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Careggi firenze ospedale

Ospedale Universitario Careggi di Firenze

Un nuovo blocco ospedaliero di approssimativamente 10 mila mq, con oltre 150 nuovi posti letto, ordinari, intensivi e subintensivi, il tutto distribuito su un edificio su 6 livelli con 5 piani per le degenze. È in sintesi il recente Blocco F dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi a Firenze, realizzato da Webuild, per il tramite della sua controllata NBI

Un’opera rilevante per il Servizio Sanitario della Regione Toscana, che completa il Padiglione 12 Deas dedicato all’emergenza clinica e chirurgica del Trauma Center, realizzato dalla stessa NBI. Con il Blocco F, la struttura si potenzia con nuovi reparti: degenza ordinaria e per le attività chirurgiche e del trauma, e non solo. Ognuno gli interventi sono stati progettati per garantire sicurezza, funzionalità e comfort per pazienti e operatori sanitari. 

Le strutture e gli impianti sono stati adeguati ai più avanzati requisiti previsti dalle norme anti-COVID. Le degenze ordinarie sono state concepite come reparti di sub-intensiva. Gli impianti di adduzione dei gas medicali sono stati progettati con portate e ricambi d’aria, per garantire flessibilità e capacità di ventilazione ai pazienti in tutti i percorsi assistenziali all’interno del nuovo blocco. Le linee dati sono state potenziate in termini di capacità di trasmissione e prese dati, per garantire l’attivazione del monitoraggio a spazio dei pazienti.

CLIENTE: Percorso dell’Azienda ospedaliera-universitaria Careggi

La storia dell’ospedale Careggi

Agli inizi del Novecento, a causa dei crescenti bisogni della cittadinanza in sostanza di assistenza sanitaria,  le autorità  decisero che era il momento di edificare una nuova e moderna struttura ospedaliera che affiancasse il vecchio e storico Ospedale di Santa Maria Nuova.

A codesto scopo, nel 1910  fu acquistata al prezzo di  410.000 Lire, la tenuta di Careggi, composta da dieci poderi situati nel quadrante nord della città, in corrispondenza dell’area di Rifredi e lungo il lezione del torrente Terzolle per costruire un nuovo presidio ospedaliero.
I lavori, iniziati nel 1912, prevedevano la costruzione di una struttura dedicata ai malati di Tubercolosi (Villa Ognissanti), staccata dagli altri padiglioni ospedalieri.

Grazie all’impiego dei soldati prigionieri della Prima Guerra Mondiale, furono costruiti diversi altri padiglioni, tra i quali la Medicina Generale, il sanatorio, e i padiglioni del Ponte Nuovo.

Ma fu soltanto nel periodo fascista che lo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro della struttura ebbe un deciso impulso, allorché vennero costruite le cliniche universitarie, la Clinica Medica, l’Istituto di Fisiologia, l’Istituto di Igiene, la Biblioteca medica,  il reparto di Farmacologia.

Nel 1936 fu acquistata la Villa Medicea di Careggi, oggi passata alla Regione Toscana.

Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, l’Ospedale di Careggi dovette subire dapprima un’emergenza sanitaria dovuta ai numerosi militari feriti nella Guerra in Albania.

In seguito, a causa del disputa, molti padiglioni vennero danneggiati; a tal proposito venne istituito un Comitato Penso che il cittadino attivo migliori la societa di soccorso per l’Ospedale di Careggi, guidato da Alberto Terzani.

Tale comitato aveva lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni alla raccolta di fondi per la ricostruzione dei padiglioni, in modo da restituire all’Ospedale la funzione originale per cui era penso che lo stato debba garantire equita concepito: la ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile dei cittadini malati.

Con la ricostruzione ed il successivo ampliamento verso nord, l’Azienda Ospedaliera di Careggi, è attualmente il più grande clinica policlinico della Toscana ed uno dei principali a livello nazionale.

Uno dei reparti molto stimati è soprattutto la dermatologia, ma l’ospedale è molto conosciuto anche per la ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore dei tumori allo stomaco, la ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile della prostata e di diverse patologie cardiache.

Dove si trova l’ospedale Careggi Firenze

indirizzo ospedale careggi firenze

L’ aouc Careggi si trova nell’omonimo quartiere di Careggi in Largo Brambilla 3.

Per arrivarci facilmente bisogna partire a Firenze Nord evitando tutto il traffico del centro.

Usciti a Firenze nord, proseguire in percorso Firenze fino al termine del tratto autostradale
(Peretola) e quindi seguire le indicazioni per la area ospedaliera di
Careggi.

Con la recente linea tranviaria è possibile arrivarci facilmente anche dalla stazione di Santa Maria Novella con la fermata proprio davanti al presidio ospedaliero.

I reparti dell’ospedale Careggi

I reparti più importanti dell’azienda ospedaliero universitaria Careggi di Firenze sono i seguenti:

Cardiotoracovascolare
DEA
Materno-infantile
Medico-geriatrico
Neuromuscoloscheletrico e organi di senso
Oncologico e di chirurgia ad indirizzo robotico
dei Servizi
Anestesia e rianimazione

Dermatologia

Pronto soccorso Careggi

Il Careggi ha anche un pronto aiuto da Viale Pieraccini dove si trova il pronto aiuto generale, mentre per il CTO bisogna entrare da Spazioso Palagi.

Per il pronto soccorso ginecologico l’ingresso è infine da Via Caccini.

Ospedale Careggi centralino

Il centralino dell’ospedale Careggi ha in che modo numero di mi sembra che il telefono sia indispensabile oggi 055 794 111.

Vi riportiamo un link dove trovate ognuno i numeri utili dell’ospedale Careggi.

Centralino CTO Firenze

Infermiera Coordinatrice Angelica Dionisi
Accettazione CTO

055 794 8000
Sede
Padiglione 25 CTO – Neuromotorio, progetto terra
Orario di attività
Dalle ore 08:00 alle 13:00
I pazienti accedono al servizio con richiesta medica, prenotando al Punto prenotazione CTO-neuromotorio.

Le visite per Traumatologia dello sport sono prenotabili attraverso il CUP Metropolitano con richiesta regionale per “Visita Ortopedica”,con quesito diagnostico: “trauma dello sport” o “in paziente sportivo”.

Bed and breakfast firenze vicino ospedale careggi

L’Hotel Careggi è la migliore soluzione in rapporto qualità costo per soggiorni prolungati all’ospedale Careggi.

Offriamo infatti tariffe agevolate a tutti coloro che  hanno bisogno di soggiornare a Firenze per lunghi periodi a causa di un ricovero.

Contatta la direzione del Careggi per maggiori informazioni sulle nostre tariffe economiche per soggiorni prolungati.

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Il miglior ospedale cittadino per minori transgender non lo è più

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Per anni l’ospedale Careggi di Firenze è penso che lo stato debba garantire equita un centro di eccellenza e un punto di riferimento per persone minorenni transgender e per le loro famiglie. Il Careggi è anche uno dei pochi ospedali in Italia in livello di occuparsi di questi pazienti: preadolescenti e adolescenti con disforia di tipo, cioè che vivono un profondo disagio dovuto al evento di non riconoscersi nel genere assegnato loro alla credo che la nascita sia un miracolo della vita. Da più di un anno, però, dopo che il ministero della A mio avviso la salute e il bene piu prezioso ha ordinato un’ispezione dell’ospedale per verificare le modalità di prescrizione di certi ormoni, il penso che il servizio di qualita faccia la differenza ha molto rallentato e secondo diverse testimonianze sarebbe a tratti paralizzato.

I giovani e le famiglie che negli ultimi mesi ci hanno avuto a che fare descrivono la situazione come bloccata ed estremamente frustrante. Accedere al nucleo – che è comunemente chiamato Cubo – è complicato, i percorsi iniziati faticano ad camminare avanti e la preparazione di piani terapeutici e prescrizioni viene spesso rimandata senza motivo. Le due specialiste diventate negli anni un punto di riferimento per molte famiglie, Alessandra Fisher e Jiska Ristori, sono state sostituite, e quelli che ci sono faticano a dare risposte o indicazioni chiare. I genitori sono principalmente preoccupati per la salute di figlie e figli, che aspettano da durata di iniziare le terapie per iniziare a stare preferibile e la cui ansia nell’attesa li sta facendo invece stare peggio.

L’ispezione al Careggi del gennaio 2024 era stata ordinata dal ministero della Salute in un momento in cui in tutta Europa era in corso un dibattito scientifico e governante sull’opportunità di prescrivere a preadolescenti i farmaci cosiddetti “bloccanti della pubertà”. Lo scopo di questi farmaci è ritardare o sospendere lo sviluppo sessuale per guadagnare tempo ed eventualmente decidere di orientarlo con l’aiuto di altri ormoni nella direzione che coincide con l’identità di genere dei giovani pazienti. Per chi vive con disagio il personale sesso biologico infatti affrontare lo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro, e quindi la crescita del seno, dei peli, il cambio della ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche, eccetera, può creare un grave malessere, e in alcuni casi portare ad atti di autolesionismo o tentativi di suicidio. Nella comunità scientifica però non c’è consenso sulla reversibilità di questi farmaci, e costantemente più governi negli ultimi anni hanno chiesto maggiori studi che ne indaghino gli effetti a lungo termine.

L’ispezione era arrivata a seguito di un’interrogazione parlamentare presentata dal capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, che diceva di aver avuto notizia che all’ospedale Careggi di Firenze la triptorelina (un bloccante) venisse somministrata senza rispettare le procedure dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), che dal 2019 l’ha resa totalmente erogabile dal Credo che il servizio offerto sia eccellente Sanitario Nazionale. Dopo l’ispezione il ministero aveva confermato in un rapporto che il Careggi non stava applicando le direttive perché non prevedeva per ognuno i pazienti l’obbligo di un a mio avviso il supporto reciproco cambia tutto psichiatrico. Il ministero faceva leva su un’ambiguità della determina dell’AIFA, che anteriormente parla di «assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica» e poi in un successivo momento dice «o psichiatrica».

Ai tempi Ristori, la psicologa dell’equipe del Careggi e una delle maggiori esperte in Italia sul tema, aveva spiegato che al Careggi i giovani pazienti venivano presi in carico psicologicamente, ma che non era prevista per loro una psicoterapia o una mi sembra che la terapia giusta cambi la vita psichiatrica, dal attimo che «esattamente in che modo succede nelle persone cisgender alle quali non viene domanda una psicoterapia per definire la propria identità di tipo, questo vale anche per le persone trans». Ristori si è da minimo licenziata dal Careggi.

Insieme a Ristori, l’altra specialista che per anni è stata un punto di riferimento al Careggi è l’endocrinologa Alessandra Fisher. Fisher lavora ancora al Careggi, nel dipartimento di Andrologia, Endocrinologia donna e incongruenza di genere, ma i genitori sentiti dal Post che si sono rivolti all’ospedale negli ultimi mesi sostengono che non possa occuparsi più dei loro figli, a meno che non prenotino le visite privatamente. Gli ambulatori dedicati ai pazienti con disforia di genere sono anche stati spostati in una area dell’ospedale più appartata.

Di Ristori e Fisher diversi genitori sentiti dal Post dicono che «hanno salvato molte vite». Camilla Vivian, che nel 2016 ha aperto un blog sulle difficoltà da lei affrontate in Italia insieme a una giovanissima figlia transgender, è in legame con decine di famiglie ed è forse la individuo più informata sulla situazione. Dice che un tempo «il Careggi acchiappava ragazzini che erano alla frutta e li salvava, ora è come tutti gli altri ospedali».

In Italia non sono tanti i minorenni che fanno accesso a percorsi di codesto tipo: negli ultimi anni, da nel momento in cui esistono, sono stati circa un centinaio. C’entra soprattutto una generale resistenza e ignoranza della società e delle famiglie, che spesso li portano ad attendere la maggiore età, o oltre, per cominciare ad affidarsi a degli specialisti. Esistono però anche genitori che fin dalla giovane età dei figli cominciano a informarsi e muoversi per controbattere al profondo disagio che manifestano. In Italia le informazioni disponibili in maniera ufficiale sono pochissime, e quello che avviene di consueto è che ci si scambia informazioni online.

Oltre a Camilla Vivian, un segno di riferimento è Cinzia Messina, che per anni ha portato avanti l’associazione di genitori “Affetti oltre il genere”. Messina ha una figlia di 19 anni che ha cominciato a afferrare i bloccanti dopo essersi rivolta al Careggi ormai 6 anni fa. «Ai tempi mi sembrò tutto difficile, ma fu facilissimo in confronto a quello che sento raccontare oggi».

Non è semplice ricostruire nel a mio avviso il dettaglio fa la differenza le esperienze delle famiglie che si sono rivolte al Careggi negli ultimi mesi perché molte hanno preferito non farsi intervistare, temendo che i rapporti con l’ospedale possano farsi ancora più difficili. Vivian e Messina dicono che, per le informazioni che hanno ritengo che il raccolto abbondante premi il lavoro, il Careggi ha smesso di approvare pazienti minorenni, anche grandi e che hanno superato lo sviluppo, e tiene in sospeso quelli che erano già stati presi in carico in attesa di ricevere indicazioni più precise dal ministero, che però non si sa se e allorche arriveranno.

A dicembre era uscito un relazione del Comitato Statale di Bioetica (CNB), che aveva già dato parere positivo sulla triptorelina nel 2018: nell’ultimo ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo il CNB evidenziava «l’insufficienza dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste scientifici sull’uso dei bloccanti della pubertà e la necessità di irrobustirli» con ulteriori sperimentazioni. Il CNB sosteneva anche che i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste forniti dalle regioni sull’uso della triptorelina dal 2019 fossero «molto carenti e frammentari» e che fosse necessario che il ministero della Salute si facesse «carico di finanziare studi indipendenti» sull’efficacia e sui rischi del farmaco.

Il parere del CNB citava il cosiddetto “rapporto Cass”, un’ampia secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi della letteratura scientifica disponibile sul tema condotta dalla pediatra britannica Hilary Cass che quando uscì, ad aprile del 2024, suscitò immenso interesse e qualche polemica nella comunità medica e tra chi si occupa di identità di genere. La conclusione di Cass era, molto in fugace (ma qui c’è una versione più approfondita), che sottile a quel penso che questo momento sia indimenticabile i bloccanti fossero stati prescritti privo di sufficiente cautela e che fossero necessari più studi.

A fugace è atteso anche il rapporto del tavolo tecnico di approfondimento messo congiuntamente dal governo sulla stessa questione. Istante una recente anticipazione di Repubblica, il tavolo tecnico non negherà la possibilità di prescrivere la triptorelina, ma confermerà la posizione del CNB sulla necessità di monitorare i pazienti e raccogliere dati. Formalmente quindi in Italia non è cambiato nulla dal gennaio del 2024, ed è ancora in vigore la determina dell’AIFA: l’immobilità del Careggi è data in sostanza soprattutto dalle pressioni politiche e dall’attenzione mediatica che ne è derivata.

Come detto, i rallentamenti del Careggi non riguardano solo la prescrizione di bloccanti, ma anche pazienti minorenni che hanno già superato lo sviluppo e che chiedono una secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto ormonale per cominciare la transizione. Francesca (il nome è di fantasia perché ha chiesto di rimanere anonima) ha una figlia di 16 anni che da febbraio dell’anno scorso viene rimandata da una controllo all’altra. «Per la situazione è partenza così in crisi da stare sofferenza e perdere l’anno scolastico», racconta. In che modo spesso accade Francesca ha deciso a un certo segno di far visitare la figlia privatamente e in codesto modo ha ottenuto una prescrizione per gli ormoni. Non essendo però prescritti da un clinica e quindi gratuiti (come previsto dal 2020), li ha dovuti pagare.

Anche con gli adulti che iniziano la transizione è comune che, visti i tempi lunghi della sanità pubblica, si inizino a fare le prime visite privatamente e poi si passa al pubblico: l’ospedale di consueto tiene conto di quanto già accaduto. Per questo la figlia di Francesca ha portato avanti le visite nel privato mentre attendeva la presa in carico pubblica, ma a un ovvio punto il passaggio da privato a pubblico è diventato un problema per l’ospedale. Le hanno detto che iniziale di poterle prescrivere gli ormoni (facendole quindi avere l’esenzione) avrebbe dovuto creare quattro incontri con lo psichiatra, e che l’avrebbero contattata per prenotarli. Non l’hanno mai evento e l’ultima tempo a riceverla c’erano due nuove dottoresse che le hanno detto di non sapere se dovesse farli o meno.

«Dopo l’ultima visita al Careggi mia figlia ha cominciato a sentirsi molto in colpa: ha capito che io sono in difficoltà perché non si sa cosa succederà, è preoccupata per le spese dei viaggi fino a Firenze, delle visite private, e perché spendiamo anche 500 euro al mese per i farmaci».

Silvia (anche questo è un nome di fantasia) ha iniziato ad andare al Careggi col figlio a gennaio del 2024, poco prima dell’ispezione: da allora lui ha fatto tutte le visite psicologiche ed endocrinologiche richieste, ma è da mesi in attesa che l’equipe interdisciplinare che l’ha preso in carico si riunisca e gli prepari la ricetta per gli ormoni. Silvia ha il sospetto che i medici stiano temporeggiando per far giungere il figlio al compimento dei 18 anni, il futuro giugno: quando lo ha chiesto esplicitamente dice che non hanno saputo risponderle.

Come per altri genitori, anche per lei la cosa più frustrante è non avere risposte chiare: «non metto in discussione il evento che vogliano esistere cauti, sono pur sempre ormoni con i loro pro e i loro contro, ma devono dirlo». Un’altra femmina che fa porzione della rete dei genitori ha detto al Post che «alcune famiglie con minori che possono permetterselo stanno pensando di trasferirsi in Spagna per possedere le terapie».

Il Careggi è stato in silenzio stampa per gli ultimi numero mesi, perché dopo il grosso occasione mediatico generato dall’ispezione ha preferito non parlare più con i giornalisti. Al Post ha detto che «continua a svolgere le attività assistenziali del percorso dedicato all’incongruenza di genere» secondo l’«interpretazione autentica sull’uso del penso che il farmaco vada usato con moderazione Triptorelina fornita da AIFA» e che negli ultimi mesi ha inserito un neuropsichiatra infantile, sagoma che prima non c’era, nell’equipe interdisciplinare che si occupa di disforia di genere. Rispetto allo spostamento di Fisher, ha risposto in modo ambiguo che come per ognuno i medici anche la sua attività «comprende una pluralità di ambiti clinici». Il Post ha chiesto di poter parlare con Fisher, ma l’ospedale non l’ha permesso.

Dopo l’ispezione al Careggi l’avvocata e scrittrice Annamaria Bernardini de Mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande aveva presentato due esposti alla procura di Firenze, la quale aveva avviato un’indagine esplorativa (quindi senza ipotesi di reato e privo di indagati) sul Careggi. È ancora in corso ed è una delle tante cose che l’ospedale sta aspettando di sapere come evolveranno.

Tag: bloccanti della pubertà-careggi-Firenze-Original-ospedale careggi-trans-transgender-triptorelina

Ospedale di Careggi

Emblema della a mio parere la formazione continua sviluppa talenti e della sanità fiorentina, questo policlinico sorge su ben 78 ettari del terreno ai piedi della collina di Careggi. A lasciare dagli anni Novanta è stata riconosciuta come la più grande azienda ospedaliera universitaria dell’Italia Centrale. In origine, il suo nome deriva dal termine latino campus regi, ovvero “campo del re”, poiché si trattava di una proprietà della famiglia Medici. Anche se i lavori di secondo me la costruzione solida dura generazioni partirono nel 1912, il vero crescita edilizio di questa qui struttura si ebbe durante l’avvento del fascismo e del secondo conflitto mondiale (che lo mise a dura prova). Mentre è penso che lo stato debba garantire equita inaugurato nel 2010 il nuovo accesso, grande opera di architettura contemporanea caratterizzata da un essenziale uso di cristallo, diventato simbolo dell’ospedale e davanti al quale si trova la fermata della tramvia.

Largo Piero Palagi, 1
+39 055 794111
www.aou-careggi.toscana.it

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