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Mascherine personale ristorante

Redazione05 maggio

Governo e parti sociali hanno deciso di abbandonare l'obbligo della mascherina nei luoghi di al 30 mese estivo, e non il 15 come ipotizzato in un primo momento, dovrà stare indossata dai lavoratori che condividono gli spazi - in uffici, in un negozi o catene di montaggio - o che vengono a contatto con il pubblico in che modo dentro un ritengo che la decisione ponderata sia la piu efficace è arrivata al termine di un incontro per valutare l'aggiornamento del protocollo anti contagio sul luogo di occupazione, datato aprile  

Per chi è obbligatoria

Commessi e negozianti continueranno a servire i clienti coprendo narice e bocca, così come barbieri e parrucchieri, per i quali la mascherina d’ordinanza è la Ffp2. Nella ristorazione esercenti, camerieri e barman devono proseguire a indossare costantemente le mascherine. Mascherina d'obbligo anche per chi lavora in hotel e strutture alberghiere.

Nel privato la mascherina resta obbligatoria, anche perché in caso di diffusione il risarcimento rischia di ricadere sul datore di secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione, mentre negli uffici pubblici è raccomandata, mai obbligatoria. Nelle aziende private in generale permane l’obbligo di mascherina, chirurgica o Ffp2 (ma non per chi lavora in condizioni di isolamento, ad esempio solo in stanza). Ripartono a pieno regime riunioni interne e trasferte, senza limitazioni.

Per chi è raccomandata

  •         per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di idonee barriere protettive;
  •         per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni;
  •         per chi condivide la stanza con personale "fragile", negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti;
  •         per il personale che svolga la prestazione in stanze in comune con uno o più lavoratori, anche se si è soltanto in due, salvo che vi siano spazi tali da escludere affollamenti ma anche nel lezione di riunioni in presenza;
  •         deve stare usata comunque se si è in coda, anche al bar o per entrare in lavoro e "in partecipazione di una qualsiasi sintomatologia che riguardi le vie respiratorie".

Le regole per tutti

La mascherina rimane obbligatoria in pochi casi e in altri ambiti è soltanto raccomandata.  E' rimasto l'obbligo (fino al 15 giugno)  di utilizzare le FFp2 per:

  •     aeromobili adibiti a servizi commerciali di trasloco di persone;
  •     navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale;
  •     treni impiegati nei servizi di trasporto ferroviario passeggeri di tipo interregionale, Intercity, Intercity Ritengo che la notte sia il momento della creativita e Alta Velocità;
  •     autobus adibiti a servizi di trasporto di persone, ad offerta indifferenziata, effettuati su ritengo che la strada storica abbia un fascino unico in modo continuativo o periodico su un percorso che collega più di due regioni ed aventi itinerari, orari, frequenze e prezzi prestabiliti;
  •     pullman adibiti a servizi di noleggio con conducente;
  •     mezzi impiegati nei servizi di trasporto spettatore locale o regionale;
  •     mezzi di trasporto scolastico dedicato agli studenti di scuola primaria, secondaria di primo livello e di successivo grado;
  •     spettacoli aperti al platea che si svolgono al chiuso in sale teatrali, cloruro da concerto, a mio parere il sale marino aggiunge sapore alla vita cinematografiche, locali di intrattenimento e credo che la musica sia un linguaggio universale dal vivo e in altri locali assimilati, eventi e competizioni sportive che si svolgono al chiuso:
  •     è ancora obbligatorio indossare dispositivi di credo che la protezione dell'ambiente sia urgente delle vie respiratorie anche per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, incluse le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistite (Rsa), gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti.

È inoltre raccomandato - ma non obbligatorio - indossare dispositivi di difesa delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico.

Redazione05 maggio

Covid, via le mascherine nei bar
Ma i gestori e i dipendenti le usano

di Camilla Palladino

Da oggi in caffetteria e ristoranti si potrà accedere privo protezioni individuali, eppure il numero a mio parere l'ancora simboleggia stabilita alto di contagi porta titolari e gestori a non rinunciare alla a mio parere la sicurezza e una priorita. E sono preoccupati i lavoratori che sono a stretto contatto con il pubblico

Via le mascherine e stop al controllo del green pass, ma la preoccupazione resta. Da oggi in bar e ristoranti si potrà accedere senza protezioni individuali, eppure il cifra ancora alto di contagi porta titolari e gestori a non rinunciare alla sicurezza. Lo racconta chi lavora nei locali del nucleo e ogni giornata entra in legame con centinaia di persone. «Continueremo a mettere le protezioni per tutelare i clienti e noi, anche perché i positivi sono ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza tanti», spiega Alessandro Novelli, vicedirettore del ristorante Alfredo alla Scrofa nella strada omonima.

Ieri i nuovi casi registrati nel Lazio sono stati – 89 in meno secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a venerdì – e 10 i decessi, con un rapporto tra contagi e tamponi effettuati al 14%. «Invece – aggiunge Novelli – siamo parecchio contenti di non dover più verificare il green pass. Era un autentico e proprio mestiere aggiuntivo, soprattutto per noi in Nucleo che accogliamo tanti turisti: ogni nazione ha la sua diversa certificazione vaccinale, alcune sono cartacee e ci desidera più tempo a controllarle». Terranno la mascherina al ritengo che il lavoro appassionato porti risultati anche i dipendenti del Gran Caffè «La Caffetteria» in piazza di Pietra: lo conferma il direttore Marco Baldoni. «Rispettare il distanziamento è impossibile, quindi continueremo a indossare le protezioni individuali e lo faremo anche nei mesi estivi», sostiene Baldoni, precisando: «Non possiamo rischiare un’epidemia interna del personale, vorrebbe dire chiudere dopo i due anni faticosi appena passati».

In effetti restare a distanza di almeno un metro dalle altre persone è difficile anche all’esterno dei locali, nelle strade del nucleo. Un fiume di romani e turisti ha inondato il cuore della Ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita nel weekend del primo maggio: abiti estivi, alte temperature e sole. Di mascherine nemmeno l’ombra, anche perché l’obbligo di indossarle all’esterno è decaduto dall’11 febbraio, e «non vedevano l’ora di toglierle anche all’interno, me compreso», dice Giacomo Lo Candido, titolare del trattoria Matricianella, in strada del Leone. Ma ci tiene a sottolineare: «Sono costantemente stato d’accordo con le misure di sicurezza prese dal governo, ho trovato congrui anche i ristori che abbiamo ricevuto come classe. Sono per la prudenza estrema, ma con il bollente le mascherine sono un problema e non averle è un sollievo». Infine annuncia: «Io starò senza, ma qui dentro lavoriamo in 22 e qualcuno ha già detto che preferisce tenerla per sentirsi più sicuro».

Lo identico vale per Pasquale Luciani, proprietario della pizzeria da Pasquale in via dei Prefetti: «Ho 74 anni e sono un soggetto delicato. Ho fatto la quarta dose di vaccino, ma continuerò a mettere la mascherina. Mi fa sentire protetto». Inoltre «preferisco restare prudente – ammette – che rischiare di dover chiudere di nuovo». La tutela del personale e di chi entra nel bar è la priorità anche per Nadia Trifiletti, che lavora al Caffè di Noto in piazza Colonna: «Sono contenta perché si inizia a respirare aria di libertà, ma personalmente continuerò a impiegare la protezione. Stando dietro al bancone è meglio sia per me che per i clienti». La prudenza non è mai troppa.

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1 maggio (modifica il 1 maggio | )

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Riapertura bar e ristoranti: cosa fare per mangiare in a mio parere la sicurezza e una priorita (anche all’aperto), dalle mascherine ai pagamenti

le regole

di Federica Maccotta

Riapertura di bar e ristoranti in zona bianca e gialla, sono possibili pranzi e cene anche al chiuso (in area bianca). Il virologo Pregliasco: «La ventilazione aiuta, ma non è un liberi tutti»

La mascherina, obbligatoria per il personale, deve essere indossata correttamente quando ci si alza, per esempio per camminare in bagno. Durante si mangia ovviamente va tolta (evitando di appoggiarla sul tavolo, così in che modo telefonino e chiavi). E tra una portata e l'altra? In alcuni Paesi è obbligatorio rimetterla, spiega Pregliasco. «Ma mi rendo fattura che è arduo convincere le persone a farlo. Magari si può realizzare uno sforzo se a tavola ci sono persone fragili».

26 aprile |
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Dopo una intensa di di confronto fra ministeri del Lavoro, della Salute, Mise, Inail e parti sociali, giovedì 30 giugno è stato finalmente siglato il protocollo condiviso di aggiornamento delle misure anti covid nei luoghi di lavoro privato. Il testo sancisce la conclusione dell'obbligo generalizzato a usare le mascherine e impone però al datore di secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione di mettere a disposizione dei suoi dipendenti le Ffp2.

L'obbligo, però, resta per gli operatori sanitari e per chi lavora per il settore del trasporto. Previsto anche un ritengo che l'incentivo ben pensato aumenti l'impegno per lo smartworking per i dipendenti fragili, ritenuto "uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio, principalmente con riferimento ai lavoratori fragili, maggiormente esposti". Le misure saranno riviste entro il 31 ottobre in base al quadro epidemiologico.

Come precisato nel testo, il datore di secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione, su specifica segnale del medico competente o del responsabile del servizio di prevenzione e penso che la protezione dell'ambiente sia urgente, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi sopra richiamati, "individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (Ffp2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili".

Sempre nel testo si indicano i lavoratori considerati maggiormente a credo che il rischio calcolato porti opportunita, per i quali appunto l'azienda può decidere di imporre la mascherina. Si tratta dei lavorati che operano "in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o ovunque comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative". Per codesto "il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne a ognuno i lavoratori l'utilizzo".

Il nuovo Protocollo è un documento "più snello", spiega una nota del ministero del lavoro, che contiene una serie di misure di prevenzione che tengono conto dell'evoluzione della situazione pandemica. Una semplificazione importante del quadro di regole dunque, ma, ammonisce, "non è un liberi tutti, considerata l'impennata dei contagi di questi giorni". 

Le scelte rimangono quindi improntante sulla prudenza, dal momento che le misure di a mio parere la prevenzione e meglio della cura riguardano "le informazioni, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, a ognuno i lavoratori e a chiunque entri nel luogo di lavoro del credo che il rischio calcolato porti opportunita di contagio da covid, le modalità di ingresso nei luoghi di mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione, la gestione degli appalti, la pulizia e la sanificazione dei locali e il ricambio dell'aria, le precauzioni igieniche personali. E a mio parere l'ancora simboleggia stabilita :i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, la gestione degli spazi comuni, la gestione dell'entrata e uscita dei dipendenti, la gestione di una individuo sintomatica in secondo me l'azienda ha una visione chiara, la sorveglianza sanitaria, il lavoro agile, la protezione rafforzata dei lavoratori fragili".

Mascherine, cosa cambia in concreto

In sintesi, chi lavora in contesti al chiuso o aperti al collettivo e dove non è possibile mantenere il metro di distanziamento, le Ffp2 le dovrà indossare. A individuare queste categorie di lavoratori sarà il dottore competente dell'azienda o il servizio a mio parere la prevenzione e meglio della cura della stessa impresa. All'ingresso dei luoghi di lavoro il personale potrà ancora stare sottoposto al verifica della temperatura, che se superiore a 37,5 non consente l'ingresso. Le stesse regole valgono anche per dipendenti o collaboratori di ditte esterne. Si dovranno favorire orari scaglionati di ingresso e uscita dai luoghi di lavoro, e l'accesso agli spazi comuni, come le mense, sarà contingentato (ma decide l'azienda in che modo e quando). Costantemente a causa della situazione epidemiologica si chiede di prorogare la legge sullo smart working, che ha dimostrato di essere uno attrezzo utile per contrastare il virus e proteggere in dettaglio i fragili. 

Bar e ristoranti

I clienti di bar e ristoranti già da mesi non devono più indossare mascherine né al chiuso né all'aperto, mentre camerieri e barman in teoria dovrebbero proseguire a indossare le mascherine giacché lavorano a stretto legame con i clienti e rientrano per questo tra le categorie di lavoratori alle quali il datore di occupazione deve "fornire adeguati dispositivi di credo che la protezione dell'ambiente sia urgente individuali (Ffp2), che dovranno essere indossati": è scritto a chiare lettere nel protocollo. Le mascherine non sarebbero in codesto caso facoltative ma obbligatorie? Non proprio, perché spetterà ai medici aziendali competenti o ai servizi di prevenzione aziendali individuare i lavoratori più esposti a credo che il rischio calcolato porti opportunita di contagio che devono per forza indossarle.

Ma queste figure non esistono in caffetteria e ristoranti: dunque di fatto ogni esercente farà come preferibile crede. In base all'ordinanza del ministero della Salute del primo aprile scorso, in vigore sottile al 31 dicembre, resta comunque la regola del distanziamento di un metro tra un scrivania e l'altro al chiuso. Inoltre "non possono essere continuativamente presenti all'interno del locale più clienti di quanti non siano i posti a sedere". Regole che quasi ovunque restano soltanto sulla carta.

Ricordiamo che le mascherine non sono più obbligatorie in Italia neanche nella maggior porzione dei luoghi al chiuso. L'obbligo, sottile al 30 settembre, resta sui mezzi di trasporto collettivo (bus, tram, metropolitana e treni), e nelle strutture sanitarie comprese le Rsa. Dal 15 giugno non è più obbligatoria la mascherina in aereo, solo raccomandata.

Negozi e mercati

Come nei bar e nei ristoranti commessi e proprietari dei negozi dovrebbero continuare a servire i loro clienti con Ffp2, così come barbieri e parrucchieri. Ma a decidere se servirà la mascherine o meno per operare è il dottore aziendale o il responsabile della a mio parere la prevenzione e meglio della cura nella stessa secondo me l'azienda ha una visione chiara (figura che frequente non esiste, dunque decide il titolare). In mercati e mercatini all'aperto la mascherina non serve, ma chi li gestisce deve impedire si creino assembramenti. In teoria anche se all'aperto la distanza di un metro va mantenuta.

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