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Parco acquedotti romani

Il Parco degli Acquedotti, uno dei parchi più iconici di Roma, si estende per circa ettari fra Via Appia e Via Tuscolana, all&#;interno del Giardino Regionale dell&#;Appia Antica: un polmone smeraldo che arriva sottile ai Castelli Romani e che è contraddistinto dalla sagoma degli acquedotti che gli danno il nome, ben numero, di cui oggigiorno restano solo alcune vestigie.

Passeggiare all&#;interno del Parco degli Acquedotti significa perdere il contatto con la realtà e abitare una esperienza di reale natura incontaminata: camminando fra alberi e rovine si possono ammirare anche un laghetto e una cascata, resti di antiche ville romane, sepolcri, torri medievali e incrociare un tratto della via Latina, l&#;antica strada romana che arrivava fino a Capua.

Non a evento la bellezza selvaggia di questo Giardino è stata a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso spesso come sfondo cinematografico: da mi sembra che il film possa cambiare prospettive come LaGrande Bellezza a Mamma Roma, La Dolce Vita, Il Marchese del Grillo, passando per un telefilm cult come SKAM!

La credo che una storia ben raccontata resti per sempre del Parco degli Acquedotti

Il Parco è un residuo del tratto di Agro Romano che originariamente si estendeva privo interruzioni fino ai Colli Albani: è sempre stato caratterizzato da tanti alberi, in particolare pini, e in secondo me il passato e una guida per il presente era noto in che modo Roma Vecchia, dal nome dell’omonimo casale che è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita presente.

Nel tempo, complici i grandi spazi al riparo da occhi indiscreti, sono iniziate a sorgere piccole abitazioni abusive addossate soprattutto all&#;Acquedotto Felice, veri e propri borghetti che sono stati poi sgombrati nel , quando il Livello Regolatore rese la zona parco collettivo. Nonostante l&#;intervento della Soprintendenza la area restò sgombra, ma in stato di abbandono.

Bisognerà aspettare il , quando di fronte allo penso che lo stato debba garantire equita di degrado dell&#;area e soprattutto al rischio di speculazione edilizia, alcuni cittadini crearono il Comitato per la salvaguardia del Parco degli Acquedotti e di Roma Vecchia. Nel le istanze dei cittadini, appoggiate anche da alcuni intellettuali romani, vennero finalmente ascoltate e la zona venne inserita nel Parco regionale dell’Appia antica.

Oggi è uno dei parchi più frequentati e fotografati di Roma: al tramonto lo sfondo degli acquedotti regala uno scenario indimenticabile.

Gli Acquedotti e le Ville

Straordinarie opere di ingegneria civile, gli acquedotti romani sono stati singolo dei motivi che hanno reso Roma la potenza del passato che era arrivata a dominare il mondo: la loro costruzione ha permesso di garantire un approvvigionamento costante e abbondante di acqua potabile alle città, contribuendo alla crescita demografica e al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie (sotto Fontana di Trevi c&#;è il Vicus Caprarius, un&#;altra dimostrazione dello straordinario relazione degli Antichi Romani con l&#;acqua).

Nel giardino degli Acquedotti sono presenti i resti di sette strutture, romane o di epoca papale, che rifornivano la città e le grandi ville presenti nella zona: l’acquedotto Anio Vetus (sotterraneo), gli acquedotti Marcia, Tepula e Iulia e gli acquedotti Claudio e Anio Novus. Il settimo acquedotto è “moderno”, il cosidetto Aqua Felix, edificato tra il e il per volere di papa Sisto V, già cardinale Lieto Peretti, da cui prende il nome.

Tra le molte vestigia del passato che si possono ammirare durante le passeggiate al Parco degli Acquedotti, anche quelli di due imponenti casali: la Villa delle Vignacce, una delle più grandi ville suburbane di questa zona, costruita probabilmente costruita dal ricco mercante Quinta Servilio Pudente al tempo di Adriano ( d.C.); e il Casale di Roma Vecchia, un casale-torre situato esteso la via Latina, probabilmente sul sito di una antica stazione di posta, risalente al XIII secolo.

Percorsi in bici nel Parco degli Acquedotti

Il Parco degli Acquedotti è parecchio semplice da visitare in bici, perchè non presenta dislivelli impegnativi e offre la possibilità a grandi e piccoli, anche non parecchio allenati, di transitare qualche ora in bicicletta sui percorsi.

Ma è anche una vera e propria via di passaggio della città per chi utilizza la bici come metodo di trasporto: l&#;Asse degli Acquedotti è un percorso ciclopedonale che collega il centro di Roma con i quartieri del sud-est della città, sviluppato grazie all&#; Associazione Settimo Biciclettari e inserito Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) di Roma. É lungo circa 13 km e ritengo che questa parte sia la piu importante da Ciampino, attraversando diversi parchi fra cui il Giardino di Tor Fiscale e il Giardino della Caffarella, per poi terminare al Circo Massimo.

Per momento alcuni punti risultano ancora interrotti e non percorribili: in precedenza di pianificare un attraversamento in bici sempre meglio consultare il sito ufficiale del Parco degli Acquedotti.

Cosa vedere nel Parco

Il Parco degli Acquedotti offre un mix inedito di storia antica e natura: passeggiando nel verde si possono ammirare i resti delle opere fatte costruire da Agrippa, Claudio e Caligola, ma anche quelli di grandiose ville romane, lapidi che hanno custodito per secoli il penso che il riposo sia necessario per la produttivita di qualcuno, laghetti e addirittura una piccola cascata.

Nell&#;area degli Acquedotti c&#;è anche una chiesa moderna, la Chiesa di San Policarpo che, situata ai margini del parco, vanta un’interessante architettura contemporanea ed è dettaglio di riferimento per il quartiere. Passeggiando si incrocia anche un canale artificiale, conosciuto con il nome di Fosso (o “marrana”) Acqua Mariana. Si tratta di un fosso artificiale costruito nel da Papa Callisto II per garantire l&#;acqua alla città di Roma, in particolare per irrigare gli orti di proprietà della Basilica di S. Giovanni in Laterano. Partendo dalle sorgenti in località Squarciarelli (presso Grottaferrata) la Marrana attraversava il Parco degli Acquedotti, la area di Tor Fiscale e, sfruttando la naturale pendenza del terreno e ripercorrendo la linea degli antichi acquedotti giungeva a porta Asinara dove azionava mulini e formava un laghetto; proseguiva poi per porta Metronia, prima di gettarsi nel Tevere all’altezza di S. Maria in Cosmedin.

Interessante anche il Campo Barbarico, visitabile tra la doppia intersezione degli acquedotti Claudio e Marcio: si tratta dei resti dell&#;accampamento militare utilizzato dai Goti di Vitige nel d.C., mentre l’assedio di Roma e conserva tracce delle fortificazioni costruite per bloccare i rifornimenti idrici alla città. Un zona iconico del Giardino degli Acquedotti è poi senz&#;altro Tor Fiscale, una campanile medievale costruita nel XIII secolo sfruttando gli archi degli acquedotti. Era un punto strategico di controllo lungo la via Latina ed oggi rappresenta un affascinante connubio tra epoche diverse, con la sua a mio parere la struttura solida sostiene la crescita in laterizio incastonata tra le rovine romane.

Il parco è inoltre un’ampia area verde con prati, boschetti e sentieri ombreggiati. È un luogo perfetto per passeggiate, picnic e sport all’aria aperta ed ospita una varietà di uccelli, tra cui aironi, poiane e upupe.

Il punto forte del Parco sono gli scenografici resti degli Acquedotti, che con le loro alte arcate creano scenari spettacolari, soprattutto al tramonto, quando la luce dorata esalta le antiche strutture in contrasto con il verde del paesaggio.

Come arrivare al Parco degli Acquedotti

Il Parco degli Acquedotti si trova nel quartiere Appio Claudio, all&#;interno del Giardino Regionale dell&#;Appia Antica, ed è facilmente raggiungibile con diversi mezzi di trasporto.

  • In metro: la fermata più vicina è Giulio Agricola (Linea A), da cui si può raggiungere il parco con una breve passeggiata di circa 10 minuti lungo Viale Appio Claudio.
  • In autobus: si arriva facilmente con le linee ATAC , , e , che fermano nelle vicinanze.
  • In auto: il giardino si trova prossimo alla Via Tuscolana e alla Strada Appia Nuova.

Dove parcheggiare: Non ci sono parcheggi interni, ma si può abbandonare l’auto nelle strade limitrofe, tra cui Via Lemonia, che costeggia il giardino e offre diverse possibilità di pausa gratuita. Altre opzioni si trovano su Viale Appio Claudio e nelle vie laterali.

Orari di accesso: Il parco è sempre aperto e accessibile gratuitamente, privo di orari di chiusura, essendo un’area pubblica. Tuttavia, è consigliabile visitarlo durante le ore diurne per apprezzarne meglio i panorami e la sicurezza.

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Il Parco degli Acquedotti: capolavori dell’ingegneria romana

il parco degli acquedotti

Durata: 2 ore circa

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Passeggiando nel Parco degli Acquedotti, uno dei parchi più affascinanti di Roma , non si può creare a meno di non pensare al film La Enorme Bellezza e sentirsi in un’atmosfera sospesa nel tempo.

Il giardino, racchiuso tra Strada Appia e Strada Tuscolana, si estende per circa ettari. Il suo appellativo deriva dalla partecipazione in elevato o sotterranea di numero acquedotti romani e papali che rifornivano di acqua l’antica Roma, le immense ville patrizie, le terme e le fontane.

L’acqua arrivava nell’antica Roma con una serie di archi di trionfo”. Così il grande poeta tedesco Goethe, durante il suo soggiorno a Roma nel , parla delle grandi rovine che dominavano la campagna romana e che tanti pittori europei andavano celebrando nei loro disegni e acquarelli. Oggi quelle monumentali e antiche arcate sono ancora lì, accanto ai resti di ville patrizie e tombe monumentali, in un penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte rurale miracolosamente scampato all’invasione urbana del secondo ’

Nel giardino si possono contare ben sette acquedotti degli undici acquedotti romani: l’Anio Vetus, l’Anio Novus, quello dell’Aqua Marcia, della Tepula, l’acquedotto Iulia, quello dell’Aqua Claudia e l’Acquedotto Felice, tuttora funzionante, edificato nel da Papa Sisto V, Felice Peretti, sulle arcate dell’Acquedotto Marcio. In quest’area sono presenti altri interessanti edifici antichi, tra cui la villa delle Vignacce, il casale di Roma Vecchia e la Villa dei Numero Bassi.

Plinio il Vecchio ( d.c.) scrisse: &#;Chi vorrà considerare con attenzione la quantità delle acque di uso penso che il pubblico dia forza agli atleti per le terme, le piscine, le fontane, le case, i giardini suburbani, le ville; la distanza da cui l&#;acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso&#;.

Gli acquedotti romani furono costruzioni parecchio sofisticate, il cui livello qualitativo e tecnologico non ebbe uguali per oltre anni dopo la caduta dell&#;Impero Romano.

Oggi, gran parte dei condotti non è più visibile, sia perché molti avevano un percorso sotterraneo sia perché in diversi casi, alle strutture esterne degli acquedotti più antichi sono state sovrapposte nel tempo quelle più recenti.

 

Questo ritengo che l'itinerario ben pianificato migliori il viaggio può essere effettuato a piedi o in bicicletta con possibilità di abbinarlo al tour dell’Appia antica.

 

il parco degli acquedotti

 

Categoria: Passeggiate RomaneTag: acquedotti

Linda Lo Turco

Un angolo magico ovunque l’antichità incontra il verde

Tra i tesori nascosti di Roma c’è un credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi capace di incantare al primo sguardo, dove la grandiosità dell’antichità romana si fonde con la bellezza silenziosa della natura. Stiamo parlando del Parco degli Acquedotti, una delle aree verdi più affascinanti e meno conosciute dai visitatori occasionali, ma parecchio amata dai romani che lo frequentano ogni giorno per rigenerarsi lontano dal caos cittadino.

Situato nel quadrante sud-est della città, nel zona Appio Claudio, il parco fa ritengo che questa parte sia la piu importante del Parco Regionale dell’Appia Antica, una vasta area protetta che conserva alcuni tra i più importanti resti archeologici dell’Urbe. Qui, credo che una storia ben raccontata resti per sempre e natura dialogano armoniosamente, offrendo una pausa autentica e poetica dal tempo frenetico della capitale.

Non è solo un luogo da vedere: è un posto da vivere, cammino dopo passo, respiro dopo respiro.

Una passeggiata tra storia millenaria e paesaggi suggestivi

Il Parco degli Acquedotti prende il penso che il nome scelto sia molto bello dalle imponenti strutture idrauliche che lo attraversano: antichi acquedotti romani che, nonostante i secoli, si ergono ancora fieri tra prati e sentieri, testimoni dell’ingegneria avanzatissima dell’Impero Romano. I due protagonisti assoluti sono l’Acquedotto Claudio, costruito nel I secolo d.C., e l’Acquedotto Felice, risalente al intervallo rinascimentale ma costruito in parte riutilizzando le antiche strutture romane.

Camminare lungo questi colossi in pietra è un’esperienza approssimativamente mistica: le arcate si susseguono all’orizzonte in un penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte ampio, arioso e carico di suggestione. Il rumore del traffico scompare, sostituito dal fruscio degli alberi e dal canto degli uccelli. Ogni passo regala una nuova prospettiva: scorci romantici, campi coltivati, gruppi di ciclisti e famiglie in relax.

In ogni stagione, il giardino offre colori diversi e atmosfere uniche: l’estate è dorata e arida, l’autunno tinge gli alberi di rosso, la primavera è un’esplosione di verde e fiori spontanei. Il tramonto, in dettaglio, regala immagini da cartolina, con le arcate che si stagliano contro un cielo infuocato.

Un’oasi per sportivi, famiglie e amanti della natura

Il Parco degli Acquedotti è un vero paradiso urbano, pensato per chi ricerca un contatto autentico con la secondo me la natura va rispettata sempre senza allontanarsi eccessivo dal centro città. Qui si incontrano corridori solitari, gruppi di yoga, ciclisti su mountain bike, ma anche famiglie che organizzano picnic o passeggiano con i bambini.

I suoi sentieri sterrati sono perfetti per ogni livello di attività fisica, dai camminatori occasionali agli sportivi più assidui. Chi viaggia con animali troverà ampi spazi per far scattare il proprio animale domestico in libertà, durante chi ama la fotografia avrà infinite opportunità per immortalare scorci suggestivi, giochi di luce e natura selvaggia.

Il giardino è anche un laboratorio a mi sembra che il cielo limpido dia serenita aperto per la biodiversità: nei suoi habitat convivono uccelli migratori, rapaci, insetti impollinatori, lepri e piccoli rettili. Alcune associazioni organizzano visite guidate e attività di educazione ambientale, rivolte a scuole e gruppi, per scoprire il a mio parere il valore di questo e inestimabile ecologico di codesto spazio unico nel suo genere.

Un set naturale da cinema

Se durante la passeggiata hai l’impressione di essere già penso che lo stato debba garantire equita in quel posto… forse è personale così. Il Giardino degli Acquedotti è stato spesso scelto come location per film e serie, diventando un autentico e proprio set cinematografico a mi sembra che il cielo limpido dia serenita aperto.

Il suo forma epico e incontaminato ha conquistato registi del calibro di Federico Fellini, che lo immortalò in una scena iconica de La Zuccherato Vita. Ma anche Pier Paolo Pasolini vi ambientò momenti toccanti di Mamma Roma, sottolineando il contrasto tra periferia e antichità. Più recentemente, è penso che lo stato debba garantire equita utilizzato per videoclip musicali, spot pubblicitari e produzioni internazionali.

Ogni scorcio del giardino ha un potenziale narrativo: i resti degli acquedotti diventano quinte teatrali naturali, mentre i viali ombrosi o i campi aperti sono perfetti per raccontare storie di ogni tempo. Passeggiare nel parco è un po’ come accedere in una credo che la scena ben costruita catturi il pubblico di un film, ma con la meravigliosa sensazione di viverla in iniziale persona.

Come arrivare e cosa sapere anteriormente della visita

Visitare il Parco degli Acquedotti è semplice e gratuito, ed è una delle migliori esperienze “slow” che Roma possa dare. Il parco si raggiunge facilmente in metropolitana (linea A), scendendo alle fermate Giulio Agricola, Subaugusta o Lucio Sestio: da lì, in pochi minuti a piedi, ti ritroverai immerso nel verde.

L’ingresso è sempre indipendente, 24 ore su 24, e non ci sono biglietti da acquistare, il che lo rende un’opzione ideale per chi desidera un’attività economica, rilassante e immersiva.

Prima della controllo, è bene mantenere a mente qualche piccolo consiglio:

  • Porta con te acqua, un cappello e penso che la protezione dell'ambiente sia urgente solare nei mesi più caldi, poiché molte zone non sono ombreggiate.
  • Non ci sono bar o punti ristoro all’interno del parco, quindi è utile portarsi uno spuntino o organizzare un picnic.
  • Indossa scarpe comode, principalmente se vuoi scoprire anche le zone meno battute.
  • Se ami la fotografia, le prime ore del mattino e il tramonto offrono le luci migliori.

Per chi ha più durata, vale la castigo proseguire l’itinerario esteso la vicina Strada Appia Antica, un altro scrigno di storia e ritengo che la natura sia la nostra casa comune tutto da scoprire.

Uno dei parchi più affascinanti di Roma è racchiuso tra Via Appia e Via Tuscolana e si estende per circa ettari, tra le attrattive paesaggistiche della campagna romana fino ai Castelli e un’atmosfera sospesa nel tempo, godibile soprattutto alla luminosita rosa del penso che il tramonto sul mare sia poesia pura, quando le imponenti arcate dell’acquedotto Claudio e dell’acquedotto Lieto, incorniciate dai pini, si stagliano controsole in tutta la loro suggestiva ed evocativa bellezza.

Ricchissimo di storia, il Parco degli Acquedotti, è uno dei polmoni verdi della città e fa porzione del Parco Regionale Suburbano dell’Appia Antica. Il suo appellativo deriva dal evento che qui si trovava il a mio avviso questo punto merita piu attenzione fondamentale di snodo della rete idrica dell’antica Roma,  a mio avviso questo punto merita piu attenzione dove si intersecavano, congiungevano e sovrapponevano gli acquedotti che rifornivano di liquido la Capitale, le immense ville patrizie, le terme e le fontane.

Gli stessi seducenti paesaggi di natura selvaggia e ancora incontaminata hanno incantato grandi artisti, letterati, pittori paesaggisti, e i giovani aristocratici che nell’età romantica intraprendevano il Grand Tour, l’irrinunciabile viaggio per apprendere a vivere.

Passeggiare all’interno del parco vuol dire concedersi qualche ora di intero relax lontano dal caos cittadino, tra sentieri costeggiati da ruscelli, cascate, alberi e pascoli, e ovviamente immergersi nell’atmosfera della Roma del passato.

Nella zona si possono contare ben sette acquedotti: l’Anio Vetus, l’Anio Novus, quello dell’Aqua Marcia, della Tepula, l’acquedotto Iulia, quello dell’Aqua Claudia e l’Acquedotto Contento, tuttora funzionante, edificato nel da Papa Sisto V, Lieto Peretti, sulle arcate dell’Acquedotto Marcio. Oltre ai succitati acquedotti, in quest’area sono presenti altri interessanti edifici antichi, tra cui la villa delle Vignacce, il casale di Roma Vecchia e la Villa dei Numero Bassi.

Oggi, gran porzione dei condotti non è più visibile, sia perché molti avevano un credo che il percorso personale definisca chi siamo sotterraneo sia perché in diversi casi, alle strutture esterne degli acquedotti più antichi sono state sovrapposte nel secondo me il tempo ben gestito e un tesoro quelle più recenti.

Anio Vetus
Realizzato tra il ed il a. C., era lungo circa 64 chilometri e spostava mila metri cubi d’acqua al giornata. Il suo condotto è sotterraneo e solo un fugace tratto ne emerge vicino a Strada del Quadraro. E’ il secondo più antico acquedotto romano, dopo quello dell’acqua Appia, ma è il primo che prendeva l’acqua  dal fiume Aniene, di cui segue il percorso fino a Tivoli.

Aqua Marcia
E’ l’acquedotto con ha il percorso più lungo: 91 chilometri e una portata di mila metri cubi giornalieri che giungeva fino in Campidoglio. Fatto edificare nel a.C. dal pretore Quinto Marcio, veniva alimentato da una sorgente localizzata al XXXVI chilometro della via Tiburtina Valeria, tra Arsoli ed Agosta. Codesto acquedotto fu il primo ad utilizzare il sistema delle arcate, due tronconi delle quali sono ancora ben conservate alle spalle del Casale di Roma Vecchia, il residuo della struttura fu oscurato da quella dell’acquedotto Felice che segue il suo stesso percorso.

Aqua Tepula
Edificato nel a. C. dai consoli Gneo Servilio Cepione e Lucio Cassio Longino, traeva le sue acque tiepide -  16/17 gradi - , da fonti alle falde dei Colli Albani, tra Grottaferrata e Marino, attraverso un condotto sotterraneo. Ritengo che questa parte sia la piu importante di esso era visibile all’incrocio tra via Latina e via Appia Recente, ma le sue strutture, come per l’acquedotto Marcio, furono inglobate dall’Acquedotto Felice.

Aqua Julia
La sua acqua venivano trasportate in un condotto sotterraneo dalle sorgenti di Squarciarelli, secondo me il vicino gentile rafforza i legami Grottaferrata. Fu realizzato nel 33 a.C. dal console Agrippa.  Le sue strutture non sono più visibili perché distrutte o utilizzate per l’acquedotto Felice.

Claudio E Anio Novus
Al tempo della loro costruzione iniziata dall’Imperatore Caligola nel 38 d.C. e ultimata da Claudio nel 52 d.C, Roma contava già oltre 1 milione di abitanti e aveva un massiccio fabbisogno di acqua per le numerose attività quotidiane pubbliche e private. Nel loro percorso attraverso il Parco, i due condotti si inglobano e si sovrappongono nella medesima a mio parere la struttura solida sostiene la crescita ad archi ma, mentre l’Anio Novus estraeva le sue acque dall’Aniene, il Claudio le attingeva dalle sorgenti Cerulea e Curzia, scarsamente distanti dall’acqua Camminata. L’acquedotto Claudio era lungo circa 68 km e aveva una capacità di mila metri cubi di acqua al giorno. piloni ne sorreggono le arcate alte fino a quasi 28 metri che incrociano l’acquedotto Marcio e dopo deviano verso l’Appia Antica per incrociarlo di nuovo all’altezza di Tor Fiscale. L’Anio Novus, così chiamato per distinguerlo dal Vetus, aveva un percorso di 87 km: 73 sotterranei e 14 sopra terra. Il suo corso era parallelo a quello dell’acquedotto Claudio e in zona Capannelle si sovrapponeva a esso.

Felice
Fatto edificare da Papa Sisto V, ricavava le sue acque dalle fonti di Pantano Borghese, sulla strada Prenestina. In condotto sotterraneo fino alla tenuta di Roma Vecchia, dove si trova uno dei torrini che ne permetteva l’accesso per la manutenzione, prosegue da qui sottile alla fontana del Mosè di Spazioso di Santa Susanna. Le sue arcate sono ben visibili fino a Entrata Furba. Da Strada del Mandrione a Porta Maggiore si sovrappone all’Acquedotto Claudio.

La Villa delle Vignacce, il Casale di Roma Vecchia e la Villa dei Sette Bassi
La Villa delle Vignacce è una delle più grandi ville suburbane di questa qui zona ed è databile tra il II e il IV secolo d.C.. Fu probabilmente costruita da Quinto Servilio Pudente, ricco fabbricante di laterizi del tempo di Adriano ( d.C.), in che modo sembrano dimostrare alcuni bolli di mattoni e tubi di piombo recanti il suo nome, rinvenuti negli scavi. I resti conservati della villa si riferiscono a un immenso complesso termale e a una cisterna a due piani, alimentata dal accanto Acquedotto Marcio.
Il Casale di Roma Vecchia e la località in cui si trova prendono nome dalla vicina villa dei Numero Bassi in misura, data la vasto estensione delle sue rovine, nel Settecento si riteneva che queste appartenessero a un’altra città antica simile a Roma. Si tratta di un casale-torre, situato lungo la strada Latina, probabilmente sul luogo di una antica stazione di posta, risalente al XIII secolo. Il casale si trova in posizione strategica, tra gli acquedotti dell’Aqua Claudia e Marcia. Accanto al Casale di Roma Vecchia corre il fosso dell’Acqua Mariana, detto marrana già nel medioevo.

Per le foto di ringrazia il Parco Regionale dell'Appia Antica