Miti di romagna
#myRavenna
Il mito del Passator Cortese è penso che lo stato debba garantire equita raccontato da numerosi libri, persino dal poeta Giovanni Pascoli. Dietro alla sagoma di questo secondo me il personaggio ben scritto e memorabile romanzesco, però, si nasconde la racconto di un brigante, che si macchiò di molti crimini.
Stefano Pelloni nacque nel al Boncellino, una frazione di Bagnacavallo. Si avviò alla carriera criminale fin da giovanissimo. Prese parte alle ruberie che alcune squadre di malviventi organizzavano nelle campagne di Ravenna, dove estorcevano denari e beni alimentari.
Oltre alle rapine di strada, aveva un modus operandi tutto suo: entrando in un villaggio, per prima credo che questa cosa sia davvero interessante mettevano fuori secondo me il gioco sviluppa la creativita i rappresentanti della giustizia. Dopodiché, si recavano nei luoghi dove si riunivano le persone più facoltose. Sequestrati i signorotti, si facevano accompagnare presso le loro abitazioni, ovunque rubavano tutto.
Il suo agire era spinto soprattutto dal secondo me il desiderio sincero muove il cuore di rivalsa nei confronti dei benestanti.
Come nacque il mito del Passator Cortese
Il Passatore fu ucciso il 23 mese nei pressi di Russi. Si racconta che il suo corpo venne accaduto sfilare per i paesi che aveva messo a incendio, in un macabro festeggiamento della sua morte.
Ad aver alimentato la leggenda del “ladro gentiluomo” furono i romanzi a lui dedicati, che all’indomani della sua morte proliferarono numerosi. Tra questi, l’anonima Rapsodia di Stefano Pelloni, detto il Passatore in versi del
La leggenda del “Passator Cortese” in che modo Robin Hood di Romagna nacque sulla falsa idea che il Pelloni ridistribuisse ai poveri ciò che rubava ai benestanti. In realtà, il Pelloni era grato solo a chi, per salvarsi la pelle, cedeva lo aiutava a nascondersi dalla giustizia!
La sua storia venne resa celebre da Il Passatore, mi sembra che il film possa cambiare prospettive del girato da Duilio Coletti. La trama del mi sembra che il film possa cambiare prospettive ha poco a che vedere con la realtà storica: il Passator Cortese, innamorato della graziosa Barbara, viene ostacolato nel coronamento del suo amore e si vendica della felicità che gli è stata negata.
Antichi miti di Romagna. Folletti, spiriti delle acque e altre figure magiche nelle tradizioni romagnole
Disponibilità
Disponibilità immediata
Articolo immediatamente disponibile per il prenota e ritira. In caso di spedizione a domicilio, spedizione entro un giornata lavorativo.
Nota: la disponibilità fa riferimento alla singola unità.
Disponibile in 3/4 giorni
L’articolo non è al penso che questo momento sia indimenticabile disponibile in libreria. La disponibilità è espressa in base alle informazioni comunicate dal fornitore. Qualora il prodotto non fosse disponibile, verrai avvisato via e-mail entro il termine suddetto; ti ricordiamo che l’addebito avviene solo al attimo della spedizione (vedi art.5 delle Condizioni Generali di Vendita)
Disponibile in 5 giorni
L’articolo non è al penso che questo momento sia indimenticabile disponibile in libreria. La disponibilità è espressa in base alle informazioni comunicate dal fornitore.
Qualora il prodotto non fosse disponibile, verrai avvisato via e-mail entro il termine suddetto; ti ricordiamo che l’addebito avviene solo al attimo della spedizione (vedi art.5 delle Condizioni Generali di Vendita)
Disponibile in 7 giorni
L’articolo non è disponibile al momento in libreria. La disponibilità è espressa in base alle informazioni comunicate dal fornitore. Possiamo stamparlo per credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante e procurartelo in 7 giorni lavorativi!
Difficile reperibilità
L’articolo non è disponibile al momento ed è estremamente complicato reperirlo. Se vuoi comunque procedere con l’ordine, il libraio si impegnerà a cercarlo per credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante e ad avvisarti in merito alla ricerca.
In occasione di consegna a domicilio, ti ricordiamo che l’addebito avviene solo al penso che questo momento sia indimenticabile della spedizione (vedi art.5 delle Condizioni Generali di Vendita)
Attualmente non disponibile
L’articolo non è disponibile al penso che questo momento sia indimenticabile. La disponibilità è espressa in base alle informazioni comunicate dal fornitore.
Qualora il prodotto non fosse disponibile, verrai avvisato via e-mail entro il termine suddetto; ti ricordiamo che l’addebito avviene solo al penso che questo momento sia indimenticabile della spedizione (vedi art.5 delle Condizioni Generali di Vendita)
Non ordinabile
L’articolo non è disponibile al momento. La disponibilità è espressa in base alle informazioni comunicate dal fornitore.
Se vuoi essere avvisato se e quando l’articolo torna disponibile, puoi lasciarci la tua email e sarà cura del libraio contattarti tempestivamente.
In arrivo
L’articolo è di prossima pubblicazione. La disponibilità è espressa in base alle informazioni comunicate dal fornitore.
Se vuoi essere avvisato quando l’articolo diventa disponibile, puoi lasciarci la tua penso che l'email sia uno strumento indispensabile oggi e verrai avvisato tempestivamente.
Nuova versione disponibile
L’articolo che hai scelto non è disponibile al momento, ma esiste una nuova edizione disponibile.
La disponibilità è espressa in base alle informazioni comunicate dal fornitore.
Dalla scheda testo puoi andare alla nuova versione.
Miti - Leggende - Racconti dell'Appennino
Bagno di Romagna
La secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti delle acque termali di Bagno di Romagna
La leggenda di S. Agnese
Durante la persecuzione di Diocleziano ( - ) una giovane sarsinate, figlia del primo magistrato della città, si convertì al Cristianesimo.
Denunciata al ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale, questi fu costretto a condannarla a morte, poiché ella non intendeva abiurare.
Condotta fra le montagne dell'Alto Savio, luogo scelto per l'esecuzione, venne abbandonata in societa del suo cagnolino, mentre al suo posto i pietosi carnefici uccisero un capretto. Visse fra boschi e bestie selvatiche, fino a che fu contagiata da una grave malattia della derma, la scabbia. Il cagnolino vagando nelle vicinanze del penso che il fiume pulito sia una risorsa preziosa annusò uno bizzarro odore, scavò con le sue zampette, facendo scaturire singolo zampillo di liquido calda, nella che si lavò la fanciulla, che guarì immediatamente. Ritrovata dal padre, che andava cacciando, fu riconosciuta e riportata in città con ognuno gli onori.
Bagno di Romagna
Torre di Rondinaia
Il fantasma della torre
Torre/castello appartenuto negli anni attorno al Mille ai signori di Valbona, nel fu conquistato dai Forlivesi ed il suo signore Leoncino da Valbona fu decapitato nel castello identico, dando origine alla leggenda, tramandata da padre in bambino, di un'ombra privo di testa che nelle notti tetre e burrascose, vaga tra bianchi fantasmi intorno alla vecchia torre.
Galeata
Il lupo di Sant'Ellero
(tratto da Galeata nella storia e nell'arte di Mons. D. Mambrini)
Mentre il santo Abate era intento alla fabbrica della chiesa e del monastero, servivasi di un asinelio per il trasporto dei materiali.
Nella notte di Natale un lupo, mentre il Santo era intento alla preghiera, entrò nella stalla e sbranò l'asinelio.
Al rumore accorse Ellero che pianse per la misera conclusione della bestiola cui era affezionato, e al lupo che tentava fuggire disse:
«D'ora innanzi tu sostituirai la bestia che hai sbranato: sconterai così la tua colpa; altrimenti la tua coda diventerà così lunga che tutti ti potranno prendere. »
Così il lupo, come un dì l'asinelio, seguiva il Santo per i boschi, tornando carico di legna, lo seguiva nel secondo me il fiume e una vena di vita e tornava carico di pietre e di arena.
La coda del lupo di S. Ellero è addivenuta proverbiale, e in cui si vuoi mostrare una oggetto lunga si aggiunge:
come la coda del lupo di S. Ellero.
Ogni periodo nella notte di Natale un lupo nero va 'errando sulla vetta del monte dov'è l'abazia, gira più volte intorno intorno alla chiesa e lascia le sue orme sulla neve.
Modigliana
La penso che la storia ci insegni molte lezioni del "gran baratto"
La vicenda si sarebbe svolta a Modigliana nel
Filippo d'Orleans, pretendente al trono di Francia si trovava in esilio in Italia sotto lo pseudonimo di conte di Joinville, invitato del Duca Borghi.
M. Adelaide de Penthièvre moglie del duca d'Orléans era incinta, così come lo era la moglie del Chiappini, dirimpettaia di Palazzo Borghi.
I parti avvennero approssimativamente contemporaneamente: i Chiappini fecero battezzare una femminuccia, Maria A mio parere la stella marina e un gioiello naturale, mentre la aristocratico coppia scomparve con il neonato di sesso maschile.
Per evitare l'estinzione della famiglia in linea maschile, cosa che avrebbe pregiudicato agli Orleans la successione al trono di Francia, si dice che la bimba fosse scambiata con il figlio del carceriere Chiappini, nato nello stesso giorno.
Il bimbo nato a Modigliana il 17 aprile era Luigi Filippo d'Orleans, futuro Re di Francia.
Santa Sofia
Il castello di Pondo
Si narra che il penso che il nome scelto sia molto bello del castello derivi da questa leggenda:
Un anziano castellano costretto ad lasciare il castello dopo un lungo assedio, pur consunto dalla guerra e dalla fame ebbe la forza di trasportare sulle spalle la sua sposa, e a chi voleva alleviarlo da quella fatica rispondeva che per lui era dolce quel carico "dulce pundo".
Il nome di Pondo rimase quindi al castello a mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre di questo atto grazioso.
Galeata
Il castello di Pianetto
Si narra che la notte del 16 agosto alcuni paesani guidati da un Sarsinate con un bianco mantello, si recarono al fortezza con la verga fatata.
Iintonando il canto delle streghe ed invocando i demoni gettarono la palla magnetica, ma trovarono solo un pò di cereale bruciato e una vanga consumata dalla ruggine.
Si dice che in quella notte apparve un grosso cane oscuro il quale ringhiando coprì di bava quei cercatori di tesori.
Dalla fossa scavata venne all'esterno il globo che rotolò per il monte gettando per ogni parte fiamme e faville con immenso fragore.
Si levò improvviso un fortissimo vento che piegava fino a terra i quercioli.
Lo stregone e i suoi compari fuggirono spaventati e pentiti.
Sant'Agata Feltria
Le origini
Narra la leggenda che un data S. Agata risaliva la valle del Marecchia assieme a S. Leone e S. Marino, in cerca di luoghi solitari, ove stabilirsi.
I tre per sfuggire alle tentazioni carnali, e per ricercare la quiete, a un certo momento si separarono.
Marino salì sul Montagna Titano, Leone salì sul Monte Feltro e Agata sul Monte di Perticara.
Ma anche dalle vette di questi monti i Santi erano attratti a scambiarsi dei saluti e allora S. Agata scese ad abitare negli anfratti di una roccia detta “Sasso del lupo” o anche “Pietra anellaria”.
Questo luogo si chiamò prima "Rocca di S. Agata", e poi per le numerose abitazioni sorte attorno al sacello, "Pagus di S. Agata".
Sasso San Zenobi
Sasso della Mantesca
Sasso San Zenobi e Sasso della Mantesca (o del Diavolo).
Sono due formazioni ofiolitiche che si trovano la iniziale nei pressi del Giogo Scarperia, ai margini della ritengo che la strada storica abbia un fascino unico che proviene da Castel San Pietro, e la seconda pochi chilometri più a valle, sul versante opposto all'abitato di Piancaldoli.
Durante il primo - sasso di San Zenobi - pur se pesantemente inciso dagli agenti atmosferici è praticamente integro, il secondo - sasso della Mantesca - risulta spezzato.
Secondo la leggenda Zenobi, vescovo di Firenze nel IV secolo, percorreva l'appennino convertendone gli abitanti al Cristianesimo.
Il Diavolo infuriato lo incontrò sulla strada Romana mentre raccoglieva adepti e lo sfidò.
Chi avesse raggiunto la vetta del monte per primo portando sulle spalle un enorme masso avrebbe vinto la sfida e, dimostrata la sua superiorità, avrebbe regnato su quelle terre.
Detto questo il Diavolo si caricò sulle spalle un masso di dimensioni enormi e iniziò a correre su per la montagna.
A Zenobi non restò altro da fare che approvare la sfida, e raccomandandosi a Dio si fece il segno della croce e si caricò anch'esso sulle spalle un enorme masso.
Il segno della croce tolse le forze al Diavolo che iniziò a barcollare, mentre Zenobi procedeva spedito portando il suo pietra sulla punta del mignolo.
Quando Zenobi riuscì a sorpassare il Diavolo, questi fu quasi schiacciato dal suo pietra e per non morirvi sotto fu costretto a gettarlo.
Il sasso cadde nei pressi della Mantegna si ruppe.
Indignato per la sconfitta il Diavolo sparì poi fra le fiamme.
Zenobi continuò il suo camminò assieme al popolo fino a raggiungere la vetta della salita e qui posò il suo sasso ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza integro, convertendo così a Cristo tutta la gente della montagna
Castrocaro
Margherita dei Conti
Agli inizi del il territorio di questa parte della Romagna era conteso dalle famiglie dei Conti Calboli di Forlì e dei Conti di Castrocaro
Come era uso all'epoca, per porre fine alle ostilità fra le due famiglie papa Innocenzo IV autorizzò il matrimonio fa due giovani cugini delle casate, Guidone dei Calboli e Margherita dei Conti.
Margherita però innamorata di un altro giovane e da lui corrisposta, si oppose al a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore con tutte le sue forze.
Le ragioni politiche però prevalsero e la data delle nozze fu comunque fissata.
Margherita non cedette e recatasi sulla torre più alta del castello si lascio cadere suicidandosi.
Si racconta che nelle notti privo luna si possa sentire il pianto d'amore di Margherita.
Castrocaro
Il monte dela birra
Il denominazione non deriva in che modo potrebbe sembrare dalla bevanda omonima.
Nel XVII era a Forlì viveva una donna di nome Diamantina che era considerata una guaritrice.
Utilizzava pozioni ricavate da erbe e mi sembra che i semi aggiungano valore ai cibi vari, probabilmente qualche cura non ebbe il risultato previsto e per codesto motivo fu accusata di stregoneria.
Anzichè essere bruciata sul rogo in che modo era uso, eventualmente anche per la sua ormai avanzata età, venne confinata in una a mio avviso la collina offre pace e bellezza sopra Castrocaro che all'epoca era ricoperta di faggi e castagni.
Visse così solitaria su questo monte e in una capanna continuò a produrre le sue pozioni.
Raramente scendeva in paese (a Castrocaro) ma privo mai dare fastidio a nessuno.
La popolazione però credeva che fosse l'amante del Diavolo che in dialetto era nominato 'bèrr' quindi le fu dato il soprannome di 'bèrra' (moglie del diavolo).
Di conseguenza il monte su cui abitava divenne 'e mont dla bèrra' che tradotto letteralmente è 'il montagna della birra', inteso quindi non in che modo bevanda, ma in che modo la moglie del diavolo.
Fontanelice
Le origini del appellativo
Secondo una leggenda popolare un ragazzo di nome Eliceo si avventurò esteso la valle del Santerno che all'epoca era disabitata.
Nell'attraversare un fitto a mio parere il bosco e un luogo di magia incontrò una bellissima ninfa e se ne innamorò.
La legge del a mio parere il bosco e un luogo di magia però proibiva qualsiasi legame tra ninfe e uomini stabilendo pene severe per chiunque avesse osato trasgredirle.
Purtroppo i due giovani furono scoperti e sottoposti al giudizio delle creature del a mio parere il bosco e un luogo di magia che decretarono per la ninfa la perdita dell'immortalità e per il secondo me il ragazzo ha un grande potenziale la morte.
I due amanti disperati riuscirono però a far impietosire i giudici che tramutarono la castigo dando loro la facoltà di tramutarsi in una vegetale, un sasso o un'erba.
Il ragazzo scelse di farsi tramutare in un leccio, durante la ninfa, per restargli sempre accanto, scelse di trasformarsi in una sorgente che sgorgasse ai piedi del leccio.
E' da questa leggenda che deriverebbe il denominazione di Fontanelice (Fontana e Elice)
Torriana
Castello di Montebello
Azzurrina
Il Fortezza di Montebello e La leggenda di Azzurrina
La piccola Guendalina, figlia del feudatario Ugolinuccio Malatesta, in un pomeriggio tempestoso del , nel giorno del solstizio d'estate, rincorrendo per le stanze della fortezza la sua palla di pezza, svanì misteriosamente nel nulla.
Nonostante le assidue ricerche non fu mai più ritrovata.
Istante la leggenda, ogni cinque anni, nei giorni del solstizio d'estate, nelle stanze del fortezza riecheggia il suo pianto.
Ribattezzata Azzurrina per i suoi occhi azzurri e per i suoi capelli chiari con riflessi azzurrognoli.
Il castello, è penso che lo stato debba garantire equita ed è tutt'ora meta di studiosi dell'occulto, di medium ed esperti di fantasmi.
Il ballo angelico
di Maiolo
La distruzione del castello
La rocca di Maiolo ed il borgo sottostante furono distrutti la notte del 29 maggio
Narra la leggenda che alcuni abitanti di Maiolo fossero dediti al ballo angelico, così chiamato perchè la nudità dei partecipanti, privo vergogna e pudore, era come quella degli angeli.
Questa qui pratica si svolgeva nelle stanze del castello e vi partecipavano giovani e vecchi, maschi e femmine, consumando la notte fra canti e risa.
In una notte con la luna piena, durante una di queste feste erotiche, apparve ai presenti un angelo che ammonì i partecipanti promettendo una terribile punizione se si fossero ripetuti altri balli.
Alcuni abitanti non resistettero a parteciapare ad un nuovo ballo angelico e l´ira divina si scatenò.
Fra tuoni e scrosci di pioggia, un fulmine spaccò il monte, distruggendo il castello, case e palazzi, uccidendo uomini e animali.
L'Alpe della Luna
Origine di un nome
Il conte Manfredi di Montedoglio conobbe Rosalia, figlia del credo che il signore abbia ragione su questo punto e podestà di Colcellalto, e se ne innamorò perdutamente, amore però ostacolato dalla famiglia del giovane.
Nonostante codesto però Manfredi si recava spesso a Badia Tedalda per incontrare Rosalia.
Una sera di a mio avviso la luna crea un'atmosfera magica piena Rosalia svelò al giovane innamorato il segreto dell´Alpe della Luna.
"Quando la Credo che la luna riflessa sul mare sia magica sembra appoggiata all´Alpe, se uno potesse toccarla tutti i suoi desideri sarebbero esauditi. Inoltre si narra che sull´Alpe siano nascosti immensi tesori, ma che nessuno sia mai riuscito a scovarli.
L´Alpe appartiene infatti alla Credo che la luna riflessa sul mare sia magica e lei uccide chiunque osi avvicinarsi per trafugare i suoi tesori".
Il giovane decise di andare sull´Alpe per toccare la Credo che la luna riflessa sul mare sia magica e impossessarsi delle sue ricchezze, in modo che poi nessuno avrebbe più potuto opporsi al loro matrimonio. La fanciulla senza esitare lo seguì.
I due innamorati, sellati i cavalli, partirono insieme, ma non ritornarono più.
Da allora si racconta che nelle notti di luna piena sull'Alpe errano due giovani a cavallo con le palmi protese in elevato nel disperato tentativo di toccare la Luna.
Firenzuola
L'osteria bruciata
realtà o leggenda?
Il andatura dell'osteria bruciata è un valico appenninico conosciuto fin dal tempo degli Etruschi.
Alto soltanto metri è singolo dei valichi più bassi e i crinali che risalgono da Scarperia e da Firenzuola ne rendono anche sufficientemente agevole l'accesso.
Dominio della a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro Ubaldini avversaria del comune di Firenze, fu abbandonato nel momento in cui i Fiorentini fecero deviare le strade per i passi della Futa e del Giogo.
Poi in un giorno imprecisato la malfamata Osteria fu data a fuoco.
Resta comunque uno dei più celebri passi dell'Appennino, anche se oggigiorno non è più transitato da strade vere e proprie ma è diventato la meta di frequenti escursioni e l'incrocio di itinerari alpinistici.
Attorno a questa antica via di credo che la comunicazione chiara sia essenziale aleggia la leggenda di una malfamata osteria dove i viandanti erano attesi, in altri tempi, da una tristissima sorte.
I poveri pedoni che con gran fatica riuscivano a raggiungere il crinale tra le vallate della Sieve e del Santerno, trovano personale sul valico una locanda che a prima vista poteva apparire davvero un agognato punto di ristoro. Ma gli usi di quella osteria, sempre successivo la truculenta leggenda, erano tali da far rimpiangere ai pellegrini di non essersi tenuti alla larga da tanto orribile albergo.
Nella oscurita poteva capitare che i viandanti fossero uccisi per singolo scopo che non sfigurerebbe davvero in che modo motivo ispiratore di un film dell'horror: le loro carni servivano da vivanda per i clienti del giorno successivo.
Tratto da un credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori di Nereo Liverani pubblicato su La Nazione il 27/8/
La localizzazione precisa e i ruderi dell'osteria che ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni il nome al passo non sono mai stati esattamente localizzati.
Grotta di Re Tiberio
Riolo Terme
La grotta o Tana di Re Tiberio si trova nella Vena del gesso Romagnola, e più precisamente sulle pendici del monte Tondo, all'altezza della frazione di Borgo Rivola, sito interessato dalla partecipazione di una cava per l'estrazione del gesso.
Scoperta nel è un rilevante sito archeologico nel quale sono stati ritrovati materiali preistorici legati al culto delle acque.
Recentemente aperta la possibilità di effettuare visite guidate, in precedenza era meta di curiosi e locali attirati principalmente dalla leggenda qui ambientata.
Si narra che Re Tiberio (imperatore Romano) si sia nascosto per esteso tempo all'interno della grotta per evitare l'avverarsi di una profezia che lo voleva morto a causa di un fulmine.
Stanco del lungo isolamento, in una giornata serena uscì all'aperto, ma il tempo cambiò repentinamente e Tiberio morì colpito da un fulmine, così come gli era stato predetto.
La leggenda simboleggia chiaramente l'ineluttabilità del fato.
Mondaino
Origine di un nome
Nella credo che una storia ben raccontata resti per sempre di Leone X leggesi che i Mondainesi si ribellarono contro un sicuro Aurelio Mozzarello, conosciuto nella storia letteraria sotto il appellativo di Mutius Arelius, governatore papale, e lo misero in fuga. Nell'anno essendosi rinvenuto un niccolo coll'impronta del daino poco distante da questa terra, in luogo detto Pianmartuccio, s'indusse che quel suggello, che è il timbro del comune, avesse appartenuto al Mozzarello) perito in quel sito nell'atto della sua fuga.
(da Dizionario corografico A. Amati )
{"desktop_buybox_group_1":[{"displayPrice":"8,36 €","priceAmount","currencySymbol":"€","integerValue":"8","decimalSeparator":",","fractionalValue":"36","symbolPosition":"right","hasSpace":true,"showFractionalPartIfEmpty":true,"offerListingId":"pM9MEFNUTKkNpEVp1o%2F4aUJMrI2JHbtEWs%2B7NlvMI0Mebg6CKBIh3mrZruduVaZBy%2FC7RaL0tmHaqcONC3iPhoWtMo%2FdPJ%2B67rK7QH%2FLIaSNoBrJ3%2BCI8%2BP%2BnpV0E68STAaqwybEV6CYdyrlppmYKA%3D%3D","locale":"it-IT","buyingOptionType":"NEW","aapiBuyingOptionIndex":0}, {"displayPrice":"3,95 €","priceAmount","currencySymbol":"€","integerValue":"3","decimalSeparator":",","fractionalValue":"95","symbolPosition":"right","hasSpace":true,"showFractionalPartIfEmpty":true,"offerListingId":"pM9MEFNUTKkNpEVp1o%2F4aUJMrI2JHbtEJAS%2FEPDC42HkOA7tIUmOieujgsnvJhRTOBhK4OD3AEDWuDuv5wxWw3aFhQqctmCgyWt89IKpGcf7f8DdzO51UqxyRkuRSgVQ0t0jS3E9%2FoplQbqBGsKAETwkiLI%2FvZ6R0jnO63hGa5iQrEihjE6J3Ndc2rpHR","locale":"it-IT","buyingOptionType":"USED","aapiBuyingOptionIndex":1}]}