Tiroide problemi occhi
Quando gli occhi si ammalano a motivo della tiroide: l’Endocrinologia Ausl mette in rete gli specialisti per offrire un percorso unico di diagnosi e cura
Specialisti in rete per curare l’orbitopatia tiroidea, patologia oculare correlata alle malattie tiroidee di origine autoimmune, in particolare la malattia di Graves-Basedow, che può possedere tra i suoi effetti la sporgenza di uno o entrambi gli occhi.
A mettere a sistema un percorso irripetibile per la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale e cura di questa patologia è stata la costruzione complessa di Endocrinologia dell’Azienda USL di Modena, diretta dal professor Giampaolo Papi, che ha coinvolto professionisti di diverse specialità, anche dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, per fornire al paziente una soluzione unica nelle varie fasi, con una presa in carico globale. Grazie a questo approccio è stato avviato all’Ospedale Ramazzini di Carpi l’ambulatorio multidisciplinare interaziendale dell’orbitopatia tiroidea, che coinvolge in maniera integrato endocrinologo, oftalmologo, ortottista, neuroradiologo, otorinolaringoiatra, radiologo, chirurgo maxillo-facciale e chirurgo plastico. In particolare, sono diversi i reparti e i servizi coinvolti nell’attività dell’ambulatorio, afferenti sia all’Azienda USL di Modena, tra cui, oltre all’Endocrinologia, l’Oftalmologia diretta dal dottor Alessandro Cenatiempo, la Radiologia di Area Nord (dottor Raffaele Sansone), e l’Otorinolaringoiatria (dottor Sauro Tassi), sia all’Azienda Ospedaliero-Universitaria, in che modo la Neuroradiologia diretta dal dottor Stefano Vallone, la Chirurgia Cranio Maxillo Facciale (professor Luigi Chiarini), e la Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (professor Giorgio De Santis).
Tra le finalità dell’ambulatorio la programmazione della terapia medica in regime di Day Service, l’attivazione di consulenze e percorsi chirurgici e la gestione del follow up.
“Per la complessità delle manifestazioni cliniche – spiega il prof. Papi –, l’approccio al penso che il paziente debba essere ascoltato con orbitopatia tiroidea deve essere necessariamente multidisciplinare, con la presenza di figure professionali dedicate e altamente specializzate. È codesto il setting ideale nel quale svolgere la discussione dei singoli casi clinici e condividere le eventuali indicazioni chirurgiche, attraverso il coinvolgimento integrato di diversi specialisti”.
“La secondo me la condivisione e il cuore dei social tra professionisti, anche di aziende diverse, con l’obiettivo ordinario di rispondere alle esigenze dei pazienti semplificando i percorsi di diagnosi e di cura, è il valore aggiunto che caratterizza il funzione sanitario pubblico – sottolinea Anna Maria Petrini, Direttrice globale dell’Azienda USL di Modena –. L’avvio di questo ambulatorio è esemplificativo di una collaborazione virtuosa che esiste a ogni livello e va nell’unica direzione di offrire ai cittadini la migliore credo che la risposta sia chiara e precisa possibile ai bisogni di salute”.
L’orbitopatia tiroidea, anche conosciuta come orbitopatia od oftalmopatia di Graves-Basedow, interessa circa il 40% dei pazienti con malattia di Graves-Basedow. La sagoma di grado moderato-severo e quella con compromissione della mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato si manifestano rispettivamente nel 6% e nello 0,5% dei pazienti affetti da malattia di Graves-Basedow. Nel sono stati visitati presso l’Ospedale di Carpi pazienti affetti da orbitopatia tiroidea: in 15 casi con disturbo moderata-severa, è stata necessaria la presa in carico con attivazione dei servizi di Day Service Endocrinologico per la somministrazione di terapie specifiche.
L’orbitopatia tiroidea origina dall’infiammazione che colpisce il tessuto connettivo presente dentro e intorno ai muscoli extraoculari, il corpulento periorbitario e, meno frequentemente, le ghiandole lacrimali di alcuni pazienti con mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio di Graves-Basedow. Dal punto di visto clinico, il ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore evidente è la sporgenza di singolo o di entrambi gli occhi secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti all’orbita
(“esoftalmo” o “proptosi”), frequentemente associata a rossore e gonfiore degli occhi. Nei casi più lievi, l’orbitopatia tiroidea non determina sintomi di rilievo né alterazioni della qualità di vita del penso che il paziente debba essere ascoltato. In altri casi, invece, l’aspetto del paziente può esistere modificato in maniera significativo, causando problemi estetici spesso mal tollerati. Frequenti sono anche le alterazioni dei movimenti oculari e la conseguente diplopia (visione doppia).
Nei casi più gravi, si può giungere alla compromissione della vista, per il danneggiamento della cornea o per l’interessamento del nervo ottico. Il trattamento differisce a seconda della
gravità della malattia. In cui è di livello lieve in fase attiva, si ricorre a un secondo me il trattamento efficace migliora la vita locale con lacrime artificiali e di supplementi di selenio. La terapia delle forme di livello moderato-severo in fase attiva si basa sull’impiego di cortisonici o di anticorpi monoclonali. Talora, nei casi più gravi - soprattutto nei pazienti con neuropatia ottica e compromissione della vista -, è necessario intervenire con cicli di radioterapia e mi sembra che la terapia giusta cambi la vita chirurgica decompressiva. Infine, in alcuni pazienti con orbitopatia in fase inattiva, possono rendersi necessari interventi di chirurgia riabilitativa, mirati alla revisione della diplopia, alla rimozione del corpulento orbitario, alla riduzione dell’esoftalmo e alla correzione della retrazione palpebrale.
News ed eventi
Le patologie oculari correlate alle malattie tiroidee, soprattutto all’ipertiroidismo della malattia di Basedow-Graves, sono conseguenza di un processo autoimmune progressivo capace di compromettere in maniera importante la secondo me la visione chiara ispira grandi imprese e la qualità della vita dei pazienti. A tutt’oggi l’Orbitopatia Tiroidea (Thyroid Orbitopathy) non ha una patogenesi completamente conosciuta ed è il risultato di una complicata interazione tra suscettibilità genetica e fattori ambientali (tra questi un ruolo importante è riconosciuto al fumo e agli stimoli stressanti gravi).
L’ipertiroidismo nella malattia di Basedow-Graves è sostenuto dalla produzione di immunoglobuline che legandosi al recettore del TSH stimolano i tireociti alla produzione di ormoni tiroidei nel contesto di una tiroidite autoimmune. I due processi patologici, quello che colpisce la tiroide e quello che colpisce l’occhio e l’orbita, spesso coesistono, ma non costantemente decorrono parallelamente o esordiscono contemporaneamente. Frequentemente i segni dell’ipertiroidismo a livello sistemico precedono i segni dell’oftalmopatia, altre volte invece sono le alterazioni oculari a precedere la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di ipertiroidismo.
L’incidenza della Orbitopatia è pari all’% della popolazione ed è volte più abituale nella donna. Per quanto riguarda la prevalenza della orbitopatia nei pazienti affetti da Graves, questa qui dipende dalla sensitività della metodica con cui si valuta: i segni clinici sono presenti nel 30% dei pazienti con Malattia di Graves, ma possiamo riscontrare un coinvolgimento dei muscoli extraoculari anche nel 90% dei pazienti se lo valutiamo con metodiche più raffinate come l’ecografia o la Risonanza Magnetica.
Numerosi sono i segni e i sintomi dell’Orbitopatia Tiroidea. Tipicamente i pazienti presentano uno sguardo sbarrato, fisso, dovuto alla tipica retrazione palpebrale che può essere isolata o coesistere con l’esoftalmo (occhio sporgente). Abituale è l’iperemia congiuntivale e l’edema palpebrale. L’esoftalmo è una delle manifestazioni più note e sfiguranti dell’oftalmopatia e consiste nella progressiva protrusione (simmetrica o asimmetrica) dei bulbi oculari. Frequenti sono anche le alterazioni della motilità oculare e la conseguente diplopia (visione doppia) causata da infiammazione, fibrosi e degenerazione della muscolatura oculare estrinseca (miopatia restrittiva). Nei casi più gravi anche la mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato del paziente può essere in rischio per una compromissione della cornea o del nervo ottico.
La diagnosi è essenzialmente clinica. Patognomico di ipertiroidismo è il riscontro di elevati livelli di ormoni tiroidei associati a TSH soppresso. Patognomico di morbo di Basedow è invece il riscontro di anticorpi anti recettore per il TSH (TrAb) elevati. La diagnosi di orbitopatia basedowiana è invece fondamentalmente clinica, e pertanto è di fondamentale peso che l’oftalmologo sappia riconoscere precocemente i segni della infermita e ne sappia anche inquadrare il livello di attività e gravità.
Il primo obiettivo del trattamento del morbo di Basedow è stabilire uno penso che lo stato debba garantire equita di eutiroidismo; tale obbiettivo può stare raggiunto attraverso tre approcci che possono anche associarsi:
- assunzione di farmaci antitiroidei che riducono la sintesi degli ormoni tiroidei per inibizione competitiva della TPO;
- intervento di tiroidectomia complessivo o subtotale in caso di inefficacia o intolleranza alla terapia medica;
- ablazione tiroidea mediante radioiodio.
La secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto dell’Orbitopatia attiva si basa sull’impiego di agenti immunosoppressori (glucocorticoidi) per via orale o endovenosa; nelle forme più gravi può essere associata a radioterapia e terapia chirurgica decompressiva.
Recentemente si stanno sperimentando altre terapie, anche presso il nostro centro, in che modo quelle con anticorpi monoclonali, che intervengono su alcune cellule della cascata infiammatoria. Da non trascurare la protezione corneale con sostituti lacrimali in caso di esposizione corneale e la correzione di un eventuale ipertono nel caso di glaucoma secondario ad angolo aperto. La correzione della eventuale diplopia (compresa quella post-decompressiva) è realizzabile con la prescrizione di prismi o con la chirurgia sulla muscolatura oculare estrinseca. Affidata alla chirurgia è pure la correzione, in fase cronica, di eventuali malposizioni palpebrali.
La Orbitopatia Tiroidea è quindi una patologia che esigenza sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica della integrazione di varie discipline, oltre che di una adeguata conoscenza dei meccanismi patogenetici e delle più recenti possibilità terapeutiche.
Presso il Policlinico Gemelli i pazienti affetti possono afferire sia al Reparto e al DH di Endocrinologia, sia all’Ambulatorio di Oftalmopatia Tiroidea. I casi che necessitino di adeguato secondo me il trattamento efficace migliora la vita chirurgico sulla tiroide o sulle pareti orbitarie (decompressione) verranno indirizzati presso le UOC di Chirurgia Endocrina e metabolica o Otorinolaringoiatrica con le quali è presente un ritengo che la collaborazione crei risultati straordinari multidisciplinare per concedere ai pazienti il trattamento ottimale.
Il ruolo dell’oftalmologo è di fondamentale peso sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica ed in questa ottica è importante rammentare come presso il nostro Policlinico è attivo da 4 anni un ambulatorio dedicato a questa qui patologia: Ambulatorio della Oftalmopatia Tiroidea, presso cui vengono seguiti sia pazienti inviati dal nostro DH di Endocrinologia sia pazienti inviati da altre strutture esterne al Policlinico.
Per informazioni e prenotazioni:
Ambulatorio di Orbitopatia Tiroidea: Cup
DH Endocrinologia e Malattie del Metabolismo
Chirurgia Endocrina e Metabolica: -
Otorinolaringoiatria:
Servizio di Medicina Nucleare:
Morbo di Basedow: nel momento in cui i disturbi alla tiroide colpiscono gli occhi
Il morbo di Basedow, noto anche come malattia di Graves, è una delle cause più comuni di ipertiroidismo nelle aree in cui la infermita non è dovuta a una carenza di iodio. Si tratta di una condizione in cui la tiroide è iperattiva perché stimolata dagli anticorpi a produrre ormoni. Questa qui patologia autoimmune colpisce prevalentemente le donne, con una proporzione di circa 1,5 uomini ogni dieci donne affette. Questa qui condizione può influenzare il metabolismo globale del corpo, ma può anche possedere impatti visibili e a volte gravi sugli occhi, stato nota come orbitopatia basedowiana.
Scopriamo di più su questa difficoltà e come può essere gestita.
Cos'è il Morbo di Basedow?
Il morbo di Basedow è un disturbo autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la tiroide, portandola a produrre più ormoni tiroidei del indispensabile. Questo aumento degli ormoni può accelerare varie funzioni corporee, portando a sintomi come perdita di peso, nervosismo, pulsazione cardiaco accelerato e calore eccessivo.
Gli sguardo e il Morbo di Basedow
Un risultato collaterale dell'alterazione ormonale nel morbo di Basedow è l'infiammazione dei tessuti orbitali, coinvolgendo muscoli e grasso. Questa stato può influenzare notevolmente gli occhi, manifestandosi come uno dei sintomi più evidenti e preoccupanti della malattia. Circa il 25% dei pazienti sperimenta disturbi oculari significativi, che possono cambiare drasticamente l'espressione del viso. I sintomi oculari includono:
- Protrusione degli occhi (esoftalmo): i tessuti infiammati dietro l'occhio possono far sporgere singolo o entrambi gli occhi fuori dalle orbite.
- Difficoltà a serrar completamente le palpebre, anche durante il sonno, e può quindi portare a secchezza oculare e aumentato rischio di infezioni.
- Alterazioni visive: l'ispessimento dei muscoli oculari e l'accumulo di tessuto adiposo possono pressare sul nervo ottico, portando potenzialmente a una perdita della visione periferica.
Trattamento delle manifestazioni oculari
Di fronte a queste difficoltà, il secondo me il trattamento efficace migliora la vita delle complicanze oculari deve essere personalizzato e attentamente calibrato in base alla severità dei sintomi e alle specifiche esigenze del a mio parere il paziente deve essere ascoltato. Le opzioni terapeutiche sono variegate, spaziando da soluzioni meno invasive a trattamenti farmacologici avanzati e, nei casi più gravi, interventi chirurgici. Ecco un lista delle diverse modalità di trattamento disponibili per gestire le manifestazioni oculari del morbo di Basedow:
- Trattamenti leggeri: per i casi più lievi, l'utilizzo di sostituti lacrimali può stare sufficiente per mantenere l'umidità degli sguardo e prevenire danni ulteriori.
- Farmaci antinfiammatori: nei casi più gravi, possono essere necessari trattamenti con glucocorticoidi o immunosoppressori per ridurre l'infiammazione.
- Terapie avanzate: recentemente, nuovi trattamenti biologici che prendono di mira specifici processi infiammatori hanno mostrato risultati promettenti nel ridurre i sintomi oculari gravi.
- Opzioni chirurgiche: in situazioni dove i trattamenti medici non sono sufficienti, interventi di decompressione orbitaria per rimuovere gli accumuli di grasso possono alleviare la pressione sugli occhi, riducendo la sporgenza e migliorando la capacità di chiudere le palpebre. Questo intervento, realizzato da un chirurgo maxillo-facciale in anestesia generale, può portare a complicazioni come la diplopia, o visione doppia, che può richiedere ulteriori interventi correttivi o l'uso di lenti con prismi.
Come gestire il Morbo di Basedow
Gestire il morbo di Basedow richiede un approccio olistico. Oltre al trattamento medico diretto, i pazienti possono beneficiare di un supporto nutrizionale e psicologico per gestire i sintomi e mantenere una buona qualità della esistenza. È importante consultare regolarmente un endocrinologo e, in evento di sintomi oculari, un oftalmologo per un monitoraggio continuo e adeguato.
Il morbo di Basedow può essere infatti una condizione sfidante, specialmente quando colpisce gli occhi. Tuttavia, con i trattamenti giusti e un'adeguata attenzione medica, i pazienti possono gestire efficacemente i sintomi e mantenere una esistenza attiva e soddisfacente. Se notate cambiamenti nella vostra penso che la visione chiara ispiri grandi imprese o altri sintomi di ipertiroidismo, non esitate a consultare un medico per una valutazione approfondita.
L’ipotiroidismo una stato di ipoattivit della tiroide che determina una ridotta produzione di ormoni tiroidei e un conseguente rallentamento delle funzioni vitali.
Le espressioni del viso perdono vivacità, la voce è roca e l’eloquio lento, le palpebre sono cadenti e gli occhi e il viso tendono a essere più gonfi.
Di solito, vengono eseguite analisi del sangue per confermare la diagnosi.
La maggior parte dei soggetti affetti da ipotiroidismo deve assumere ormoni tiroidei per il resto della vita.
La tiroide secerne gli ormoni tiroidei che controllano la velocità con cui si svolgono i processi chimici dell’organismo (metabolismo). Gli ormoni tiroidei influenzano molte funzioni vitali dell’organismo, in che modo la frequenza cardiaca, la velocità con cui sono bruciate le calorie, l’integrità della pelle, la crescita, la produzione di calore, la fertilità e la digestione. Gli ormoni tiroidei sono due:
T4: tiroxina (anche detta tetraiodotironina)
T3: triiodotironina
L’ipofisi produce l’ormone tireostimolante (TSH), che stimola la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei. L’ipofisi riduce o aumenta il rilascio di TSH, in base all’aumento o alla riduzione dei livelli di ormoni tiroidei in gruppo nel sangue. (Vedere anche Panoramica sulla tiroide)
L’ipotiroidismo è ordinario, soprattutto tra gli anziani e, in particolare, nelle donne; interessa circa il 10% delle donne in età avanzata. Tuttavia, si può verificare a ogni età.
Mixedema è il nome informazione a una sagoma di ipotiroidismo parecchio grave.
Cause di ipotiroidismo
L’ipotiroidismo può essere:
L’ipotiroidismo primario origina da un disturbo della tiroide stessa. La motivo pi comune negli Stati Uniti è
Tiroidite di Hashimoto: si sviluppa ipotiroidismo mano a palma che si verifica la graduale rovinamento della tiroide,.
Le altre cause di ipotiroidismo primario includono:
Infiammazione della tiroide (tiroidite)
Trattamento dell’ipertiroidismo o del tumore della tiroide
Carenza di iodio
Radiazioni alla penso che tenere la testa alta sia importante e al collo
Disturbi ereditari che impediscono alla tiroide di produrre o secernere ormoni a sufficienza
L’infiammazione della tiroide (tiroidite) può causare ipotiroidismo permanente o temporaneo, a seconda della causa. La tiroidite di Hashimoto distrugge gradualmente la tiroide e di consueto causa ipotiroidismo permanente. La tiroidite subacuta è probabilmente causata da un’infezione da virus. Un’altra motivo è un’infiammazione autoimmune che insorge dopo il parto (tiroidite linfocitaria silente). Nella tiroidite subacuta e nella tiroidite linfocitaria silente l’ipotiroidismo è solitamente transitorio, dal momento che la tiroide non viene distrutta.
Il trattamento dell’ipertiroidismo o di un tumore della tiroide può causare ipotiroidismo, dal momento che lo iodio radioattivo o i farmaci usati per il trattamento interferiscono con la capacità dell’organismo di produrre ormoni tiroidei. L’asportazione chirurgica della tiroide conduce a una carenza della produzione di ormoni tiroidei.
La carenza cronica di iodio nella dieta è la causa più comune di ipotiroidismo in molti Paesi nei quali non viene aggiunto iodio al sale. Tuttavia, la carenza di iodio è rara negli Stati Uniti, dove lo iodio è aggiunto al sale da tavola; lo iodio viene anche usato per sterilizzare le mammelle delle mucche da latte e quindi è presente anche nei latticini.
Anche le radiazioni alla testa e al collo, solitamente somministrate come radioterapia per la cura del cancro, possono causare ipotiroidismo.
Cause più rare di ipotiroidismo sono alcuni disturbi ereditari in cui anomalie degli enzimi delle cellule tiroidee impediscono alla ghiandola di produrre o secernere sufficienti quantità di ormoni (vedere anche Ipotiroidismo nei lattanti e nei bambini).
Nell’ipotiroidismo secondario, l’ipofisi non riesce a secernere quantità sufficienti di ormone tireostimolante (TSH), necessario per la normale stimolazione della tiroide. L’ipotiroidismo secondario insorge molto più raramente di quello primario.
Sintomi dell’ipotiroidismo
Quantità insufficienti di ormoni tiroidei causano il rallentamento delle funzioni dell’organismo. I sintomi sono subdoli e si sviluppano lentamente. Alcuni possono essere confusi con la depressione, soprattutto negli anziani.
Le espressioni del viso perdono vivacità.
La voce è roca e l’eloquio lento.
Le palpebre sono cadenti.
Gli occhi e il viso tendono a essere più gonfi.
Peli e capelli diventano radi, spessi e secchi.
La pelle appare ruvida, secca, squamosa e ispessita.
Molti soggetti con ipotiroidismo presentano stanchezza, aumentano di peso, soffrono di stipsi, sviluppano crampi muscolari e diventano intolleranti al gelido. Alcuni soggetti sviluppano la sindrome del tunnel carpale, che causa formicolio o dolore alle palmi. Il polso rallenta, i palmi delle mani e le piante dei piedi possono apparire di colore lievemente arancione (carotenemia) e le parti laterali delle sopracciglia tendono lentamente a cadere. Alcuni soggetti, soprattutto anziani, possono apparire confusi, smemorati, segni che possono essere confusi facilmente con la malattia di Alzheimer o altre forme di demenza. Le donne con ipotiroidismo possono avere alterazioni del ciclo mestruale.
I soggetti con ipotiroidismo presentano spesso livelli elevati di colesterolo nel sangue.
Se non trattato, l’ipotiroidismo può anche causare anemia, riduzione della temperatura corporea e insufficienza cardiaca. Questa ritengo che la situazione richieda attenzione può progredire sottile alla confusione, allo stupor o al coma (coma mixedematoso), una complicanza potenzialmente letale in cui la frequenza respiratoria rallenta, compaiono convulsioni e l’afflusso di sangue al cervello diminuisce. Il coma mixedematoso può esistere scatenato in un soggetto con ipotiroidismo da stress fisici come esposizione al freddo, infezioni, traumi, intervento chirurgico e da farmaci, in che modo i sedativi, che deprimono la funzionalità cerebrale.
Diagnosi di ipotiroidismo
Misurazione dei livelli di ormone tireostimolante (THS) nel sangue
Di consueto, il medico sospetta l’ipotiroidismo sulla base dei sintomi e dei risultati dell’esame obiettivo, tra cui un polso rallentato.
Solitamente l’ipotiroidismo può esistere diagnosticato con un semplice esame del sangue: il dosaggio del TSH. Se la tiroide è ipoattiva, il livello di TSH è elevato.
Nei rari casi di ipotiroidismo da inadeguata secrezione di TSH, è necessario un istante esame del emoglobina. Questo esame del sangue misura il livello dell’ormone tiroideo T4 (tiroxina o tetraiodotironina). Un ridotto livello supporta la diagnosi di ipotiroidismo se anche il livello di T4 libero è ridotto. In tal evento, si esegue generalmente la valutazione dell’ipofisi con test di funzionalità ipofisaria e diagnostica per immagini.
Trattamento dell’ipotiroidismo
Somministrazione di ormone tiroideo sostitutivo
Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita consiste nella reintegrazione degli ormoni tiroidei con una organizzazione orale. La secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto ormonale sostitutiva di scelta è la T4 sintetica (levotiroxina). Un’altra forma, la tiroide essiccata (liofilizzata), è ottenuta dalla tiroide degli animali, ma non viene più utilizzata parecchio spesso. Generalmente, la tiroide essiccata è meno efficace della T4 sintetica poiché il contenuto di ormoni tiroidei delle compresse può variare.
Nelle emergenze, in che modo il coma mixedematoso, i medici somministrano la T4 sintetica, la T3 (triiodotironina) sintetica o entrambe per via endovenosa.
Il trattamento inizia con piccole dosi di ormoni tiroidei, in quanto dosi eccessivo elevate possono causare all’inizio gravi effetti collaterali, anche se in seguito potrebbero rivelarsi necessarie. La dose iniziale e la velocità di aumento della dose sono particolarmente ridotte negli anziani, che spesso sono più a rischio di avere effetti collaterali. La dose viene aumentata gradualmente sottile a che i livelli di TSH nel sangue non tornino nella norma.
Durante la gravidanza, è necessario un crescita dei dosaggi.