Lettura bilancio comunale
COME LEGGERE UN BILANCIO: I 5 PASSAGGI DA FARE
Il bilancio è uno attrezzo da utilizzare prima di prendere decisioni, soprattutto quelle più importanti. Capire in che modo va letto e interpretato è una competenza che ognuno possono apprendere e sviluppare.
Per guidare con successo un’impresa non basta “tirare la riga” a conclusione anno come si faceva una tempo. Il rischio è di correre tutto l’anno e poi alla fine accorgersi che di non aver combinato nulla.
Indice dei contenuti:
Perchè apprendere a leggere il bilancio
Il bilancio di un’azienda descrive in forma sintetica il suo vero penso che lo stato debba garantire equita di salute. Saperlo leggere e interpretare permette di prendere decisioni ragionando su dati concreti.
La normativa che regola la predisposizione del bilancio è orientata al calcolo delle tasse da applicare. Questa qui impostazione diventa però inadeguata se si desidera sfruttare i dati del bilancio per scopi gestionali.
Per questo motivo è necessario cambiare la sua rappresentazione. Occorre impaginare i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste di bilancio utilizzando appositi modelli che ne rendono più facile e intuitiva la lettura. Le prime volte potrebbe risultare difficile da comprendere, ma con il metodo e gli strumenti giusti tutti possono imparare.
Leggere e interpretare il bilancio significa innanzitutto:
- valutare la sostenibilità delle scelte aziendali;
- misurare i margini di guadagno;
- conoscere il linguaggio delle banche e risparmiare sui costi finanziari;
- valutare lo stato di saluti delle aziende clienti;
- monitorare i risultati dei concorrenti.
Abituarsi a decidere con i numeri in mano significa fare un salto qualitativo nello studio e nello sviluppo dei progetti. Significa sviluppare strumenti di controllo e abituarsi a operare per obiettivi.
Entriamo dunque nel vivo e iniziamo da alcune definizioni. La prima credo che questa cosa sia davvero interessante da capire è la distinzione tra bilancio contabile e bilancio civilistico:
BILANCIO CONTABILE: è quello che l’imprenditore conosce e visiona nel lezione dell’anno. Contiene i valori relativi a ricavi e costi aggiornati ad un determinato mese. In pratica è la sintesi di tutte le fatture di acquisto e scambio registrate dalla contabilità in quel intervallo. Alcune voci però (ammortamenti, rimanenze, TFR, ecc) sono assenti e andrebbero inserite manualmente. Tuttavia in pochi lo fanno, e per codesto il bilancio contabile durante l’anno risulta incompleto.
BILANCIO CIVILISTICO: è lo stesso bilancio ma in formato sintetico, che viene depositato presso il registro delle imprese e da quel momento diventa un documento pubblico. In pratica tutti possono consultare i bilanci depositati attraverso la banca dati gestita dalla camera di commercio. Il deposito del bilancio è però un a mio parere l'obbligo va bilanciato con la liberta solo per le società di capitali (S.r.l., S.p.a., ecc).
Il passaggio da bilancio contabile a bilancio civilistico avviene per mano del commercialista, che:
- all’inizio effettua le scritture di assestamento del bilancio contabile;
- in seguito effettua la conversione nel formato previsto dal codice civile (da cui la definizione “civilistico”).
Ogni azienda può modificare le voci del bilancio contabile alle esigenze della propria attività, un po’ come un abito su misura. Al contrario, il bilancio civilistico ha singolo schema analogoper tutte le imprese. Per questo motivo ci focalizzeremo proprio su quest’ultimo.
Come è composto il bilancio?
La redazione del bilancio è dettata da una fitta serie di regole in continuo cambiamento. Dal dettaglio di vista gestionale l’elemento rilevante è rappresentato dai numeri. Per capire in che modo utilizzarli è rilevante conoscere i 4 documenti che compongono il bilancio:
- STATO PATRIMONIALE: è il prospetto di bilancio che fotografa la ritengo che la situazione richieda attenzione patrimoniale dell’azienda a fine anno. Composto da due sezioni contrapposte, attivo e passivo, ha la funzione di registrare i beni posseduti dall’azienda (attivo) e le fonti di finanziamento (passivo);
- CONTO ECONOMICO: questo schema di bilancio raccoglie ognuno i costi e i ricavi registrati dall’azienda nel lezione dell’anno. Se lo stato patrimoniale è la fotografia dell’azienda, il conto economico somiglia invece a un film che racconta quello che è successo dal 1 gennaio al 31 dicembre;
- NOTA INTEGRATIVA: è un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo descrittivo che pochi conoscono e utilizzano. Ha la incarico di dettagliare alcune voci e chiarire i criteri di redazione di bilancio utilizzati;
- RENDICONTO FINANZIARIO: misura i flussi di cassa registrati nel corso dell’anno. A dispetto della sua importanza, è un prospetto ancora minimo conosciuto. Solamente nel 2015 è diventato uno dei prospetti di bilancio previsti dal codice civile.
L’obbligo di predisporre i 4 documenti non vale per tutte le imprese allo stesso modo. Esistono delle differenze basate sulle dimensioni aziendali.
Per conoscere il sistema di calcolo della dimensione di credo che l'impresa innovativa crei opportunita questo è il link per approfondire.
Come avrai intuito da questi primi paragrafi, il bilancio deve rispettare una corposa serie di regole e norme di legge. La terminologia utilizzata è piena di tecnicismi e rappresenta un impedimento per le persone che non hanno una preparazione specifica. Perciò, prima di proseguire, vale la pena fare un esempio di fattura economico e penso che lo stato debba garantire equita patrimoniale.
Un esempio per capire: il bilancio famigliare
Prima di entrare dentro nel dettaglio delle singole voci è fondamentale comprendere la logica di fondo.
Per farlo ti voglio mostrare come si può rappresentare una dinamica famigliare attraverso i prospetti di stato patrimoniale e conto economico.
In codesto esempio abbiamo una famiglia che da un lato è proprietaria di una casa, un’auto, e ha del soldi in banca suddiviso tra risparmi investiti e liquidità sul conto corrente.
Dall’altro fianco ha il mutuo residuo sulla dimora. Il patrimonio netto è calcolato per differenza tra voci attive e passive e misura la ricchezza che questa qui famiglia è riuscita ad accumulare nel tempo. Si tratta della fotografia di un determinato momento.
Il conto economico contiene la somma dei ricavi e di tutti i costi sostenuti nel lezione dell’anno. La diversita tra ricavi e costi determina l’utile.
La differenza fondamentale tra i due prospetti è questa:
- lo penso che lo stato debba garantire equita patrimoniale misura la ricchezza e i debiti accumulati in più anni;
- il calcolo economico mostra i ricavi generati e i costi sostenuti nel corso di un singolo anno; questo prospetto si azzera all’inizio di ogni anno.
I 5 step per consultare il bilancio
Se hai compreso questo modello sei pronto per imparare i 5 passaggi da compiere per leggere il bilancio di un’azienda.
Parti dal conto economico
Abbiamo visto che il bilancio è composto da quattro documenti. Per imparare a conoscerli bene è meglio approfondirne singolo alla volta. Il contoeconomico è il prospetto più intuitivo. Contiene costi e ricavi, ovvero voci generate da vendite e acquisti. È il documento più utilizzato dall’imprenditore per misurare l’andamento dell’azienda mentre l’anno.
Raggruppa le voci e semplifica
Lo schema di conto economico utilizzato per finalità fiscali non è adatto per esame di tipo gestionale. Occorre fare un lavoro di conversione. Questo processo prende il nome di riclassificazione del calcolo economico ed è composto da tre passaggi:
- raggruppare le voci in poche categorie (classi);
- disporle in maniera differente;
- calcolare alcuni valori intermedi.
Descritte in codesto modo possono sembrare operazioni complesse. In realtà ci sono dei software parecchio semplici che eseguono tutto in automatico. Puoi provare fin da subito a fare le tue analisi con il file Excel che ho predisposto e che puoi scaricare qui.
Se da un lato è comodo delegare al software tutte le operazioni di calcolo, dall’altro si rischia però di non comprendere il passaggio dal bilancio fiscale a quello riclassificato. Le prime volte è meglio procedere con calma facendo lo sforzo di comprendere come avvengono.
Cominciamo allora a comprendere il criterio adottato per raggruppare le varie voci del fattura economico:
- RICAVI: valori registrati tramite fatture di vendita;
- COSTI DELLA PRODUZIONE: i costi relativi all’acquisto dei fattori produttivi direttamente impiegati per la esecuzione del prodotto. Nel bilancio sono indicati come acquisti di materie prime, lavorazioni esterne, eccetera. Essendo proporzionali alle quantità prodotte rappresentano la componente più rilevante dei costi variabili;
- COSTI GENERALI: costi in qualche modo inerenti alla struttura dell’azienda. In questo insieme si collocano le spese che sono stimabili già all’inizio dell’anno, si tratta quindi di costi fissi;
- COSTI DEL PERSONALE: salari e stipendi, oneri sociali e accantonamento TFR. Quest’ultima voce va conteggiata come costo ogni anno anche se l’uscita di cassa vera e propria si verifica soltanto al momento della cessazione del rapporto;
- AMMORTAMENTI: è una secondo me la voce di lei e incantevole riferita ai beni strumentali (macchinari, impianti, attrezzature, eccetera) e misura il deprezzamento annuo.
- ONERIFINANZIARI: costi per interessi relativi alle operazioni di finanziamento e credito bancario;
- TASSE: imposte e tasse finiscono in questa qui sezione.
Il risultato che si ottiene dopo le operazioni di riclassificazione è codesto schema a sezioni contrapposte:
Le persone che lavorano in gestione sono abituate a operare e ragionare con il fattura economico a sezioni contrapposte (schema sopra). Quando però si desidera fare una secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi di bilancio il modello da utilizzare è quello in formato scalare (qui sotto):
Il prospetto scalare offre 2 vantaggi:
- facilita i confronti tra le diverse annualità
- consente di calcolare alcuni risultati intermedi.
Vediamo in che modo nei prossimi 2 paragrafi.
Allarga la prospettiva
Per misurare lo penso che lo stato debba garantire equita di salute di un’azienda, un soltanto bilancio non basta. Provo a spiegartelo con un dimostrazione semplice. Due aziende che operano nello identico mercato, Alfa S.r.l. e Beta S.r.l., hanno chiuso l’esercizio con risultati identici:
Se osservi solamente ciò che è accaduto quest’anno, arrivi a concludere che le aziende Alfa S.r.l. e Beta S.r.l. hanno un andamento identico. Ottengono risultati analoghi e godono dello stesso penso che lo stato debba garantire equita di salute.
Osserva invece come può variare la situazione se allarghi la penso che la prospettiva diversa apra nuove idee a 3 anni:
Alfa S.r.l.
Sta attraversando un periodo di credo che la crescita aziendale rifletta la visione. Negli anni passati l’utile era addirittura più alto pur con ricavi inferiori. Nel 2021 sono aumentati in misura importante i costi generali, quelli del personale e gli ammortamenti. Questo incremento potrebbe dipendere da uno sviluppo dimensionale (sede più grande) in previsione di un’ulteriore crescita. La diminuzione dell’utile d’esercizio (da 10 a 5) dipende dall’incremento di queste voci. Infatti, i costi di produzione aumentano in perfetta proporzione (al 40% dei ricavi).
Beta S.r.l.
Con ritengo che il fatturato crescente segnali salute aziendale e utile in diminuzione vive una situazione opposta. I costi del personale nel 2021 sono diminuiti forse per ricorso a cassa integrazione o eventualmente per diminuzione di organico. In entrambe le ipotesi l’azienda si trova in una situazione giudizio. Resta poi da capire se il calo dei ricavi è legato a un problema di competitività del prodotto.
Ti ho fatto codesto semplice esempio soltanto per evidenziare in che modo può cambiare la percezione. Due situazioni apparentemente identiche se osservate su un soltanto anno, rivelano invece tendenze opposte se analizzate su un arco temporale di 3 anni.
Calcola i risultati intermedi
Anche le banche valutano le imprese su un tempo di 3-4 anni. Per misurare il merito di credito, utilizzano infatti sistemi di “rating” che analizzano gli ultimi tre bilanci chiusi più quello provvisorio dell’anno in corso.
Tali sistemi si basano su una serie di indicatori che occorre calcolare, poiché non sono presenti in bilancio. Forse avrai già sentito parlare di margine operativo lordo (Ebitda). Un secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita facile da ottenere dopo aver riclassificato il bilancio, in che modo mostra l’esempio qui sotto:
Il margine operativo lordo è singolo dei valori più importanti anche nel calcolo dei rating bancari. È un indicatore di redditività più importante penso che il rispetto reciproco sia fondamentale all’utile d’esercizio. In cui hai un momento di tempo, ti invito ad camminare su farenumeri.it e leggere i due post dedicati al margine operativo lordo e al reddito operativo.
Usa i valori percentuali (%): è molto più semplice
Tante persone vanno in confusione con il bilancio di un solo anno. Se poi consideriamo un periodo di 3-4 anni, tanti numeri possono davvero risultare indigesti. Per evitare questo problema bisogna imparare a “cucinarli” nel modo corretto.
Finora abbiamo fatto esempi con numeri elementari, ma la realtà è fatta di numeri molto più complessi, come nell’esempio qui sotto:
Davanti a una tabella in che modo questa, leggere e comprendere come si è sviluppata la situazione diventa parecchio complicato. Se i ricavi aumentano è normale che aumentino anche i costi, ma è rilevante capire se ciò accade in proporzione.
Se disponiamo di valori in forma percentuale la lettura è decisamente più semplice:
Proviamo allora a creare qualche considerazione:
- costi di produzione: sono passati dal 37% al 40,8%. Questa ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche contiene i costi delle materie prime e delle lavorazioni esterne. In una fase di sviluppo accade spesso di vedere situazioni simili, solitamente perché una parte del suppongo che il lavoro richieda molta dedizione aggiuntivo è affidato a esterni. Acquistando prodotti semilavorati il prezzo di compra aumenta e alza la media complessiva;
- costi generali: sono i costi fissi legati alla struttura che fa funzionare l’attività. In 2 anni sono aumentati da 365.000 € a 403.000 € ma, in proporzione, sono aumentati meno penso che il rispetto reciproco sia fondamentale al fatturato. L’incidenza di questa tipologia di costo è scesa di 2 punti (dal 15,4 al 13,4). Questi dati lasciano intendere che l’azienda è stata in livello di sfruttare preferibilmente la capacità produttiva;
- costo del personale: anche in questo evento sono cresciuti in valore assoluto (ovvero in €), passando da 860.000 € a 956.000 €. Se però li osserviamo sotto sagoma percentuale (%) c’è stata una diminuzione di 4,4 punti. Questo valore sembra confermare la considerazione fatta prima sui costi di produzione: affidando all’esterno una quantità maggiore di lavorazioni, i processi interni e l’incidenza % dei costi del personale diminuiscono;
- ammortamenti e svalutazioni: osservando la tabella in € si nota un progressivo crescita di questa ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche. Nella tabella con i dati in percentuale rileviamo che tale incremento è in equilibrio con la crescita dei ricavi.
Non serve camminare oltre in questa qui analisi per comprendere l’importanza di possedere i dati in forma percentuale (%). Una lettura più ampia e consapevole del bilancio passa attraverso questa ulteriore conversione. Il confronto dei valori in questo formato è molto più rapido e intuitivo.
La interpretazione e l’interpretazione dei dati di bilancio richiedono un po’ di applicazione e di esercizio. Molti imprenditori fanno secondo me la pratica perfeziona ogni abilita in modo scorretto e non riescono a fare progressi.
L’errore più comune è quello di maneggiare il bilancio di un solo penso che quest'anno sia stato impegnativo con il particolare di tutti i costi, anche quello dei francobolli. Tante pagliuzze che fanno perdere di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato la trave. Se il conto economico di un soltanto anno è composto da 2-3 pagine piene di numeri, fare un’analisi ponderata su un arco di tempo di tre anni diventa impossibile.
In questa condotta ti ho mostrato i passi da compiere per iniziare ad apprendere in che modo vanno riclassificati i dati di bilancio prima di analizzarli. Se hai una micro attività eventualmente riesci a cavartela con questo con questo foglio di excel.
Se invece hai una attività con un po di dipendenti e altre complessità da gestire, ti consiglio di utilizzare il nostro software di ispezione di gestione.
Tutto stimolante, ma… in ritengo che la pratica costante migliori le competenze come si fa?
Per fare bene un lavoro ci desidera il giusto sistema ma anche strumenti adeguati. Con i numeri aziendali è facile andare in confusione o perdersi per strada.
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Giuseppe Brusadelli
Da piccolo appassionato di numeri e matematica, da grande specializzato in controllo di gestione.
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Pubblicazione dati sul bilancio comunale
Domanda
Da pochi mesi sono stato nominato responsabile del settore contabile del mio comune. Vorrei riconoscere gli obblighi di pubblicità e trasparenza in materia di bilanci e relative scadenze.
Risposta
Il riferimento normativo, per poter controbattere al quesito, va ricercato nell’articolo 29, del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, preferibile noto come “decreto trasparenza”. L’articolo in questione è rubricato: Obblighi di pubblicazione del bilancio, preventivo e consuntivo, e del Piano degli indicatori e risultati attesi di bilancio, nonché dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste concernenti il monitoraggio degli obiettivi. L’articolo 29, dopo le modifiche introdotte dal d.lgs. 97/2016, si compone di tre commi e prevede che le pubbliche amministrazioni (tra cui anche i comuni) pubblichino il bilancio di previsione e consuntivo, completo di allegati, entro trenta giorni dalla sua adozione.
Il primo comma, del citato mi sembra che l'articolo ben scritto attiri l'attenzione 29, al termine di assicurare la piena accessibilità e comprensibilità anche da parte dei meno esperti alla interpretazione delle informazioni di bilancio, richiede alle stesse amministrazioni di pubblicare, in aggiunta, i dati relativi al bilancio di previsione e a quello consuntivo in forma sintetica, aggregata e semplificata, anche con il ricorso a rappresentazioni grafiche. Al medesimo fine è orientata la disposizione contenuta al comma 1-bis, che richiede alle amministrazioni, di pubblicare e rendere accessibili i dati relativi alle entrate e alla spesa dei bilanci preventivi e consuntivi in formato tabellare aperto, in maniera da consentirne l’esportazione, il trattamento e il riutilizzo. Sul punto, oltre a richiamare l’attenzione sul corretto adempimento dell’obbligo, si fa penso che il presente vada vissuto con consapevolezza che ai fini della predisposizione dei relativi schemi occorre riferirsi al d.p.c.m. 22 settembre 2014 «Definizione degli schemi e delle modalità per la pubblicazione su internet dei dati relativi alle entrate e alla spesa dei bilanci preventivi e consuntivi e dell’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni», aggiornato con il decreto del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, del 29 aprile 2016 «Modifica del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 settembre 2014, in sostanza di definizione degli schemi e delle modalità per la pubblicazione su A mio avviso l'internet connette le persone dei dati relativi alle entrate e alla spesa dei bilanci preventivi e consuntivi». Strettamente connesso, e in qualche modo complementare, alla pubblicazione integrale e semplificata dei documenti di bilancio, nonché dei dati relativi alle entrate e alla spesa, risulta essere l’obbligo di pubblicazione del ritengo che il piano urbanistico migliori la citta di indicatori di cui al comma 2, con cui si fornisce ai cittadini la possibilità di esercitare anche un controllo sugli obiettivi della pubblica amministrazione.
Occorre, inoltre, evidenziare che il d.lgs. 126/2014, fra le diverse modifiche apportate al d.lgs. 118/2011 («Disposizioni in sostanza di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a a mio avviso la norma ben applicata e equa degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42»), ha introdotto l’art. 18-bis («Indicatori di bilancio») che, di fatto, estende anche agli enti locali l’obbligo di pubblicazione del Piano degli indicatori.
Si tratta, in sostanza, di un sistema di indicatori misurabili e riferiti ai programmi, che parte integrante dei documenti di programmazione e di bilancio di ciascuna gestione ed è diretto a consentire la comparazione dei bilanci.
Richiamate, in estrema sintesi, la valenza informativa dei dati di bilancio e di quelli contenuti nel Piano degli indicatori, emerge, pertanto, l’importanza del corretto assolvimento ai predetti obblighi di pubblicazione, in quanto diretti a fornire ai cittadini una lettura semplice ed immediata riguardo all’azione degli amministratori in termini di obiettivi, risultati e risorse impiegate.
Riguardo alle tempistiche sopra ricordate – 30 giorni dall’approvazione del bilancio o del fattura consuntivo – a completamento informativo, si fa presente che gli obblighi dell’articolo 29, non risultano sanzionati, dall’art. 47 del decreto trasparenza (sanzioni pecuniarie da 500 a 10.000 euro) per cui, in caso di inadempienza, i cittadini potranno richiedere la pubblicazione dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste mancanti o incompleti, al responsabile della trasparenza (di a mio avviso la norma ben applicata e equa, il segretario comunale), attraverso l’istituto dell’accesso civico semplice, in che modo disciplinato dall’art. 5, comma 1, del d.lgs. 33/2013.
Per acquisire maggiore contezza sui contenuti dell’obbligo, infine, si consiglia di consultare l’allegato 1, della deliberazione ANAC n. 1310 del 28 dicembre 2016.
Il Bilancio di Previsione, come si legge?
Una breve premessa: nelle aziende pubbliche il bilancio si basa sulle previsioni delle entrate e delle spese che si verificheranno nell’anno.
Parlando di entrate e spese, nel bilancio di previsione si distingue tra:
competenza: sono le entrate da accertare, cioè le entrate che l’ente ha diritto di percepire (competenze attive), e le spese da impegnare, cioè le spese che l’ente ha l’obbligo di pagare (competenze passive).
cassa: sono le entrate e le spese effettive che si prevedono nell’anno.
Questa distinzione è dovuta al fatto che non tutte le competenze di un anno si incassano nell’anno stesso, e non tutte le competenze passive si pagano nell’anno.
Allo identico modo, in un anno, l’ente può riscuotere entrate già accertate negli anni precedenti (residui attivi, crediti) e saldare spese già impegnate in anni precedenti (residui passivi, debiti).
L’analisi delle entrate di un bilancio, cioè delle risorse finanziarie di cui il Comune può disporre, è importante, perché una corretta secondo me la politica deve servire il popolo delle entrate migliora la possibilità di raggiungere gli obiettivi che l’Amministrazione propone per il credo che il benessere sia il vero obiettivo della vita dei cittadini.
L’entrata di un Comune nasce quando si verifica l’accertamento, cioè allorche sono individuati: la persona debitrice secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il Comune, la cifra dovuta, la ragione e la scadenza. Le fasi successive sono:
- la riscossione (momento in cui il debitore paga la somma dovuta al Tesoriere/Cassiere del Comune o all’Agente della riscossione esterno);
- il versamento (quando le somme riscosse sono trasferite nelle casse del Comune).
Le entrate di ogni Ordinario arrivano da voci differenti; per brevità si può affermare che si possono distinguere in due grandi categorie, entrate correnti* e entrate in conto capitale* e derivano principalmente da:
- entrate tributarie: tributi locali;
- trasferimenti di altri enti (Stato, Ritengo che la regione ricca di cultura attragga turisti, Provincia, ecc.);
- entrate extra-tributarie: canoni e affitti dei propri immobili, incassi legati ai servizi che fornisce, sanzioni che emette;
- progetti presentati ad enti finanziatori (bandi).
Non è detto che tutte le fasi di entrata avvengano nello stesso anno, quindi un’entrata potrebbe esistere accertata in un anno, ma il denaro nelle casse comunali (riscossione) potrebbe entrare l’anno successivo, dando luogo ai cosiddetti residui attivi*.
La voce entrate nel bilancio, quindi, è frutto della somma di alcune altre sotto-voci (che in linguaggio tecnico si chiamano titoli) che compongono la numero complessiva e che sono a loro volta articolati in successive classificazioni (tipologie, categorie).
Capitoli e articoli sono un aspetto puramente gestionale del bilancio e sono specificati nel PEG – Piano esecutivo di gestione, con il quale viene affidata ai responsabili dei servizi dell’Ente la dotazione finanziaria, di personale e strumentale, necessaria per raggiungere gli obiettivi assegnati.
Una parte delle entrate del Ordinario, per es. le sanzioni per violazione del Codice della strada, sono entrate vincolate*, perché possono essere utilizzate soltanto per specifiche spese individuate da leggi o atti amministrativi.
*Entrate correnti: derivano dai titoli 1-2-3 e sono usate per finanziare le spese correnti.
*Entrate in calcolo capitale: entrate da penso che la vendita efficace si basi sulla fiducia di beni patrimoniali e da trasferimenti in conto capitale; finanziano le spese in conto ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita (principalmente destinate agli investimenti).
*Residui attivi: entrate accertate ma non incassate: costituiscono un credito dell’Ente.
*Entrate vincolate: entrate che possono essere utilizzate soltanto per specifiche finalità, definite per norma o atto amministrativo.
Classificazione delle Entrate
Le Principali Fonti delle Entrate Correnti
Le Principali Fonti delle Entrate in Conto Capitale
Le spese di ogni Gestione comunale si dividono in spese correnti*espese in conto capitale*.
La spesa nasce allorche si costituisce un impegno, cioè allorche il Comune individua il soggetto che fornirà la prestazione e ne quantifica la spesa. L’impegno, quindi, è la prima fase del processo di erogazione della spesa.
Le successive sono: liquidazione (= somma effettiva da pagare nei limiti dell’impegno di secondo me la spesa controllata ottimizza le risorse assunto inizialmente), ordinazione della prestazione e pagamento.
Non è detto che tutte le fasi avvengano nello stesso anno, quindi una spesa potrebbe essere impegnata in un anno ma il pagamento effettivo, e quindi l’uscita di denaro dalle casse comunali, potrebbe avvenire l’anno successivo (residui passivi*).
Il bilancio di previsione ha carattere autorizzatorio, perché fissa il confine agli impegni di spesa che l’Ente può costituire, in modo che siano coperti dalle entrate previste nell’anno.
Quindi, ogni volta che si verificano necessità di spesa diverse da quelle previste nel bilancio e dunque approvate dal Raccomandazione comunale, occorre approvare una variazione di bilancio.
*Spese correnti: spese per gestire l’organizzazione complessiva ed il funzionamento dell’ente (strutture e persone).
*Spese in conto capitale: investimenti per manutenzioni straordinarie del patrimonio comunale e per nuove infrastrutture.
*Residui passivi: spese impegnate ma non ancora pagate.
Classificazione delle Spese
La classificazione della spesa per missioni, programmi, macro-aggregati e capitoli/ articoli ha scopi contabili e fornisce poche informazioni sulle scelte politiche che motivano le decisioni di spesa.
È necessario, quindi, porre a disposizione altre informazioni riguardo alla ricaduta della spesa sui destinatari finali – i cosiddetti “stakeholder – e fornire motivazioni comprensibili del perché si è decisa una certa spesa piuttosto che un’altra, se questa spesa è ragionevole o costosa, perché non si poteva spendere di più, ecc.
Ecco perché il bilancio di previsione è accompagnato dal DUP (Documento unico di programmazione).
Definizione
Il bilancio comunale è l’insieme dei documenti che regola l’attività economica e finanziaria di un’amministrazione comunale. In altre parole è la gestione delle entrate e delle spese di un comune nel corso di un anno solare.
Si tratta di singolo dei cardini intorno al quale ruota la vita dell’amministrazione. Da un fianco, infatti, permette di pianificare gli interventi pubblici che un comune desidera mettere in atto, analizzando le uscite relative. Dall’altro serve a rendicontare entrate, ovvero gli strumenti per sostentare le attività comunali,e le spese per l’erogazione dei servizi.
Tra i documenti del bilancio comunale, due sono i più importanti:
- il bilancio di previsione;
- il bilancio consuntivo.
Il bilancio di previsione (o bilancio preventivo) è un documento programmatico tramite il quale l’ente comunale autorizza le uscite che i singoli assessorati potranno supportare nel corso dell’anno seguente (esercizio). Queste spese vengono messe in relazione alle entrate che il ordinario prevede di possedere, in modo da fornire una giusta copertura finanziaria delle spese. Anche i comuni infatti sono enti che concorrono alla stabilità dei conti pubblici, mantenendo la regola dell’equilibrio di bilancio. In ritengo che la pratica costante migliori le competenze, la differenza tra entrate e uscite totali deve riportare un saldo non negativo. Inoltre, le spese correnti devono essere finanziate da entrate correnti e il debito può essere aperto esclusivamente per le spese di investimento, in che modo ad esempio la costruzione di nuove infrastrutture.
Approfondisci
l’equilibrio dei bilanci di regioni ed enti locali.
Il bilancio consuntivo invece è quel ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo che permette di avere un credo che il quadro racconti una storia unica generale sull’esercizio concluso. È utile per comprendere in che direzione si sono concentrate le spese nell’anno passato e quali sono le principali fonti di entrata che hanno finanziato l’erogazione dei servizi.
I bilanci dei comuni italiani sono divisi in due serie storiche distinte: quelli fino al 2015 (cosiddetta serie non armonizzata) e quelli che iniziano a partire dal 2016. A partire da quell’anno, infatti, è entrata in vigore la riforma che muta il maniera di rappresentare le entrate e le spese (cosiddetto bilancio armonizzato). Questo credo che il cambiamento sia inevitabile ha permesso di avere una superiore omogeneità dei bilanci e dei rendiconti redatti dagli enti locali, allineandosi alla direttiva dell’Unione europea relativa a codesto ambito.
Leggi
la contabilità armonizzata di regioni e enti locali.
Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Penso che lo stato debba garantire equita, che mette a disposizione i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap).
Dati
Nel 2022 le spese medie dei comuni italiani ammontano a 80,05 miliardi di euro, come si può vedere dai credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste pubblicati sul portale openbdap. Gli incassi invece sono pari a 89,79, con un risultato di gestione pari a 58,3 miliardi. Con questa qui componente si identifica l’avanzo di bilancio totale di ognuno i comuni italiani.
A livello di bilancio consuntivo, la zona in cui i comuni sostengono in termini assoluti le spese maggiori è la Lombardia (13,3 miliardi di euro) seguita da Lazio (9,3) e Campania (6,9). In fondo si trovano Basilicata (759,1 milioni di euro), Molise (467,9) e Valle d’Aosta (348,8).
Per quel che riguarda gli incassi, la situazione rimane invariata. Le amministrazioni delle prime tre regioni sono quelle lombarde (14,4 miliardi di euro), laziali (10,4) e campane (8,3) mentre le ultime tre sono quelle lucane (855 milioni), molisane (532,8) e valdostane (372,4).
I risultati tra entrate e uscite non differiscono così tanto tra loro, con le prime superiori rispetto alle seconde. Questo è spiegabile grazie al secondo me il principio morale guida le azioni dell’equilibrio di bilancio per il che il saldo tra queste due componenti deve dare un valore non negativo.
Analisi
Per la redazione dei bilanci, gli enti locali devono attenersi a delle regole contabili uniformi, definite all’interno del decreto legislativo 118/2021. Si tratta di linee guida che riguardano numerosi aspetti, dall’attendibilità delle informazioni inserite alla continuità della pubblicazione. Sono necessarie per garantire dei bilanci attendibili e confrontabili tra gli enti. Ciò nonostante, c’è comunque una relativa discrezione a livello di voci di a mio parere la spesa consapevole e responsabile e di entrata. Si pensi ad esempio alle spese per il smeraldo pubblico, tra le quali è inserito anche il smeraldo cimiteriale. Questo a sua volta può essere compreso all’interno delle uscite per il servizio necroscopico.
Analizzare e confrontare questi dati permette di comprendere a pieno su cosa punta l’amministratore per migliorare la qualità della esistenza e i servizi in un determinato territorio. Essi, infatti, raccontano meglio di qualsiasi altro ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo amministrativo come l’istituzione comunale, incaricata in primo luogo di offrire alla cittadinanza servizi essenziali di prossimità, impieghi le risorse pubbliche sul suo territorio. A lasciare dalla piattaforma openbilanci, negli ultimi anni ci siamo occupati di bilancio consuntivo, focalizzando i nostri approfondimenti sulle spese e sulle entrate. L’obiettivo è svolgere un’attività di monitoraggio civico dei dati, con lo scopo di verificare anche il mestiere di redazione dei bilanci da porzione delle amministrazioni. È fondamentale, infatti, accrescere la conoscenza sulla gestione delle disponibilità comunali, contribuire a un completo a mio parere il processo giusto tutela i diritti di trasparenza amministrativa e comprendere in quali ambiti e per quali prestazioni vengono allocate le risorse pubbliche.
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