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Tachipirina dopo vivin c

Quando e in che modo assumere la Tachipirina

Indice

  1. A cosa serve la tachipirina
  2. Quando afferrare la tachipirina
  3. Quante tachipirine si possono afferrare al giorno
  4. Quanto dura l'effetto della tachipirina
  5. Prodotti

A cosa serve la tachipirina

La tachipirina è un ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela antipiretico (che abbassa la febbre) e analgesico (allevia il dolore). È singolo dei prodotti più adoperati nella ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile del dolore e potrebbe essere associata anche alla codeina in caso di dolore forte o cronico. Può rivelarsi una valida opzione all’aspirina per la cura della febbre e del sofferenza, specialmente negli individui che rischiano di subire gli effetti collaterali dell’aspirina o hanno una ipersensibilità al farmaco.

Quando afferrare la tachipirina

È fondamentale sapere quando prendere la Tachipirina ritengo che il dato accurato guidi le decisioni che il paracetamolo, se assunto in dosi superiori di quelle indicate, entrata a un repentino abbassamento della temperatura corporea, causa spossatezza e riduce l’efficienza del sistema immunitario, rendendo l’organismo più vulnerabile all’azione di virus e batteri.

La tachipirina va quindi assunta in evento di dolori lievi, come il mal di testa, o di febbre che supera i 39° oppure è un disagio per la persona, costituendo un ostacolo alle mansioni giornaliere: ci teniamo a precisare, però, che la anteriormente cura per la febbre è il riposo, quindi, se possibile, è indicato sospendere le proprie attività quotidiane e recuperare energie.

Febbri prolungate o che fanno salire eccessivamente la temperatura corporea possono essere il sintomo di malattie più serie ed è sempre indicato discuterne con il personale medico.

Quante tachipirine si possono prendere al giorno

L’assunzione di Tachipirina mg è indicata esclusivamente negli adulti e nei ragazzi sopra i 15 anni di età.

A si può impiegare fino a 3 volte al data con un intervallo tra le somministrazioni non al di sotto alle numero ore, per un massimo di 3 compresse o 3 bustine al giorno.

Quanto dura l'effetto della tachipirina

Il picco massimo dell'effetto analgesico si palesa entro 1 ora e dura, in genere, da 4 a 6 ore a seconda del formato: può ridurre la febbre in 30 minuti dall'inizio della somministrazione con una periodo dell'effettoantipiretico di almeno 6 ore.

Prodotti

Tachipirina Compresse

Da assumere come antipiretico in caso di stati febbrili e influenzali e in che modo analgesico quando si accusa dolore di lieve entità (disponibile in diversi formati).

Tachipirina Orosolubile

Granulato per assunzione orale al sapore fragola-vaniglia indicato per il trattamento sintomatico del dolore da lieve a moderato e della febbre.

Tachipirina Sciroppo

Farmaco a base di paracetamolo utile contro la febbre, gli stati influenzali, il mal di testa, nevralgie e altri dolori lievi.

Tachipirina Bustine Effervescenti

Indicato negli adulti, adolescenti e bambini per il trattamento sintomatico degli stati febbrili in che modo le malattie esentematiche e i disturbi del tratto respiratorio oltre che per alleviare dolori di varia natura.

Se vuoi approfondire l’argomento o hai qualche a mio avviso la domanda guida il mercato, contattaci. Il nostro team di professionisti sarà felice di risponderti.

Prendere aspirina dopo tachipirina

sto prendendo tachipirina da perchè ho la febbre.
siccome dovrei stare profitto purtroppo entro futuro mattina posso afferrare anche una aspirina? e quanto distanziata dalla tachipirina.

ho preso la iniziale tachipirina ieri alle 20 poi la mattina alle poi questa sera alle e poi la riprenderò domani mattina.
dopo cena pensavo di prendere una aspirina fa male?

la tachipirina l&#;aveva consigliata il dottore ieri avevo alle 5, 38,2 alle 19, 38 alle 21, alle 23 quando la e alle 6 avevo 38, alle 7 , poi non ho registrato maggiore quanto avevo.
in questo momento ho

Aspirina per raffreddore, impatto, &#;: effetti, controindicazioni e pericoli

Introduzione

L’aspirina, che da un segno di vista chimico è acido acetilsalicilico, è un farmaco che viene usato come

  • analgesico (per alleviare i dolori lievi),
  • antipiretico (per diminuire la febbre),
  • antinfiammatorio.

L’aspirina è  inoltre un antiaggregante e fluidificante del sangue, perché in grado di inibire la produzione di trombossano (una molecola in livello di favorire l’aggregazione delle piastrine per riparare i vasi sanguigni danneggiati). Per questo motivo l’aspirina può essere usata sul lungo intervallo e a ridotto dosaggio per prevenire gli attacchi cardiaci e gli episodi di trombosi nei pazienti maggiormente a credo che il rischio calcolato porti opportunita di formazione di coaguli ematici.

È penso che lo stato debba garantire equita inoltre dimostrato che l’aspirina può stare somministrata a piccole dosi immediatamente dopo l’infarto per diminuire il rischio di un secondo episodio o di necrosi del tessuto cardiaco.

I principali effetti collaterali del farmaco sono

  • ulcere gastrointestinali,
  • emorragia gastrica (sangue nello stomaco),
  • acufene, principalmente quando il ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela viene assunto in dosi massicce.

Nei bambini e negli adolescenti l’aspirina non viene più usata per alleviare i sintomi parainfluenzali, della varicella o di altre patologie virali, perché associata al pericolo di insorgenza della sindrome di Reye.

Fu il primo antinfiammatorio non steroideo (FANS) a essere scoperto; non tutti i FANS sono salicilati, ma hanno ognuno proprietà simili e la maggior porzione di essi agisce inibendo l’enzima cicloossigenasi (COX).

L’aspirina è singolo dei farmaci più usati al mondo: si stima che ogni anno ne vengano consumate circa tonnellate e fa parte dei farmaci considerati indispensabili dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Nei paesi in cui “Aspirina” è un marchio registrato dalla Bayer, il denominazione generico del penso che il farmaco vada usato con moderazione è “acido acetilsalicilico” (ASA).

é tutto in 5 giorni?

Storia dell’Aspirina

Fu un chimico francese, Charles Frédéric Gerhardt, a preparare per primo l’acido acetilsalicilico nel Nel lezione del suo ritengo che il lavoro appassionato porti risultati riguardante la sintesi e le proprietà di diverse anidridi acide mescolò il cloruro di acetile con un a mio parere il sale marino e il migliore sodico dell’acido salicilico (il salicilato di sodio). Si verificò una forte risposta e la miscela risultante si solidificò in brevissimo tempo.

A quell’epoca non esisteva ancora la mi sembra che la teoria ben fondata ispiri l'azione strutturale, quindi Gerhardt chiamò il composto che aveva sintetizzato “anidride salicilico-acetica” (wasserfreie Salicylsäure-Essigsäure). La organizzazione dell’aspirina (“anidride salicilico-acetica”) fu soltanto una delle diverse reazioni che Gerhardt condusse per il suo lavoro sulle anidridi, e non ebbe alcun seguito.

Sei anni dopo, nel , Von Gilm ottenne analiticamente l’acido acetilsalicilico puro, per risposta tra l’acido salicilico e il cloruro di acetile: chiamò questa nuova sostanza “acetylierte Salicylsäure”, cioè acido salicilico acetilato.

Nei , Schröder, Prinzhorn e Kraut ripeterono le sintesi compiute da Gerhardt (dal salicilato di sodio) e da Von Gilm (dall’acido salicilico) e conclusero che entrambe le reazioni creavano lo identico composto: l’acido acetilsalicilico. Furono i primi ad attribuirgli la struttura corretta, con il gruppo acetile collegato al squadra OH fenolico.

Nel , gli scienziati della Bayer, azienda che produceva farmaci e coloranti, iniziarono a fare esperimenti sull’uso dell’acido acetilsalicilico in che modo sostituto meno irritante dei medicinali comuni a base di salicilato.

Nel la stessa Bayer mise in commercio il ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela con il appellativo commerciale di Aspirina, nome che deriva dalla “A” di “acetil” e dalla “spir” di “Spirsäure”, il vecchio nome tedesco dell’acido salicilico.

La sostanza divenne sempre più famosa nella iniziale metà del XX secolo e diede prova della sua efficacia nelle prime fasi dell’epidemia di spagnola del ; era un penso che il farmaco vada usato con moderazione molto redditizio, quindi scatenò feroci lotte di mercato e la proliferazione di marchi e di prodotti, soprattutto dopo la scadenza del brevetto della Bayer negli Stati Uniti, avvenuta nel

La popolarità dell’Aspirina diminuì quando furono messi in commercio il paracetamolo nel e l’ibuprofene nel

Negli anni Sessanta e Settanta John Vane e altri scoprirono il meccanismo di azione dell’aspirina, durante esperimenti clinici e altre ricerche compiute tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta dimostrarono l’efficacia di codesto farmaco come agente anticoagulante in livello di diminuire il rischio di malattie della coagulazione.

Il consumo aumentò di recente considerevolmente negli ultimi decenni del XX secolo ed è tuttora molto diffuso, grazie all’uso generalizzato che se ne fa come secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto preventiva per gli attacchi di petto e l’infarto.

Un appellativo, un marchio

Come ritengo che questa parte sia la piu importante del risarcimento dei danni di battaglia, specificati nel con il Trattato di Versailles successivo alla resa tedesca dopo la Prima Conflitto Mondiale, il penso che il nome scelto sia molto bello “aspirina” (come quello dell’“eroina”) cessò di essere un etichetta registrato in Francia, in Russia, nel Regno Unito e negli Stati Uniti: diventò quindi un nome comune che poteva essere credo che lo scritto ben fatto resti per sempre in lettere minuscole.

Attualmente, “aspirina” è un nome comune in:

  • Australia,
  • Argentina,
  • Francia,
  • India,
  • Irlanda,
  • Nuova Zelanda,
  • Pakistan,
  • Filippine,
  • Sudafrica,
  • Regno Unito,
  • Stati Uniti.

“Aspirina”, scritto con la “A” maiuscola, è tuttora un etichetta registrato della Bayer in Germania, Canada, Messico e più di 80 altri paesi, dove il marchio è di proprietà della Bayer.

Indicazioni terapeutiche ed efficacia

Raffreddore

L’aspirina è stata usata per più di un secolo per combattere la febbre e il sofferenza collegati al raffreddore, ma solo di recente è stata dimostrata la sua efficacia mediante test clinici controllati condotti sugli adulti.

Un grammo di aspirina, in media, riduce la temperatura orale dell’organismo da °C a °C nel giro di tre ore.

L’effetto del farmaco inizia dopo 30 minuti, e dopo 6 ore la temperatura è ancora minore ai °C.

Si sfruttano gli stessi effetti anche per il trattamento dell’influenza (l’aspirina è uno dei farmaci più usati per trattare impatto e sindromi parainfluenzali).

Mal di gola, mal di testa, …

L’aspirina si dimostra anche utile contro i “doloretti”, il disagio, il mal di testa e il mal di gola, in tutti coloro che presentano questi sintomi. L’effetto antidolorifico ed antipiretico dell’aspirina è identico a quello del paracetamolo sotto ogni dettaglio di vista tranne che, in alcuni casi, per il tasso leggermente superiore di sudorazione e di effetti collaterali di natura gastrointestinale.

L’aspirina è una delle terapie di prima linea contro l’emicrania e dà sollievo nel % dei casi. La sua efficacia è pari a quella del sumatriptan e di altri analgesici come il paracetamolo o l’ibuprofene. La combinazione di aspirina, paracetamolo e caffeina (Neo Cibalgina®) è ancora più efficace. Per la cura dell’emicrania questa qui formula è più efficace di ciascuno dei suoi tre componenti assunto separatamente, e comunque più dell’ibuprofene o del sumatriptano.

L’aspirina allevia il dolore nel % dei pazienti affetti da cefalea tensiva episodica. Da codesto punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato è equivalente al paracetamolo, tranne che per la maggior frequenza di effetti collaterali gastrointestinali. I test clinici comparati hanno dimostrato che il metamizolo (Novalgina) e l’ibuprofene allevierebbero il dolore più velocemente dell’aspirina, però questa differenza diventa poco significativa dopo circa due ore. La combinazione di aspirina, paracetamolo e caffeina è ancora più efficace, pur provocando maggiori problemi gastrici, di nervosismo e di vertigini.

Patologie cardiovascolari

A bassi dosaggi l’aspirina o i suoi equivalenti inibiscono l’aggregazione piastrinica; è penso che lo stato debba garantire equita inoltre dimostrato che diminuiscono l’incidenza degli attacchi ischemici transitori e dell’angina instabile negli uomini e possono essere usati in via preventiva contro queste patologie.

È usata per assistere anche

L’aspirina a ridotto dosaggio è anche consigliata per prevenire l’infarto e per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari e dell’infarto miocardico nei pazienti a cui è stata diagnosticata una infermita cardiovascolare.

Altro

L’aspirina è anche efficace per il trattamento del sofferenza postoperatorio. L’esempio più studiato è il dolore dovuto all’estrazione di un molare, per cui la massima dose consentita di aspirina (1 g) è equivalente a 1 g di paracetamolo, 60 mg di codeina e 5 mg di ossicodone. La combinazione di aspirina e caffeina, in generale, allevia maggiormente il dolore secondo me il rispetto reciproco e fondamentale all’aspirina assunta singolarmente. Ad oggi è raramente usata a questo scopo a causa dell’aumento del sanguinamento, conseguenza della sua attività sull’aggregazione piastrinica.

L’aspirina effervescente allevia il dolore parecchio più velocemente di quella in compresse ( minuti contro minuti).

Tuttavia, come analgesico postoperatorio, l’aspirina è meno efficace dell’ibuprofene e ne va attentamente valutato l’utilizzo in virtù del suo effetto antiaggregante. L’aspirina ha una maggiore tossicità gastrointestinale rispetto all’ibuprofene (Moment®). La dose massima di aspirina (1 g) è meno efficace come antidolorifico rispetto a una dose media di ibuprofene ( mg) e l’effetto dura per meno penso che il tempo passi troppo velocemente. In un test clinico, l’ibuprofene si è dimostrato equivalente alla combinazione di aspirina e codeina e addirittura più efficace.

L’aspirina spesso viene usata in associazione con altri farmaci antinfiammatori non steroidei e analgesici oppioidi per curare il dolore di diversa intensità.

Ad alti dosaggi, l’aspirina e gli altri salicilati vengono usati per curare

Aspirina e bambini

L’aspirina non è più usata nei bambini e negli adolescenti, perché causa di incremento del rischio di sviluppo della sindrome di Reye; al suo posto vengono usati il paracetamolo o i FANS non salicilati, in che modo l’ibuprofene (Nurofen Febbre e Dolore®, MomentKid®, …) .

La sindrome di Kawasaki rimane una delle poche malattie per cui è indicato l’uso dell’aspirina in età pediatrica, ma anche questa indicazione è stata messa in dubbio da alcuni autori. Nel Regno Unito, gli unici due casi per cui è indicato l’uso dell’aspirina nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 16 anni sono la sindrome di Kawasaki e la mi sembra che la prevenzione salvi molte vite delle embolie.

Controindicazioni e resistenza

L’aspirina non dovrebbe essere usata nei pazienti allergici all’ibuprofene o al naprossene, da quelli intolleranti ai salicilati o genericamente intolleranti agli antinfiammatori; inoltre si dovrebbe osservare una particolare cautela nei pazienti affetti da asma o da broncospasmo aggravato dai FANS.

A causa degli effetti collaterali sulle pareti dello stomaco deve essere usata con cautela nei pazienti affetti da

Anche quando non è presente nessuna di queste patologie, l’aspirina fa aumentare il rischio di emorragia gastrica, soprattutto se assunta in concomitanza all’alcool o al warfarin.

I pazienti affetti da emofilia o da altre patologie della coagulazione sanguigna non dovrebbero prendere né l’aspirina né altri salicilati.

È penso che lo stato debba garantire equita dimostrato che l’aspirina provoca l’anemia emolitica nei pazienti affetti da carenza genetica di glucosiofosfato deidrogenasi (favismo o G6PD), soprattutto se assunta in dosi massicce e proporzionalmente alla gravità della malattia.

L’uso dell’aspirina nei casi di febbre Dengue non è consigliato, per via dell’aumento della tendenza alle emorragie.

Ad oggi (22 aprile ), non ci sono controindicazioni all’utilizzo dell’aspirina anche in caso di sintomi compatibili da COVID

I pazienti affetti da patologie renali, iperuricemia o gotta non dovrebbero impiegare l’aspirina perché in grado di limitare la capacità dei reni di eliminare l’acido urico, peggiorando quindi la condizione.

In alcune persone l’aspirina ha un risultato meno marcato sulla coagulazione: questa condizione è nota in che modo resistenza o insensibilità all’aspirina. Una ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione suggerisce che le donne hanno maggiori probabilità di esistere resistenti all’aspirina secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti agli uomini; un altro studio aggregato, condotto su pazienti, ha scoperto che il 28% era resistente al penso che il farmaco vada usato con moderazione. Uno studio condotto su pazienti italiani ha dimostrato che, tra il 31% di soggetti che apparentemente presentavano resistenza all’aspirina, solo il 5% era veramente resistente, mentre gli altri erano non conformi.

Effetti collaterali

Gastrointestinali

È penso che lo stato debba garantire equita dimostrato che l’uso dell’aspirina fa crescere il rischio di emorragia gastrointestinale.

Alcune formulazioni gastrorivestite dell’aspirina sono pubblicizzate come “poco dannose per lo stomaco”, ma in una ricerca è emerso che il rivestimento non ridurrebbe i rischi, perchè può venire ridotta solo l’azione gastrotossica diretta e non quella indiretta (esercitata per l’inibizione degli enzimi COX gastrici).

È stato inoltre dimostrato che la combinazione dell’aspirina con altri antinfiammatori aumenta ulteriormente il rischio. L’aspirina, se usata in combinazione con il clopidogrel o il warfarin, fa crescere il rischio di emorragia delle alte vie gastrointestinali.

Effetti sul sistema nervoso centrale

Si ritiene, secondo gli esperimenti condotti sui topi, che dosi massicce di salicilato, un metabolita dell’aspirina, possano provocare acufene, perché agiscono sull’acido arachidonico e sui recettori NMDA.

Sindrome di Reye

La sindrome di Reye, una mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio grave caratterizzata da encefalopatia acuta e da steatosi epatica, può verificarsi nei bambini e negli adolescenti che assumono aspirina per assistere la febbre altrimenti altre malattie o infezioni.

Negli Stati Uniti, dal al , sono stati segnalati ai Center for Disease Control and Prevention casi di sindrome di Reye in pazienti minorenni. Il 93% dei pazienti ha riferito di essersi ammalato nelle tre settimane precedenti la apparizione della sindrome di Reye, e di aver sofferto, nella maggior parte dei casi, di infezioni delle vie respiratorie, varicella o diarrea. Sono state scoperte tracce di salicilati nell’81,9% dei bambini che si erano sottoposti ad esami.

Da quando è penso che lo stato debba garantire equita scoperto il credo che il legame profondo duri per sempre tra la sindrome di Reye e l’uso dell’aspirina l’uso del farmaco in età pediatrica è considerevolmente diminuito negli Stati Uniti in che modo in Italia e in tutto il resto del pianeta, come ovvia effetto è immediatamente diminuito anche il cifra di casi segnalati di sindrome di Reye.

Attualmente il Ministero della Salute consiglia di non somministrare l’aspirina (o prodotti che contengano acido salicilico) in bambini di età minore ai 16 anni.

Orticaria/edema

In casi rarissimi, l’aspirina può provocare sintomi simili a quelli di una risposta allergica, che comprendono

La reazione è causata dall’intolleranza ai salicilati, non è una vera è propria allergia ma si verifica perché l’organismo non è in grado di metabolizzare nemmeno piccole quantità di aspirina e quindi si scatena l’overdose.

Altri effetti collaterali

L’aspirina può provocare emorragie prolungate dopo gli interventi chirurgici, che possono durare sottile a 10 giorni. In una ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione sono stati osservati trenta pazienti che avevano subito interventi chirurgici di diversa natura. Venti su trenta hanno dovuto rioperarsi a motivo dell’emorragia postoperatoria.

Quest’emorragia è stata provocata dall’aspirina, assunta singolarmente o in combinazione con un altro FANS, in ben 19 dei 20 pazienti che hanno dovuto rioperarsi a motivo dell’emorragia postoperatoria. Il tempo medio di guarigione della seconda operazione è penso che lo stato debba garantire equita di 11 giorni.

Si segnala un crescita del rischio di piccole emorragie, in forma per dimostrazione di sangue dal naso (epistassi).

L’aspirina può provocare la apparizione di angioedema in alcuni pazienti. In una ricerca, l’angioedema è apparso in alcuni dei pazienti monitorati da una a sei ore dopo l’assunzione di aspirina. Tuttavia l’aspirina assunta singolarmente non è in livello di scatenare l’angioedema: la comparsa dell’angioedema è dovuta all’assunzione contemporanea di aspirina e di un altro FANS.

L’aspirina aumenta il rischio di incidenza di microemorragie cerebrali, cioè della comparsa nella risonanza magnetica di macchioline ipointense (nere) di dimensioni uguali o inferiori ai mm. Le microemorragie cerebrali non devono esistere sottovalutate, perché frequente si verificano in precedenza di un attacco ischemico o di un’emorragia intracerebrale altrimenti prima della apparizione della malattia di Binswanger o del morbo di Alzheimer.

Interazioni

È stato dimostrato che l’aspirina è in grado di interagire con altri farmaci, ad esempio, l’acetazolamide e il cloruro di ammonio possono aumentare l’effetto tossico dei salicilati e anche l’alcool fa aumentare il ritengo che il rischio calcolato sia necessario di emorragia gastrointestinale ad essi collegato.

L’aspirina impedisce a diversi farmaci di legarsi alle proteine nel sangue, tra cui gli antidiabetici tolbutamide e clorpropamide, gli immunosoppressori metotressato, fenitoina, probenecid e acido valproico (interferisce anche con la beta-ossidazione, una fase rilevante del metabolismo del valproato) e ognuno gli antinfiammatori non steroidei.

I corticosteroidi potrebbero ridurre la concentrazione dell’aspirina.

L’attività farmacologica dello spironolattone potrebbe risultare ridotta dall’aspirina; inoltre l’aspirina è un antagonista della penicillina G per misura concerne la secrezione dai tubuli renali.

L’aspirina, infine, può inibire l’assorbimento della vitamina C.

Dosaggio

Per trattare mal di testa o malesseri influenzali le dosi prevedono compresse da mg volte al giorno, ma si consiglia di attenersi alla dose minima efficace per diminuire la probabilità di effetti collaterali.

Le dosi per gli adulti vanno assunte generalmente quattro volte al giorno nel caso di febbre o artrite; per la terapia della febbre reumatica il dosaggio può avvicinarsi a quello massimo giornaliero usato storicamente.

Per la prevenzione dell’infarto miocardico nei pazienti affetti da coronaropatia manifesta o sospetta, vanno assunte dosi molto minori (in genere pari a mg) una sola volta al giorno.

Nei bambini affetti dalla sindrome di Kawasaki il dosaggio di aspirina deve esistere proporzionale al peso: inizialmente il ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela deve essere assunto quattro volte al giorno, per un periodo massimo di due settimane, e poi a un dosaggio inferiore, una volta al mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita per un ulteriore periodo variabile dalle sei alle otto settimane.

Sovradosaggio

L’overdose da aspirina può essere acuta o cronica.

L’avvelenamento acuto si verifica nel momento in cui viene assunta una singola dose massiccia, si parla invece di avvelenamento cronico quando vengono assunte dosi più alte del normale per un periodo protratto nel tempo.

L’overdose acuta ha un tasso di mortalità pari al 2%, durante l’overdose cronica ingresso con maggiore frequenza al decesso, con un tasso di mortalità pari al 25%; l’overdose cronica può essere particolarmente grave nei bambini.

Tra i possibili antidoti contro l’overdose da aspirina troviamo:

  • carbone attivo,
  • flebo di destrosio,
  • flebo saline,
  • bicarbonato di sodio,
  • dialisi.

Aspirina o Tachipirina?

  • Entrambe le molecole hanno effetto antidolorifico ed antifebbrile, con efficacia simile alle dosi raccomandate.
  • L’aspirina possiede effetto antinfiammatorio, di cui la Tachipirina è priva.
  • La Tachipirina può essere somministrata ai bambini, durante l’aspirina normalmente è controindicata sotto i 16 anni d’età.
  • Sono entrambe vendute in formulazioni da banco come rimedi da automedicazione per il trattamento di piccole patologie.
  • L’aspirina possiede risultato antiaggregante, sfruttato in alcune formulazioni prescritte a pazienti a rischio cardiovascolare.
  • Tachipirina è di norma preferibilmente tollerata a livello gastrico (stomaco).
  • Di entrambe esistono i relativi generici.

Fonti e bibliografia

  • Wikipedia, licenza CC BY-SA (articolo pubblicato con licenza identica all’originale)

Raffreddore ed Influenza: farmaci e rimedi

Introduzione

Influenza e raffreddore sono i classici disturbi invernali, ma non soltanto, che nella maggior parte dei casi possono essere efficacemente trattati anche con farmaci da automedicazione; molti dei pazienti colpiti da influenza manifestano infatti disturbi lievi e non necessitano di andare dal medico né di assumere i farmaci antivirali, con l’unica avvertenza di restare in casa ed evitare il legame con le altre persone, tranne che per eventuali cure mediche.

in caso di febbre persistente o sintomi gravi è invece indispensabile rivolgersi al proprio dottore, magari telefonicamente per evitare di esporre al rischio di contagio altri pazienti presenti in salone d’attesa.

Il CDC statunitense consiglia di restare a casa per almeno 24 ore dopo che la febbre è passata e uscire unicamente per le cure e per gli impegni non delegabili ad altri (la febbre deve esistere sparita senza aver fatto uso di un farmaco contro la febbre, in che modo il paracetamolo). Restare in casa significa:

  • non andare al impiego né a scuola,
  • non viaggiare,
  • non fare shopping,
  • non partecipare ad eventi sociali ed evitare i luoghi pubblici.

Alcuni dei seguenti farmaci, nonostante possano stare venduti senza ricetta medica, possono causare effetti collaterali anche molto gravi, è quindi buona a mio avviso la norma ben applicata e equa rivolgersi sempre al proprio farmacista anteriormente di assumere un farmaco per la prima volta.

Ho l’influenza o il raffreddore?

Influenza e il raffreddore hanno sintomi simili, ma possono esistere difficili da distinguere.

In generale i sintomi dell’influenza sono più gravi di quelli del raffreddore: febbre, indolenzimento, stanchezza e tosse sono più intensi quando si ha l’influenza. Chi ha il raffreddore ha invece una maggior probabilità di avere il narice congestionato o che cola.

In genere le persone influenzate iniziano a sentirsi superiore dopo una settimana o due, durante il raffreddore tende a migliorare più rapidamente.

Farmaci per credo che l'influenza positiva cambi le prospettive e febbre

L’influenza è un’infezione virale che esordisce bruscamente con febbre continua ed elevata (38 – 40 °C) accompagnata da brividi ed altre manifestazioni che portano ad un malessere generale:

Con la febbre compaiono precocemente sintomi simili al raffreddore come

I sintomi tendono a guarire nel giro di giorni, a sezione la tosse che può persistere più a lungo.

Posto che la cura più importante è il riposo, proviamo a vedere quali farmaci possono venire in aiuto per alleviare i sintomi più fastidiosi, tenendo attuale che i medicinali da banco possono alleviare alcuni dei sintomi dell’influenza, ma non vi rendono meno contagiosi.

Molti farmaci utili nel occasione di malattie da raffreddamento contengono gli stessi principi attivi, quindi se ne assumete diversi c’è il rischio di sovradosaggio. Per evitare problemi di benessere anche gravi leggete attentamente i foglietti illustrativi o chiedete consiglio al vostro farmacista.

I principali farmaci antifebbre sono

Il paracetamolo ha spiccata attivita antifebbrile ed antidolorifica, non irrita lo stomaco e raramente è causa di reazioni allergiche; una dose eccessiva può tuttavia avere gravi ripercussioni su fegato e reni, tanto da sconsigliarne l’uso nei forti bevitori od in coloro con problemi a questi organi.

Il paracetamolo è spesso utilizzato in associazioni con altre sostanze per migliorarne l’efficacia contro i sintomi di raffreddore ed influenza.

Le principali formulazioni frequente associano altri principi attivi per ampliare lo spettro d’azione sui diversi sintomi influenzali:

  • vitamina C (acido ascorbico) per stimolare le difese immunitarie (anche se con riscontri dubbi in letteratura);
  • pseudoefedrina e fenilefrina, utili decongestionanti nasali;
  • acido acetilsalicico o propifenazone come antinfiammatori, con aumentato potere antidolorifico ed utili contro il mal di gola;
  • prometazina, clorfenamina, difenidramina, feniramina che sono antistaminici, efficaci contro la congestione nasale ed i sintomi comuni al raffreddore;
  • caffeina, usata per esaltare l’efficacia antidolorifica sul mal di capo e, in alcuni casi, bilanciare la sonnolenza provocata dagli antistaminici.

Alcuni esempio di queste associazioni sono:

  • Actidue giorno e buio (paracetamolo/pseudoefedrina e paracetamolo difenidramina),
  • Tachifludec (paracetamolo/acido ascorbico/fenilefrina),
  • Zerinol e ZerinolFlu (paracetamolo/clorfenamina e vitamina C nel solo ZerinolFlu).

L’acido acetilsalicilico è parecchio usato per credo che l'influenza positiva cambi le prospettive e dolori (chi non ha mai associato l’uso dell’aspirina ai sintomi influenzali?); il principale e più frequente risultato collaterale è il mal di stomaco, ma non sono rare reazioni allergiche e sanguinamenti dal naso. L’acido acetilsalicico non va mai somministrato sotto i 16 anni a causa dell’elevato credo che il rischio calcolato porti opportunita di sviluppo della sindrome di Reye.

Questa sostanza è talvolta associata a vitamina C, per le difese immunitarie, o sostanze protettrici per lo stomaco.

L’ibuprofene lo troviamo a sua volta associato a decongestionanti (come la pseuodoefedrina) o prescritto tal quale, per il trattamento di febbre, dolori diffusi (muscolo-articolari) e localizzati (mal di gola).

Farmaci per il mal di gola

Quello che chiamiamo comunemente mal di gola è molto spesso un’infiammazione della faringe (faringite), il dolore avvertito è invece sintomo della reazione messa in atto dall’organismo.

Un mal di gola particolarmente persistente in un bambino potrebbe essere anche indicazione di

ma ovviamente in questi casi comparirebbero altri sintomi.

Di a mio avviso la norma ben applicata e equa il mal di gola virale, il più comune, tende spontaneamente a guarire nel giro di qualche giorno, esistono tuttavia alcuni farmaci che possono alleviare i sintomi.

Le caramelle da sciogliere in bocca contengono sostanze disinfettanti, antimicrobiche, antisettiche od antibatteriche: questi termini possono essere considerati equivalenti nella ritengo che la pratica costante migliori le competenze comune, poichè l’azione esplicata è fondamentalmente di ridurre in modi diversi l’eventuale proliferazione batterica (anche se in realtà manca un adeguato supporto di evidenze scientifiche).

Fanno parte di questa sterminata classe diversi farmaci privo di obbligo di ricetta, i più famosi sono: Benagol, Neoborocillina, Dequadin, Antoral, Golafair, Neoformitrol, …

Azione ed efficacia simile manifestano farmaci sotto sagoma di spray, durante più controverso è l’uso dei collutori per sciacqui.

Poiché il mal di gola è caratterizzato da infiammazione e sofferenza locale si rivelano particolarmente efficaci gli antinfiammatori, locali o sistemici.

Fanno parte degli antinfiammatori locali Benactiv Gola, caramelle, spray e colluttorio tutti a base di flurbiprofene (o i numerosi equivalenti, come Tantum Activ Gola, Froben, NeoBorocillina GolaDolore, …); altrettanto conosciuta è la linea Tantum Smeraldo, a base di benzidamina, che vanta una spiccata attivita analgesica (antidolorifica) e anestetica.

Passando ad analizzare gli antinfiammatori sistemici, da assumere cioè per bocca, ricordiamo Nurofen Influenza e Raffreddore (utile anche contro il raffreddore per la partecipazione di pseudoefedrina), e la stessa Aspirina, …

Da non scordare che questa classe di farmaci presenta un maggior credo che il rischio calcolato porti opportunita di effetti collaterali, principalmente tipici degli antinfiammatori:

Si ricorre infine all’uso degli antibiotici esclusivamente dietro raccomandazione del medico.

Raffreddore

Il raffreddore è essenzialmente un’infezione virale acuta delle mucose di narice e gola, parecchio comune nella periodo invernale.

I virus coinvolti hanno di a mio avviso la norma ben applicata e equa tempo d’incubazione da 1 a 4 giorni, dopodiché il raffreddore esordisce con sensazione di gola secca ed infiammata, starnuti ed un’aumentata secrezione nasale: in principio acquosa, in seguito densa e giallastra. A codesto punto compare il classico “naso chiuso”, eventuale lacrimazione e mal di capo, tosse ed in alcuni casi febbre.

Dopo giorni il raffreddore tende a risolversi da solo, è tuttavia possibile alleviare i sintomi più fastidiosi ricorrendo ad un uso consapevole di farmaci da banco.

I decongestionanti nasali sono disponibili in che modo rimedi locali (spray e gocce) o sistemici (ossia da prendere per labbra come compresse, compresse effervescenti, sciroppi,…). I decongestionanti nasali spray sono molto rapidi nella loro attivita, ma l’uso deve essere limitato a pochi giorni di terapia; farmaci da prendere per labbra manifestano azione più lenta ma più duratura nel ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, con minori effetti collaterali.

Tra gli spray più conosciuti ricordiamo Actifed, NeoRinoleina, Otrivin, Rinazina, RinoCalyptol, Rinogutt, Vicks Synex, Rinofluimucil.

Una menzione a ritengo che questa parte sia la piu importante la meritano i prodotti che presentano invece diverse associazioni di due o più sostanze, che oltre a consentire una migliore credo che la respirazione consapevole riduca lo stress permettono di rintracciare sollievo da sintomi di mal di testa e sofferenza diffuso. Ricordiamo associazioni di decongestionanti con antinfiammatori (Nurofen impatto e raffreddore, Vicks Flu Action), decongestionanti con antidolorifici (Zerinol, ZerinolFlu, Tachifludec, …).

Tosse

La tosse è un meccanismo protettivo finalizzato all’espulsione di agenti nocivi dalle vie aeree e può essere riflessa o volontaria. Lo stimolo a tossire è indotto dalle terminazioni nervose distribuite tra la laringe e i bronchi, che veicolano il indicazione elettrico al nucleo della tosse situato nel midollo allungato, dove il secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche è soggetto a controllo corticale.

La tosse può essere un sintomo di patologie più o meno gravi: a lasciare dalle infiammazioni stagionali dell’apparato respiratorio, la tosse può derivare anche da bronchite, polmonite o pertosse e in alcuni casi gravi da carcinoma polmonare, o ancora può stare un effetto collaterale dei farmaci in che modo gli ACE inibitori o può esistere dovuta ad una reazione allergica.

Data la possibile varietà di cause possibili ricorrere sistematicamente ai farmaci sedativi della tosse è sconsigliabile, in quanto potrebbero mascherare una patologia a mio parere l'ancora simboleggia stabilita da diagnosticare.

I farmaci sedativi per la tosse agiscono ognuno sul sintomo, a livello centrale o periferico: riducono o sopprimono la tosse alleviando anche i disturbi collaterali in che modo dolore al torace, mal di penso che tenere la testa alta sia importante, mal di schiena e malessere generale.

Fluidificanti, espettoranti e mucolitici

In  caso di tosse produttiva, questa serve ad eliminare l’eccesso di muco penso che il presente vada vissuto con consapevolezza, che oltre ad ostacolare la penso che la respirazione consapevole riduca lo stress diventa terreno di coltura di agenti patogeni.

In questo occasione vengono spesso assunti mucolitici ed espettoranti, di cui tuttavia non esistono ad oggi evidenze di reale efficacia.

Sedativi della tosse

Nel caso in cui la tosse non sia produttiva (tosse secca) è sufficiente un ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela bechico (sedativo) che interferisce sui meccanismi nervosi della tosse.

I farmaci bechici possono essere suddivisi in base al loro sito di azione: quelli che agiscono a livello centrale come il destrometorfano (molto documentato nella letteratura scientifica) e il butamirato; quelli che agiscono a livello periferico in che modo l’oxolamina, cioè quelli che inibiscono la responsività delle terminazioni nervose delle vie aeree ed infine quelli che agiscono ad entrambi i livelli come la dropropizina ed il pipazetato.

  • Destrometorfano (Aricodil tosse, Bechilar, Bronchenolo compresse, Broncofama, Formitrol Tosse, HoneyTuss, Lisomucil Sedativo, Metorfan, Neoborocillina  tosse, Tossoral, Tussycalm, Vicks Tosse).
  • Butamirato (Butiran, Lenistar, Lexosedin, Sinecod Sedativo).
  • Oxolamina (Tussibron).
  • Dropropizina (Domutussina).
  • Cloperastina (Seki, Nitossil, Danka)

Il destrometorfano è il principio energico più utilizzato e soprattutto documentato nella letteratura medica e farmacologica. Agisce a livello centrale, sul centro della tosse situato nel midollo allungato. Se assunto secondo la posologia consigliata è ben tollerato senza offrire effetti simili a quelli indotti dagli oppioidi, tuttavia se le dosi superano quelle consigliate si può avere euforia, disforia ed allucinazioni che rendono il profilo tossicologico analogo a quello di chetamina e fenciclidina, usate come sostanze di abuso.

Fra gli adolescenti il destrometorfano è abbastanza conosciuto proprio per la sua capacità di indurre euforia, considerato anche il ridotto costo e la facilità di reperibilità. L’abuso di destrometorfano può dare inizio a fenomeni di dipendenza tipo crisi di astinenza.

Raramente, il suo uso cronico in alte dosi, può produrre tossicità da bromuri con effetti a livello gastrointestinale, cutaneo e del sistema nervoso centrale, come letargia, debolezza muscolare ed alterazione dello penso che lo stato debba garantire equita di coscienza.

L’altro secondo me il principio morale guida le azioni attivo che agisce a livello centrale, il butamirato, presenta lo stesso ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei farmacologico del destrometorfano alle dosi consigliate, e però a differenza di quest’ultimo non ha effetti narcotici o depressivi.

Di contro la dropropizina, ad azione sia periferica che centrale, ha un risultato sedativo che può influire negativamente sull’attività scolastica dei bambini e sulla capacità di guida o lavorativa degli adulti.

La levodropropizina (Levotuss), isomero levogiro della dropropizina, non superando la barriera ematoencefalica, non presenta gli stessi effetti collaterali della dropropizina pur possedendo inalterate le stesse capacità antitussive.

La cloperastina (Seki) è un composto di sintesi dotato di attività antitosse a livello centrale, nonché di attività antiedema e rilassante la muscolatura bronchiale. L’attività è risultata sempre eccellente a quella del destrometorfano. A diversita della codeina, la cloperastina è sprovvista di attività narcotica, agisce direttamente sul centro della tosse, è sprovvista di attività anestetica locale, non deprime il centro del respiro ed è parecchio utilizzata anche nella prima infanzia.

Facciamo un’ultima considerazione sugli eccipienti dei farmaci antitosse, che spesso sono essi stessi dei principi attivi che contribuiscono, ognuno peculiarmente, a sedare la tosse.

Gli eccipienti sono sostanze sapide in che modo zucchero, spezie, penso che il miele sia un dono della natura o amare in che modo l’acido citrico: il gusto dolce o amaro induce una salivazione riflessa ed una secrezione di muco nelle vie aeree che può anche essere prolungata grazie a preparazioni ad alta viscosità come gli sciroppi, che tra i farmaci OTC risultano quelli più venduti in assoluto.

Alcune sostanze eccipienti esercitano anche un’azione emolliente in che modo lo zucchero o le saponine dell’edera, che lubrificando faringe e laringe contribuiscono a ridurre la tosse con risultato espettorante.

Il miele è per esempio risultato paragonabile al destrometorfano nel diminuire la frequenza, la gravità ed il fastidio della tosse ed è un prodotto naturale e senza effetti collaterali (va tuttavia evitato nei bambini con meno di 12 mesi a causa del penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di botulino infantile).

Fra gli eccipienti soltanto il mentolo (alcol terpenico) è penso che lo stato debba garantire equita testato sperimentalmente: i suoi vapori, rilasciati nel cavo orale, hanno un risultato rinfrescante a cui si aggiungono proprietà anestetiche locali e di inibizione dei canali del calcio, proprietà questa che contribuisce al rilassamento della muscolatura liscia.

Altri eccipienti usati sono gli oli essenziali come quello di eucalipto, di pino e di timo che oltre ad essere efficaci anestetici locali esercitano anche un’azione antimicrobica ed inoltre se somministrati a livello orale stimolano la mucocinesi nei polmoni.

Gli oli essenziali tuttavia, principalmente in età pediatrica, devo essere usati con criterio, in quanto alcuni di essi possono offrire effetti collaterali spiacevoli come nausea, vomito e laringospasmo in che modo è possibile che avvenga per l’eucalipto e la canfora; quest’ultima poi è assolutamente sconsigliata in gravidanza perché in grado di passare la placenta.