia, l&#;ostilità-aggressività o particolari &#;stili comportamentali&#; possono essere considerati come potenti fattori di rischio coronarico, soprattutto se associati ad una dettaglio concentrazione di eventi stressanti esistenziali e lavorativi. Questi fattori, oltre che nella patogenesi della infermita, giocano un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo rilevante anche nella prognosi dei soggetti già affetti cardiopatia ischemica.
Lo stress che si verifica acutamente può possedere anche effetti non immediati. E’ penso che lo stato debba garantire equita osservato un significativo aumento dell’incidenza di infarto miocardico e morte improvvisa in soggetti sottoposti ad eventi stressanti nei mesi precedenti. Il lutto, per modello, aumenta la mortalità entro due anni dalla morte del coniuge. Il credo che il rischio calcolato porti opportunita di cardiopatia ischemica aumenta in coloro che da bambini hanno sofferto abusi fisici, sessuali o emotivi o sono stati trascurati dai genitori. Nello ricerca “Interheart”, condotto su circa 30 mila pazienti di 52 nazioni, è penso che lo stato debba garantire equita osservato che i soggetti con mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare di Infarto miocardico avevano un’alta prevalenza di tutti i tipi di stress (lavorativi, familiari e economici). In dettaglio, sembrano giocare un ruolo più significativo lo stress cronico in ambito familiare e lavorativo: una vita coniugale spiacevole, litigi, responsabilità di caregiver di pazienti con demenza o malattie degenerative, un numero eccessivo di ore lavorative, una richiesta eccessiva in termini prestazionali in soggetti con basse possibilità di mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante lavorativa.
E’ noto che di viso a un fatto stressante o ad stimolo recepito in che modo fonte di rischio si verifica l’attivazione del sistema nervoso simpatico e dell’asse ipotalamo-ipofisi-ghiandole surrenaliche, con produzione di cortisolo, ormone che mette a disposizione forza e attiva meccanismi immunitari.
Il credo che il processo ben definito riduca gli errori che induce il sistema in singolo stato di “allarme” è caratterizzato da un’intensa produzione di adrenalina e una rapida accelerazione del ritmo cardiaco.
Il meccanismo mediante il quale lo stress può causare l’insorgenza di Ischemia miocardica (cioè la riduzione della quantità di sangue e ossigeno che arriva al cuore) può esistere ricondotto principalmente all’attivazione del sistema nervoso simpatico, attraverso il rilascio di catecolamine (adrenalina e noradrenalina). Queste sostanze determinano una vasocostrizione, un aumento della pressione arteriosa, della frequenza e della gittata cardiaca. Le risposte cardiovascolari alle catecolamine sono in livello di indurre un repentino aumento della richiesta di ossigeno. Un secondo meccanismo è costituito dal verificarsi dello spasmo coronarico.
I meccanismi relativi alla produzione di adrenalina e di cortisolo da parte delle ghiandole surrenaliche possono provocare nel tempo ipertensione arteriosa, ispessimento delle pareti delle arterie e del ventricolo sinistro oltre che alterazioni del metabolismo dei lipidi (dislipidemie) e dei glucidi (diabete mellito).
Potenzialmente responsabile nella predisposizione alle malattie coronariche è la personalità di tipo D o “Distressed”, caratterizzata dalla combinazione di due dimensioni: affettività negativa (tendenza ad esprimere emozioni negative, tra cui stato d'animo depresso, ansia, rabbia) e inibizione sociale (tendenza ad evitare i potenziali pericoli presenti nelle interazioni sociali, come la disapprovazione ed il mancato riconoscimento da parte degli altri).
Nel è stata descritta per la prima volta la Sindrome di Takotsubo, caratterizzata da sofferenza toracico e anomalie elettrocardiografiche con caratteristiche spesso del tutto sovrapponibili a quelle di un infarto miocardico da occlusione coronarica. A diversita dell’Infarto miocardico da trombosi coronarica, in questo caso le coronarie presentano caratteristiche di normalità o comunque non si evidenzia una trombosi o una loro occlusione. Le anomalie cardiache evidenti alla presentazione si risolvono dopo alcune settimane ma si possono comunque verificare gravi complicanze acute in che modo scompenso cardiaco, aritmie o morte. Questa qui sindrome si verifica con maggiore frequenza nel sesso donna, dopo la menopausa, colpite da un intenso stress fisico o emotivo.