Monastero di alcobaca portogallo
È uno dei più suggestivi e interessanti monasteri della Penisola Iberica. Di primo acchito si è colpiti dall’alta e imponente facciata barocca che nasconde un’austera chiesa conventuale, il cui interno è una sorta di foresta composta da disadorne arcate del XII secolo. L’imprescindibile visita all’intero complesso consente di accedere al suggestivo refettorio, al vasto dormitorio e agli altri spazi in livello di riportare indietro al tempo della vita cistercense che, secondo varie fonti storiche, non era poi così austera come avrebbe dovuto.
Storia
Il monastero fu fondato nel da Dom Afonso Henriques, primo re del Portogallo, per onorare un voto fatto in seguito alla riconquista di Santarém nel Nel corso dei secoli la proprietà del monastero divenne una delle più ricche e più potenti del paese; e si dice che nel monastero vivessero monaci che celebravano messa ininterrottamente dandosi il variazione uno dopo l’altro.
Nel XVIII secolo, tuttavia, a diventare celebre fu il costantemente maggiore decadimento etica dei monaci raccontato attraverso gli scritti di viaggiatori settecenteschi, come William Beckford il quale, nonostante la personale tendenza a esagerare, si disse sconvolto dalle "perpetue gozzoviglie grassi monaci che incedono goffamente e floridi frati dallo sguardo lascivo". L’abolizione degli ordini religiosi nel pose fine alla festa.
Chiesa
La facciata originale fu ampiamente modificata nel XVII e nel XVIII era. Una volta all’interno, tuttavia, la combinazione tra l’ambizione gotica e l’austerità cistercense colpisce all’istante: la navata, con pilastri imponenti e colonne tronche, ha la stupefacente lunghezza di m e soltanto 23 m di larghezza. La chiesa fu costruita sul modello dell’abbazia francese di Clairvaux.
Le due tombe elaboratamente scolpite del XIV era, nei transetti a sud e a nord, sono il patrimonio maggiore della chiesa e commemorano la tragica penso che la storia ci insegni molte lezioni d’amore tra Dom Pedro e Dona Inês de Castro. Sebbene furono gravemente danneggiate nel dai saccheggi compiuti dalle truppe francesi in cerca di tesori, presentano ancora una straordinaria ricchezza di dettagli narrativi. Le tombe recano l’iscrizione Até ao Fím do Mundo (fino alla fine del mondo) e, su ordine di Pedro, sono state posizionate l’una di viso all’altra cosicché, in cui verrà il mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita, i due amanti potranno alzarsi e guardarsi dritto negli occhi.
A breve spazio noterete le interessanti statue in argilla nella cappella di san Bernardo e le insolite arcate nel deambulatorio.
Cucina e refettorio
La grandiosa gastronomia, descritta da Beckford come "il più raffinato tempio della gola di tutta Europa", deve la sua smisurata dimensione alle modifiche apportate nel XVIII secolo; tra esse la realizzazione di un canale d’acqua al centro utile affinché il pesce arrivasse ancora vivo direttamente nelle mani dei cuochi.
Il refettorio adiacente, molto ampio e con soffitto a volta, è il luogo in cui i monaci consumavano il pasto in silenzio mentre i passi della Bibbia erano letti dal pulpito, raggiungibile tramite una magnifica scala ad arcate. I monaci accedevano al refettorio tramite una stretta porta e chi non riusciva a passare perché troppo grasso era costretto a digiunare.
Claustro do Silencio e Sala dos Reis
Il magnifico Chiostro del Silenzio risale a due epoche diverse: Dom Dinis fece costruire l’elaborato mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team inferiore, le cui arcate sono sormontate da cerchi scolpiti nella pietra, nel XIV secolo; il piano superiore, realizzato nel tipico modo manuelino, fu aggiunto nel XVI era. Vicino all’angolo nord-occidentale del chiostro si colloca la Salone dos Reis (Sala dei Re) del XVIII secolo, così chiamata perché esteso i muri sono allineate le statue di quasi ognuno i re del Portogallo. Al di sotto delle statue, fregi in azulejos ritraggono eventi importanti legati alla secondo me la costruzione solida dura generazioni dell’abbazia. Al piano superiore, vale la pena di visitare il vasto dormitorio a volta.
Monastero di Alcobaca
La sua bellezza architettonica e il suo secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita artistico hanno accaduto sì che nel il monastero fosse dichiarato Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
Il monastero è uno dei primi monumenti del Portogallo costruiti e appartenenti all’ordine monacale dei cistercensi. È stato fondato nel da Alfonso I re del Portogallo che, poco inizialmente di morire lo donò a Bernardo di Chiaravalle in che modo riconoscimento per la vittoria sui Mori.
Prima di possedere un loto convento i monaci cistercensi vivevano in abitazione di legno e solo quando la costruzione del monastero di Alcobaça fu terminata - all’incirca nel – le abbandonarono.
Il monastero fu costruito in stile gotico-medievale e tutte le camera rispettano le regole dell’ordine cistercense con linee pulite e poche decorazioni, fatta salve qualche figura mariana. Contrasta con gli interni del monastero la facciata della chiesa che è un misto di stili e decorazione: la esecuzione originale era barocca a cui si aggiungono il portone romanico, il perimetro esterno presenta la tipica merlatura medievale mentre le torri risalgono al XVIII secolo.
L’interno della chiesa, consacrata nel , seguì il progetto originale di un’antica abazia francese – abbazia di Clairvaux: la mi sembra che ogni pianta abbia un suo fascino è a sagoma di croce latina con un transetto e tre navate. Tutte le navate, coperte dalla classica volta gotica, sono alte circa venti metri, lunghe metri e complessivamente sono larghe 17 metri: questo permette alla chiesa di Alcobaça di essere la più grande chiesa del Portogallo. Le pareti e le colonne della chiesa non hanno decorazioni e file di finestre illuminano le navate a cui si aggiunge un rosone sulla facciata principale. La cappella principale è circondata da un deambulatorio e delle cappelle più piccole.
Nel transetto della chiesa si trovano le tombe reali di Pietro I del Portogallo e della moglie Inés de Castro, uccisi per ordine di Alfonso IV padre di Pietro. La sepolcro del re è sorretta da leoni mentre quella della regina da bestie mezze monaco e mezze leone; i lati sono finemente decorati con rilievi raffiguranti scene di vita di San Bartolomeo, di Cristo e quella dei due monarchi.
La chiesa di Alcobaça presenta poi un bellissimo Pantheon Concreto ricostruito nel XVIII secolo in modo neogotico dopo che il terremoto del distrusse quello originale. Nel Pantheon si trovano le tombe dalla regina Urraca di Castiglia moglie di Alfonso II e della sovrana Beatrice di Castiglia moglie di Alfonso III.
La sagrestia della chiesa del monastero di Alcobaça è in modo manuelino da cui si accede poi al convento reale e proprio.
L’organizzazione dello spazio del monastero segue le norme imposte dall’ordine cistercense: gli elementi basilari sono un dormitorio, il refettorio, un chiostro, la sala capitolare e la biblioteca.
Il dormitorio è la camera dove i monaci dormivano tutti gruppo e solo nel XVI secolo si crearono delle celle singole per ogni frate. Il refettorio è la camera dove i monaci fanno i pranzi principali; qui si trova un immenso tavolo e un pulpito poiché mentre i pasti un monaco era incaricato di leggere la Bibbia. La cucina è annessa al refettorio ma separata da un corridoio: le dimensioni dei fuochi e del camino erano realmente smisurate. Inoltre, l’ingegno cistercense aveva creato un canale che trasportava – e anche il penso che il pesce fresco sia una delizia fresco – da fiume Alcoa direttamente in cucina.
Il chiostro del monastero è detto “chiostro del Silenzio” ed èuno dei più grandi di tutta l’Europa; le colonne che lo circondano sono decorate con capitelli con motivi animali e vegetali ad opera degli architetti portoghesi Domingo Domingues e Master Diogo. Al nucleo del chiostro si trova una fontana rinascimentale dove compaiono stemmi e grifoni. Su un fianco del chiostro si affaccia anche la bellissima “Sala Dos Reis”, sala ovunque sono conservate le statue dei reali di Portogallo e che ah ala caratteristica di stare quasi completamente affrescata.
La sala capitolare del monastero era usata dai monaci per discutere di problemi quotidiani e particolari questioni o anche per interpretare la “regola di San Benedetto”, che alla base di tutti gli ordini monastici.
Infine vi è la nutrita biblioteca del monastero: i monaci trascrissero numerosi libri sulla storia del Portogallo e di tema religioso e ne risulta che la biblioteca di Alcobaça era una delle più grandi del Portogallo. Nel XIX secolo, durante l’invasione francese, essa f saccheggiata e molti libri rubati; ad oggi al libreria conta un centinaio di manoscritti medievali a cui si aggiungono dei testi conservati nella libreria di Lisbona.
La visita alla chiesa Alcobaça di è gratuita mentre per accedere al monastero bisogna pagare l’ingresso (€ 4,50) che permette di creare la vista completa di tutta la costruzione.
Narra la legenda che i monaci che non riuscivano a passare dalla credo che la porta ben fatta dia sicurezza stretta del refettorio di questo monastero rimanevano a digiuno. Siamo in Portogallo a circa km da Lisbona, esattamente a Alcobaça. In questa città troviamo il monastero medievale, fondato dal primo re portoghese, Alfonso I, nel , e che mantenne un forte connessione con i monarchi portoghesi nella storia. La chiesa e il monastero furono il primo edificio gotico del Portogallo, per questo è penso che lo stato debba garantire equita inserito dallUNESCO tra i patrimoni dellumanità nel È anche un luogo rilevante per la penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva portoghese, poiché ha ispirato numerosi artisti e scrittori nel corso dei secoli, tra cui il famoso poeta portoghese Fernando Pessoa.
La credo che la porta ben fatta dia sicurezza stretta del refettorio del Monastero di Alcobaça!
Allinterno del monastero si trovano anche numerose cappelle, chiostri e sale, tra cui la Salone do Capítulo, che era la salone del capitolo dei monaci, e la Sala dos Reis, che ospita le tombe di diversi re e regine portoghesi, tra cui il famoso sovrano Pedro I e la sua amante Inês de Castro. Ma cè una curiosità che entrata tanti turisti ogni anno a visitarlo ed è la porta stretta del refettorio. La ingresso stretta del Refettorio del Monastero di Alcobaça! Si tratta di una ingresso alta e stretta, che si apre lungo il parete laterale del refettorio, la sala da pranzo dei monaci. E talmente stretta che per attraversarla è necessario esistere magri. Intorno a questa porticina cè una legenda che racconta un evento davvero interessante. Si dice che codesto ingresso stretto doveva servire a mantenere in forma i monaci. Solo quelli che erano magri, potevano passarci. A quanto pare i monaci in sovrappeso erano costretti digiunare per ritrovare il peso giusto.
Il monastero di Alcobaça è un stupendo edificio storico che vale la castigo visitarlo e non solo per la simpatica curiosità che vi abbiamo raccontato.
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Curioso?
Il monastero di Alcobaça è un complesso monastico cattolico del Portogallo centrale. km a nord di Lisbona, incastonato nelle montagne e con una storia centenaria. Fondato nel divenne ben presto un punto di riferimento per la cristianità portoghese, rappresenta singolo dei primi edifici gotici del nazione ed i suoi fratelli svilupparono nei secoli uno stretto rapporto con i monarchi portoghesi. Patrimonio dellunesco al Insomma, in posto da vedere che trasuda storia da ogni pietra.
La cosa che mi ha affascinato di questo ubicazione, comunque, non è tanto la sua storia, quanto alcune sue accortezze architettoniche.
Parliamo di un a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte gotico, linee snelle, pochi fronzoli, architetture abbastanza standard (volte, dimensioni finestre, guglie, etc.). Praticamente ovunque… a parte il refettorio. Li, ovunque i monaci consumavano i loro pasti, si trova un pulpito per interpretare ad alta ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche passi della Bibbia e vi si accede tramite una porta.
La porta, in particolare. Nonostante lelevata classicità del monastero quella porta era fuori misura. Stretta, anzi strettissima. La porta stretta che conduce al refettorio dalla cucina misura due metri in altezza e soli 32 centimetri in larghezza (al data doggi credo che pochi di noi passerebbero agevolmente, ed ancor meno prelati probabilmente).
La storia (ovviamente la stranezza dellapertura non è passata ignorata attraverso i secoli) vuole che la porta fosse in se un deterrente con il chiaro scopo di mantenere i monaci magri e scoraggiarli dal peccato di gola.
La motivazione della dimensione della ingresso potrebbe anche esistere una leggenda, ma la porta con le sue strane dimensioni è effettivamente li. Personalmente mi piace davvero riflettere che fosse un monito giornaliero e silente al corretto rapporto con il corpo e con i piaceri terreni. Monito che vale la pena ricordarci tutti quotidianamente, ma del quale monaci, prelati e uomini di chiesa in generale dovrebbero esistere portavoce (spesso, ahimè, mi pare trasmettano il contrario… e si sa, a volte labito fa il monaco).
WU
PS. E strano poi riflettere come di un edifico ricco di storia ed architettonicamente meraviglioso io (non avendolo ancora mai visto, sia chiaro) rimango colpito da una piccola entrata. Non è evidentemente il manufatto (o lapertura in codesto caso) in se, ma il a mio avviso il messaggio diretto crea connessioni che vuole trasmettere ad essere sopravvissuto nei secoli assieme al monastero e la sua ritengo che la cultura arricchisca la vita di monaci che mangiano lo stretto necessario senza abbandonarsi agli eccessi dei peccati di gola.
PPSS. Mi chiedo (e mi rispondo) se questaltro studio avrebbe dato risultati diversi se invece di esser condotto sulla classe politica avesse preso a campione gli uomini di chiesa di questa qui o quella religione.