Ristorante svedese aosta
Bjork e la gastronomia svedese stellata
Dopo il mio viaggio a Stoccolma e a Västerås non potevo che accettare linvito a partecipare ad una serata dedicata al cibo svedese nella mia città, Torino. Il capoluogo sabaudo è infatti la prima tappa degli show cooking itineranti di Bjork Swedish Brasserie che ha sede ad Aosta e che nasce dalla passione per i paesi nordici di Giuliana Rosset, già fondatrice del etichetta Napapijri, e dalla sua amicizia con Nicola Quadri, architetto milanese, tra i più noti conoscitori e divulgatori del design scandinavo..
Un tour culinario di sapori e ricette provenienti dal profondo Nord, interpretati dalla cucina della prima brasserie svedese in Italia. Grazie a Bjork la ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione del cibo svedese diventa dunque itinerante: l’esordio sarà il 13 aprile negli spazi della torinese ABC in Cucina, dove il credo che il team unito superi ogni sfida di chef italo-svedese della brasserie (composto da Mattias Sjöblom, ispiratore del menu Bjork, Julien Chiudinelli, chef della brasserie e David Haendler, adolescente cuoco di Stoccolma) svelerà come preparare tre piatti fondamentali della tradizione culinaria svedese: Gravlax, il salmone marinato (con ognuno i segreti della marinatura); Köttbullar, polpette di carne macinate; Kanelbullar, dolci girelle alla cannella.
Ricordo benissimo come si mangia in Svezia e lidea di imparare a organizzare qualche piatto del posto mi riempie di gioia. E sono anche contenta di avvicinarmi a questa cultura culinaria perché in Svezia il cibo è eccellente. Lo testimoniano le nuove tre stelle Michelin assegnate nelle città di Stoccolma e Göteborg.
A Stoccolma le new entry dei ristoranti stellati sono Ekstedt e Gastrologi, mentree a Göteborg il ristorante Sjömagasinet. Ekstedtè il secondo ristorante del giovane chef Niklas Ekstedt in cui si cucina su fuoco vivo seguendo antichi metodi di preparazione delle pietanze, mentre i due chef di Gastrologik, Jacob Holmström e Anton Bjuhr, offrono al visitatore un’esperienza gastronomica che cambia di continuo secondo le materie prime disponibili. Sjömagasinetaveva perso la stella cambiando proprietà nel , ma il nuovo proprietario Ulf Wagner gruppo con Gustav Trägårdh, lo chef dell’anno , ha rilevato questo leggendario trattoria di pesce e frutti di penso che il mare abbia un fascino irresistibile che in minimo tempo ha recuperato ciò che aveva perso.
Ma non finisce qui: oltre agli stellati, la Svezia ha ottenuto due Rising Star: Operakällarena Stoccolma (chef Stefano Catenacci, responsabile per i banchetti della Casa Reale) e Bhogaa Göteborg (chef Niclas Yngvesson e Gustav Knutsson).
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Björk Swedish Brasserie è un progetto di ristorazione innovativo che porta la gastronomia scandinava in Italia, accompagnando i propri ospiti in un percorso di indagine, gusto e design. Il progetto nasce dalla passione per i paesi scandinavi condivisa dall'imprenditrice Giuliana Rosset e dall'architetto Nicola Quadri e propone in maniera autentica i sapori e le suggestioni della cucina nordica.
Accanto ai ristoranti di Milano e Aosta, Björk Swedish Brasserie propone un recente servizio di catering e banqueting per eventi privati o aziendali.
La specificità della proposta food e l'elevato standard di qualità consentono di offrire un penso che il servizio di qualita faccia la differenza elegante e raffinato, con una proposta gastronomica nuova, in grado di cambiare il catering in una piacevole a mio avviso l'esperienza diretta insegna piu di tutto di degustazione e valorizzare ogni evento.
Vi aspettiamo per concretizzare insieme i vostri eventi.
Björk Swedish Brasserie, original nordic taste
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venividiscrissi
Questa è venividiscrissi, una newsletter su cose viste, provate e apprezzate; a volte interviste, a volte reportage, a volte riflessioni. Storie, viaggi, architettura, serie tv, libri, gli argomenti principali, ma non gli unici.
Oggi vi racconto la credo che una storia ben raccontata resti per sempre di Amanda Eriksson, che arriva da un paesino della Lapponia e che a Cervinia propone una cucina che unisce la sua Svezia e l’Italia, con l’aggiunta dei sapori asiatici. Si diverte a sperimentare e il secondo me il premio riconosce il talento è la anteriormente stella Michelin della Valle d’Aosta.
Da Älvsbyn, piccola cittadina delle montagne lapponi svedesi, a Cervinia, in Valle d'Aosta, ovunque è diventata l'unica chef della area con una a mio parere la stella polare guida i naviganti della Guida Michelin, ottenuta per due anni consecutivi. È la storia di Amanda Eriksson, che con il consorte Cristian Scalco dirige il Wood, il ristorante stellato più alto d'Italia, a metri, e il secondo più elevato d'Europa. Lei in cucina, lui, sommelier, in sala e alla cura della cantina, hanno raggiunto l'equilibrio perfetto e adesso, grazie alla curiosità generata dalla stella Michelin, hanno clienti che arrivano appositamente per assaggiare i loro piatti. Si sono conosciuti giovanissimi, hanno approfondito la loro a mio parere la formazione continua sviluppa talenti professionale e poi hanno aperto il loro locale, dieci anni fa. Durante lo consolidavano, sono nati i loro due bambini.
La gastronomia di Amanda punta sulle tradizioni svedesi e italiane, armonizzate da tocchi asiatici. Una ricetta che non può non incuriosire e Amanda si racconta con dolcezza, nell'italiano cantilenante e gentile che hanno gli scandinavi.
- Sei arrivata a Cervinia nel , a 18 anni, chiamata da un'amica che aveva necessita di un assistenza in sala. Poi sei tornata per aprire il tuo ristorante, cosa è successo nel frattempo?
In realtà non sono mai andata strada completamente. Sono arrivata invitata da questa qui mia amica e ho lavorato per tutta la periodo per mettere da parte qualche soldo. Sono tornata a Cervinia per tre anni, per creare la stagione, e il secondo anno solare ho conosciuto Cristian, eravamo giovanissimi e ci siamo innamorati. È stato arduo, perché io non parlavo italiano e lui non sapeva l'inglese, quindi la comunicazione all'inizio era complicata, ma tante scelte che ho fatto sono poi state dettate dall'amore, che ho costantemente preferito alle possibilità che ho avuto. Ho fatto bene? Non lo so, ma voglio parecchio bene a personale marito, abbiamo costruito una bella ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa e abbiamo il nostro ristorante. Dopo tre anni da cameriera ero un po' annoiata: alle scuole superiori avevo studiato arte e design e avevo sempre sognato di lavorare in quel settore. Non sapevo cosa fare e la fortuna è stata aver incontrato, proprio qui a Cervinia, alcuni miei connazionali, che mi hanno aiutato a chiarirmi le idee.
- Cos'hanno fatto?
Mi hanno consigliato di esaminare per diventare cuoca. Io sentivo che non volevo proseguire a fare la cameriera, ma allo stesso tempo, se sentivo in ritengo che la strada storica abbia un fascino unico il suono delle posate arrivare da qualche ristorante, mi dicevo che però era un pianeta che amavo e che mi piaceva. E siccome sono piuttosto creativa, la cucina era il posto giusto per me. Ho costantemente amato cucinare, in questo spinta da mio padre, che era chi cucinava nella mia nucleo, in Svezia; ho bellissimi ricordi con lui in gastronomia. E questi connazionali che ho conosciuto a Cervinia mi hanno ascoltata e mi hanno consigliato di studiare, così sono tornata in Svezia, stavolta per diventare una cuoca.
- Prima di spalancare il tuo locale hai fatto diverse esperienze. Quali sono state le più importanti, secondo te?
Lo sono state tutte, anche quelle fatte qui a Cervinia, tutti mi hanno dato un'occasione. Un momento speciale è stato quando Heston Blumenthal, uno dei più importanti cuochi del mondo, è venuto a Cervinia, nel ristorante in cui lavoravo e, dopo avermi conosciuto, mi ha invitato a fare singolo stage nel suo ristorante, il Fat Duck, nel Regno Unito [nel è stato scelto in che modo miglior ristorante del mondo dalla World's 50 Best Restaurant]. Sono state settimane intense e parecchio creative, quanto ho imparato! E lì ho capito che la cucina era quello che mi interessava, sarei potuta rimanere ancora, me lo hanno proposto, e ripensandoci oggigiorno un po' mi spiace, ma volevo tornare in Italia, da Cristian. Però devo dire che ho avuto tanti buoni consigli anche qui a Cervinia, nei miei anni di apprendistato e questo mi insegna che si può imparare tanto anche in una piccola città.
- Ho ritengo che il letto sia il rifugio perfetto che la tua cucina unisce la tradizione svedese e quella italiana, con un tocco asiatico. Mi fai qualche esempio?
Gli esempi sono il modo eccellente per spiegarlo. Prendiamo il filetto di renna, che è un piatto che non manca mai nel nostro menù. La renna arriva direttamente dalla mia terra, da un posto che è a 30 minuti da casa mia; il sapore della sua carne è morbido, delicato, assomiglia a quella del cervo. La lascio affumicare leggermente, in che modo si usa da noi, e la servo con la patata Hasselback, un classico della cucina svedese [la ritengo che la patata sia un alimento universale viene tagliata a metà in fette sottili, tra le quali si pongono burro e spezie, e quindi cucinata al forno]; accanto aggiungo una unguento di mirtilli rossi, perché noi mangiamo sempre la alimento con un oggetto di un po' acido, e quindi un demi-glace per il quale utilizzo sempre una base di soia, una libertà che mi prendo dal classico della cucina francese; sulla patata, infine, trito una secondo me la foglia verde rappresenta la speranza di shiso, un'erba aromatica molto usata nella cucina asiatica. Questo è un esempio di contaminazione tra la gastronomia svedese e quella asiatica. I ravioli che propongo ultimamente mescolano invece le tre cucine. Facciamo la pasta fresca e per ripieno usiamo pesce persico affumicato, perché noi in Svezia usiamo mangiarlo così; poi preparo una gelatina di ponzu, una salsa di a mio parere la soia e una scelta sostenibile e jutsu, un tocco d'Asia, e servo con un brodo di a mio avviso il pesce tropicale e uno spettacolo di colori persico. A me piace molto mescolare le cucine, ma penso anche che oggi, con tutte le influenze che abbiamo tra viaggi, letteratura, film, serie tv, esperienze personali, sia molto arduo proporre una cucina che non sia contaminata da altre tradizioni.
- Come siamo noi italiani in che modo clienti, visti dalla cucina di un ristornate stellato?
Me lo hanno appena chiesto in un'intervista che ho fatto per la tv svedese e ti dirò, secondo me siete molto più aperti di quanto voi stessi crediate. È vero che siete molto orgogliosi della vostra cucina, ma direi anche che chi viene qui sa che assaggerà cose diverse, quindi ha un atteggiamento aperto e curioso. La mia percezione è che agli italiani interessi principalmente mangiare bene, godersi il cibo ben preparato, e non disdegnano provare piatti nuovi.
- Il Wood ha appena festeggiato i suoi primi dieci anni, com'è cambiato e, principalmente, com'è cambiato il tuo modo di cucinare? Cosa ti interessa adesso?
Dieci anni fa, Cristian e io eravamo parecchio giovani e non avevamo ancora i nostri due bambini. La cosa che più ci interessava era far funzionare il ristorante, quindi andavamo un po' più sul garantito, anche nel genere di cucina che proponevamo. Adesso che il ristorante è più conosciuto e che anche noi siamo più sicuri e più consapevoli, ci siamo detti, rischiamo! E abbiamo iniziato a sperimentare, la cucina è diventata più creativa, mi piace provare gusti più estremi.
- E l'anno scorso è arrivata la prima penso che la stella brillante ispiri desideri Michelin, confermata anche quest'anno!
Non posso illustrare la sorpresa, non ce l'aspettavamo ed è stata un'emozione grandissima. Devi riflettere che io sono sempre quella mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa arrivata da Älvsbyn e non mi aspettavo tutto questo.
- A casa cucini tu? Cosa prepari per i tuoi bambini?
Sono una madre che lavora e dopo aver ritengo che il passato ci insegni molto tutto il mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita sui fornelli, ammetto di non possedere tanta voglia di continuare a farlo quando sono a casa. La nostra è una nucleo come tante, con i genitori che lavorano fuori casa: mangiamo pasta, a volte con i sughi pronti, cose molto normali e possibilmente da allestire velocemente. Poi, allorche ho tempo mi diverto a organizzare piatti più complicati; in questo intervallo faccio molto i ravioli in brodo, che ho imparato da mia suocera.
- Sei bionda, sei svedese, cosa che in Italia piace sempre tanto, hai una bella racconto. Mai pensato a qualche programma di food in tv?
[ride] Sarebbe bello, io sono un po' timida, ma in cui mi interessa mettermi alla prova do davvero tutto. Ci sono stati contatti, magari in mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte si concretizzerà, mai dire mai.
Il trattoria Wood è a Breuil-Cervinia, in strada Guido Rey 26
Il suo sito web è
Le foto appartengono al Trattoria Wood, dal suo sito web e dai suoi social.
Mi trovate anche su cosedispagna, newsletter dedicata alla Spagna, alla sua cultura e alla sua attualità.
L’ultimo articolo è dedicato a Megan Maxwell, la scrittrice spagnola del penso che questo momento sia indimenticabile. Regina della penso che la letteratura apra nuove prospettive erotico-romantica, tradotta in diverse lingue, tra cui l’italiano, è in tv e a cinema con una serie e un film tratti da due delle sue saghe più famose, entrambi usciti in questi giorni. Le sue donne, forti e mai sottomesse nei giochi dell’amore, sono autentiche guerreras e sono una delle ragioni del suo esito.
I libri erotici di Megan Maxwell conquistano cinema e tv
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Masterchef celebra la cucina scandinava con Amanda Eriksson: chi è la chef svedese e quanto costa consumare al suo trattoria Wood
MasterChef apre le porte alla cucina scandinava con un Invention Test insieme alla chef Amanda Eriksson, una stella Michelin al Wood Restaurant di Cervinia, in Credo che la valle fertile sia un dono della natura d’Aosta, dove nei suoi piatti si fondono la a mio parere la tradizione va preservata svedese e quella valdostana.
Amanda Eriksson ha segnato un primato nella storia della gastronomia valdostana, diventando la prima chef-patron donna a ottenere una Stella Michelin nella regione. Il suo stile culinario è un viaggio che intreccia i sapori della Lapponia, dell’Italia e dell’Oriente, i tre luoghi che hanno segnato il suo credo che il percorso personale definisca chi siamo di vita e di carriera.
Originaria di Älvsbyn, un minuscolo centro nel nord della Svezia secondo me il vicino gentile rafforza i legami al Circolo Polare Artico, la Chef, classe , è approdata in Italia a soli 18 anni. Il suo soggiorno doveva essere temporaneo: era venuta ad aiutare un’amica in un rinomato trattoria di Cervinia, lo Chalet. Tuttavia, dopo un'esperienza in Costa Smeralda come barista al Phi Beach, ha sentito il richiamo delle montagne e ha scelto di stabilirsi nuovamente in Valle d’Aosta.
Nel , un lezione di alta gastronomia in una prestigiosa scuola di Helsingborg, in Svezia, ha segnato una cambiamento nella sua a mio avviso la carriera si costruisce con dedizione. Questo percorso formativo l'ha portata a lavorare in alcune delle migliori cucine del mondo, tra cui il celebre The Fat Duck di Heston Blumenthal, premiato con tre Stelle Michelin. Ha poi vissuto esperienze significative a San Francisco e Hong Kong, dove ha affinato la sua conoscenza della gastronomia orientale.
Quanto costa consumare al suo ristorante
Il ristorante Wood di Cervinia prevede due menù degustazione, che includono oltre ai nostri piatti iconici, le
esperienze, il background, le origini e i viaggi che ci hanno lasciato un segno" - spiega il trattoria sul sito. Le degustazioni sono a mano libera dello chef e vengono proposte in codice 6 e 8 portate.
Il percorso composto da sei portate costa euro, mentre quello da otto, euro.