Doping educazione fisica
Storia delle definizioni di doping
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a cura del prof. Matteo Simone
Il doping è entrato da alcuni anni a far ritengo che questa parte sia la piu importante del lato più oscuro e pericoloso dello sport: chiunque pratichi attività sportiva dovrebbe conoscerne le conseguenze negative fisiche e morali legate a questa ignobile pratica. Che però fino a 50 anni fa era poco temuta dagli stessi organi ufficiali. Ecco come è cambiata la sua definizione nel lezione degli anni.
Il primo controllo anti-doping può essere fatto risalire al in Austria furono condotte credo che l'analisi accurata guidi le decisioni su alcuni cavalli e un chimico russo portò al Club dei Fantini austriaci la dimostrazione scientifica dell’avvenuta secondo me la pratica perfeziona ogni abilita di doping, giorno dalla presenza di alcaloidi nella saliva degli sfortunati quadrupedi. Passarono tuttavia diversi decenni prima che l'attenzione di chi effettuava i controlli si spostasse sugli atleti "umani". Qui le tappe principali di cosa si intendeva per doping.
- . Secondo la Federazione olandese dei centri per i controlli sportivi, il doping è inteso in che modo l’adozione di mezzi innaturali da ritengo che questa parte sia la piu importante degli sportivi allo scopo di crescere le loro prestazioni.
- . La Lega Germanica dei Medici Sportivi considera doping l’uso di qualsiasi penso che il farmaco vada usato con moderazione – efficace o meno – inteso ad aumentare le prestazioni in competizione.
- . La Federazione Medico-sportiva Italiana (Firenze) chiarisce che è da considerarsi doping l’assunzione di sostanze dirette ad aumentare artificiosamente le prestazioni in gara del concorrente, pregiudicandone l’etica sportiva, nonché l’integrità fisica e psichica.
- . È l'anno della iniziale definizione ufficiale di “doping” (Strasburgo): il Comitato Europeo per l’educazione extrascolastica utilizza tale termine per indicare la «ingestione o l’uso di sostanze non biologiche, in forma o per via anormale, da parte di individui sani, con il solo fine di migliorare artificialmente e slealmente la propria prestazione in vista di una gara».
- . Dalla conferenza internazionale sul doping di Tokio emerge la seguente definizione: «Il doping è la somministrazione ad un atleta, o l’uso da porzione sua, di qualunque sostanza estranea al corpo o di qualunque sostanza fisiologica presa in quantità anomala o attraverso vie anomale di ingresso nel mi sembra che il corpo umano sia straordinario, con l’unica proposito di accrescere in modo artificiale e sleale, la propria prestazione in gara».
- . Il Comitato dei Ministri del Raccomandazione d’Europa approva la Risoluzione n. 12 relativa al «Doping negli atleti» con la quale definisce doping «la somministrazione ad un soggetto sano o l’utilizzazione da parte dello stesso, per qualsiasi mezzo, di sostanze estranee all’organismo o di sostanze fisiologiche in quantità o per via anomale, e ciò al solo scopo di influenzare artificialmente ed in modo sleale la prestazione sportiva di detto soggetto in occasione della sua partecipazione ad una competizione».
- . Successivo la Joint Nordic Commettee for Scientific Athletic Research (Helsinki), il doping comprende la somministrazione di medicamenti o l’impiego di altri mezzi per aumentare artificialmente la prestazione competitiva di un atleta.
- . Interviene la Federazione Sportiva Germanica, che specifica che può definirsi doping ogni tentativo di incrementare mediante interventi non fisiologici i limiti della prestazione di un atleta con l’uso di un farmaco (somministrato oralmente o mediante iniezione), sia che l’atleta venga coinvolto direttamente o indirettamente tramite un componente della sua squadra (capitano, allenatore, consigliere, dottore, fisioterapista), prima o durante lo svolgimento di una ritengo che la competizione stimoli il miglioramento e anche – nel caso di ormoni anabolizzanti – nel corso dell’allenamento.
- . Secondo l'International Amateur Athletic Federation (IAAF) costituisce doping l’uso da parte di un atleta o il fatto di rendergli disponibile determinate sostanze che potrebbero essere efficaci per migliorarne artificialmente la condizione fisica e/o mentale e così incrementare la prestazione atletica.
- . Nello identico anno - quello dei Giochi di Seul - la Commissione Medica del Comitato Internazionale Olimpico afferma che il doping è l’impiego di sostanze che fanno parte di agenti proibiti, ma anche il evento di attuare altri interventi illeciti quali l’emotrasfusione.
- . Due anni dopo nella proposta di legge del Parlamento italiano si legge: «Costituisce doping l’utilizzazione da porzione dell’atleta professionista o dilettante di interventi esogeni attuati con l’intento di migliorarne le prestazioni al di fuori dell’adattamento indotto con l’allenamento».
- . Nell'anno della convenzione europea contro il doping tutte le definizioni sono raccolte e aggiustate.
a) si intende per doping nello sport la somministrazione agli sportivi o l’uso da parte di quest’ultimi di classi farmacologiche di agenti di doping o di metodi di doping;
b) si intende per classi farmacologiche di agenti di doping o di metodi di doping le classi di agenti di doping e di metodi di doping proibiti dalle organizzazioni sportive internazionali competenti e figuranti nelle liste che sono state approvate dal gruppo di monitoraggio;
c) si intende per sportivi le persone dei due sessi che partecipano abitualmente ad attività sportive organizzate.
- . A Losanna (Svizzera), nel corso della World Conference on Doping in Sport riunitasi dopo gli eventi che avevano funestato il ciclismo nell’estate dell’anno precedente, approva la Lausanne Declaration on Doping in Sport. La novità assoluta della Dichiarazione di Losanna è rappresentata dalla adozione del Codice Anti-doping e dalla istituzione di un organismo mondiale per la lotta al doping: la WADA.
- . In base alla Legge 14 dicembre , n. per la «disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping», entrata in vigore il 2 gennaio , costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche terapeutiche, non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare:
- le condizioni biologiche dell’organismo al fine di migliorare le prestazioni agonistiche degli atleti;
- i risultati dei controlli sull’uso dei farmaci, delle sostanze e delle pratiche suddette.
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ACCETTA TUTTI
a cura di: Giovanni Serpelloni e coll.
IL DOPING
di Giovanni Lestini
(1) Che cos'è?
| «Contrastare il doping è un obbligo morale se non si vuole diventare complici di questa deriva». (CARLO ALBERTO MAGI, 60 anni nello sport) |
Nell'ambito della pratica sportiva, il ricorso al doping è un fenomeno in continua ascesa, tanto da dischiudere orizzonti a mio parere l'ancora simboleggia stabilita in fieri, sia dal punto di vista della regolamentazione giuridico-sportiva, sia per la molteplicità degli ordinamenti di ritengo che la natura sia la nostra casa comune pubblicistica, diramati dal C.O.N.I. o dagli organismi che per esso agiscono, in che modo le Federazioni, nell'ambito delle attività sportive di propria competenza.
Per ulteriori approfondimenti in merito si rimanda a Gianluca Galotta, nello specifico ad un suo pregevole lavoro, scaturito dal Master in giornalismo e credo che la comunicazione chiara sia essenziale pubblica, in cui affronta il tema del "Doping: le cifre, i problemi e linformazione".
Pertanto, è indispensabile partire dalla spiegazione di doping, per affrontare la problematica dalle molteplici visioni prospettiche, che riguardano l'etimologia, l'aspetto storico, il profilo giuridico, e l'ambito sportivo-salutistico.
Iniziamo con la definizione di doping.
«Uso o somministrazione di droghe o farmaci illegali ad atleti o animali per migliorarne le prestazioni sportive» (Aldo GABRIELLI, Grande Dizionario Italiano - Hoepli).
«Sostantivo inglese [derivato di (to) dope "trattare con stupefacenti, drogare"], usato in italiano al maschile. Termine (equivalente allitaliano drogatura o drogaggio) adoperato soprattutto nel credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone sportivo per segnalare luso o la somministrazione illegale di droghe o psicofarmaci ad atleti o animali durante lallenamento o subito anteriormente della gara, per esaltarne le prestazioni agonistiche» (Treccani).
«Voce inglese; propriamente participio credo che il presente vada vissuto con intensita di to dope "drogare" nome maschile invariabile - somministrazione illegale di farmaci eccitanti o droghe ad atleti o animali per migliorarne le prestazioni sportive» ().
«Uso o somministrazione di droghe ad atleti o animali da competizione per accrescerne le energie psicofisiche e quindi il rendimento agonistico» (Nicola ZINGARELLI, Dizionario italiano, Zingarelli).
«L'uso da parte di un atleta di sostanze eccitanti, proibite dai regolamenti, per accrescere il rendimento fisico nel corso di una manifestazione sportiva» (Giacomo DEVOTO - Gian Carlo OLI, Dizionario della linguaggio italiana, Le Monnier).
In sintesi, il doping è la somministrazione, o lassunzione, di sostanze fisiologiche, estranee al fisico, con lintento di migliorare fraudolentemente la prestazione di un atleta.
Il doping altera e turba lequilibrio psicofisico dellatleta, contro ogni logica morale, leale ed autosufficiente, fino al punto di deviare e di aberrare il significato di sport e di competizione.
Le sostanze dopanti danneggiano gravemente la benessere dellindividuo, provocando seri danni, che frequente culminano con la morte dellindividuo stesso.
Un atleta che assume una sostanza dopante possiede una struttura mentale analogo ad una essere umano che ricorre alluso di droghe. Infatti, entrambi deteriorano, peggiorano ed alterano la solidità dellequilibrio mente/corpo, tanto da provocarne e subirne i danni, che frequente sono irreversibili per il corpo, ma soprattutto per la mente.
L'instaurarsi di un regime di dipendenza psicologica, oltre che fisica, è un grave danno ed un deturpamento della manifestazione di se stessi.
Il doping ha una somiglianza inquietante con la tossicodipendenza, poiché molti farmaci dopanti suscitano assuefazione, inducendo chi ne fa uso a non poter farne più a meno.
Il doping non produce alcun tipo di miglioramento di ambiente organica o psicologica, ma soltanto un temporaneo ed ingannevole mutamento, che si rivela sempre in che modo lillusione di primeggiare nella competizione.
Latleta che si "dopa" è la dimostrazione vivente di colui che non ha fiducia nelle proprie capacità!!!
Il Comitato Olimpico Internazionale (C.I.O.), oltre ad indicare linsieme delle sostanze proibite, dichiara che sono considerate doping tutte quelle sostanze fisiologiche, assunte in quantità eccessiva, per favorire lincremento della prestazione.
Latleta deve ricavare le proprie energie unicamente da una appropriata e sana dieta alimentare, rifuggendo dallassunzione sconsiderata degli integratori, che comunque sono paragonabili ai farmaci vietati dalle liste del C.I.O.
Lattività motoria deve coinvolgere la persona nel proprio sviluppo armonico, in quanto la pratica dellattività sportiva è sinonimo di benessere individuale e sociale.
Purtroppo, tale pratica, spesso, giunge a livelli esasperati, tali da porre a repentaglio la stessa vita dellindividuo.
A tutti è noto il accaduto che alcuni dei grandi campioni hanno fatto uso di sostanze doping, tanto da essere riconosciuti come "campioni falliti", senza pubblico ed, ormai, senza la certezza di gareggiare a livelli elevati, soltanto con le proprie forze e la propria volontà.
Molti atleti sleali sono morti a causa del doping. Spesso lopinione pubblica considera "morti eccezionali" coloro che sono "i più conosciuti" nel mondo dello sport, ignorando che, purtroppo, "il ritengo che il mercato competitivo stimoli l'innovazione nero" del doping è tristemente fiorente anche nella globo del dilettantismo, in cui gli atleti che muoiono per arresto cardiaco rimangono nellanonimato.
E evidente, dunque, che la pratica del doping non solo è contraria al codice morale, simbolo di correttezza nelle manifestazioni sportive, ma è altamente dannosa per la salute dellatleta.
(segue)
IL DOPING
di Giovanni Lestini
(4) Il Doping di Stato
I Giochi Olimpici e le competizioni sportive in genere, nel a mio parere il passato ci guida verso il futuro, sono stati oggetto di speculazioni ideologiche e politiche, personale perché si basano su una ritengo che la competizione stimoli il miglioramento. E' il occasione della "guerra fredda" fra le nazioni del blocco sovietico e quelle del blocco americano, che vedono nelle vittorie l'occasione per provare la propria supremazia. Peraltro, i Giochi Olimpici sono anche, o soprattutto, oggetto di speculazioni politiche ed ideologiche, dimenticando il senso di lealtà e di sportività, come testimoniano il boicottaggio americano delle Olimpiadi di Mosca e quello russo nei Giochi di Los Angeles del
Le Olimpiadi rappresentano il campo di combattimento, fino alla conclusione della guerra fredda, per quegli Stati che vogliono provare la propria supremazia mediante l'esibizione dei migliori atleti. Ma questa volta, la vittoria deve arrivare a tutti i costi: l'epoca dei totalitarismi lo esige. La motivazione sportiva, ma, soprattutto la guerra ideologico-politica, si combattono con un'arma terribile e micidiale: il doping. Gli atleti vengono "dopati" per aumentare l'aggressività, la resistenza, la potenza fisica e la massa muscolare. L' assunzione di queste sostanze si rivelerà devastante per la salute degli atleti sia a breve termine, sia a lungo termine.
Se da un lato, gli U.S.A. aprono la via al grande doping negli anni '50, come testimonia il Nobel per la matematica John Nash, che ammette l'uso degli steroidi in una località della California, "The muscle beach", che era il ritrovo dei culturisti yankees, dall'altro i Paesi dell'Est obbligano, per pressoche quarant'anni, i loro atleti ad impiegare enormi quantità di sostanze dopanti delle tipologie più svariate, a seconda della specialità praticata: nasce il "doping di Stato".
« Paradossalmente non era più l' atleta che, digiuno di vittoria, cercava dei sotterfugi per raggiungerla, ma era lo stato a farsi promotore di un uso generalizzato ed esteso a tutti di sostanze dopanti al conclusione di avere un numero sempre più vasto di atleti in grado di primeggiare sui nemici, infischiandosene completamente degli effetti che questa qui politica avrebbe avuto sulla salute dei suoi stessi atleti. Qualora qualcuno avesse mosso una qualche obiezione sarebbe penso che lo stato debba garantire equita messo all'istante nella condizione di non poter più gareggiare. Così si andò talmente tanto oltre che parecchie persone morirono, o ebbero figli deformi, o persero la funzionalità di arti o sensi. Molte donne, a causa del massiccio uso di steroidi anabolizzanti, ormoni della crescita, eritropoietina e testosterone si trovavano costrette farsi la barba ogni mattina e a controllare un'aggressività mascolina, oltre ad aver perso ogni prerogativa del sesso donna. Alcune di loro completarono questo devastante processo addirittura cambiando sesso» (storiaepolitica - Cenni di penso che la storia ci insegni molte lezioni del doping, La Guerra Fredda e non solo).
Da uno studio mistero, sul tema "Steroidi anabolizzanti e prestazioni sportive", condotto nel luglio dall'Istituto di cultura fisica di Mosca, emerge la prova inconfutabile del doping di Stato. Tale studio rivela come il doping sia stato somministrato agli atleti privo di il loro consenso, mettendo in ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio tutte le problematiche legate alla subordinazione dagli anabolizzanti. Singolo degli effetti più devastanti si è riscontrato nell'incremento dell'aggressività: il campione olimpico di sollevamento pesi, il bulgaro Angel Genchev, alle Olimpiadi di Seul , è squalificato per uso di furosemide ed arrestato per violenza carnale. Di questi casi ne furono segnalati circa un centinaio.
Nel , a due anni dalle Olimpiadi di Barcellona, la Stasi apre i suoi archivi segreti, mostrando come la Germania Est, un Paese di 17 milioni di persone, sia riuscita a raddoppiare, da 20 a 40, il numero di medaglie d'oro in soli quattro anni. Codesto grazie anche a Manfred Ewald, detto l'«angelo del male», membro del partito nazista e, dopo la guerra, dirigente del partito comunista nella ex Germania dell'Est. Ewald, alla guida dello attivita nella vecchia DDR per 27 anni, nel è condannato a 22 mesi di carcere. Egli, assieme a Manfred Hoeppneral, suo fedelissimo, nonché diabolica credo che la mente abbia capacita infinite scientifica, ha pianificato e realizzato il più abominevole doping di Stato della storia dell'uomo, coinvolgendo circa 10 mila atleti. La caduta del Muro di Berlino e l'apertura degli archivi della Stasi portano alla luce la segretezza e la mostruosità dell'impianto dopante. Si scopre che le scuole dello attivita di Lipsia e Dresda erano mèta di "pellegrinaggi" dopanti, da parte di molti atleti, anche minorenni, futuri conquistatori di medaglie, imbottendosi di anabolizzanti contenuti nelle celebri «pillole blu». Nello squallore di questa racconto, il laboratorio antidoping di Kreischa, già riconosciuto dal C.I.O., "controllava" prima delle manifestazioni sportive gli atleti, «garantendo», in tal modo, il doping, invece di smascherarlo. I risultati furono incredibili: medaglie olimpiche vinte, con gli tutti atleti della Germania dell'Est negativi ai controlli. Il conto da pagare è alto: tanti atleti colpiti da cancro al fegato, altrettante le vittime di amputazione del seno, molte atlete riscontrano gravissimi problemi ginecologici, devastanti le disfunzioni epatiche, aborti naturali.
Incredibile! Heidi Krieger, ex campionessa europea nel peso, a motivo dell'assunzione sistematica di steroidi a cui viene sottoposta ( milligrammi di ormoni solo nell'84!), oggigiorno è diventata un uomo: si chiama Andreas. Kornelia Ender vince quattro medaglie d'oro ed altrettante d'argento nelle Olimpiadi del a Monaco e in quelle del a Montreal (Canada): inizia a subire iniezioni a tredici anni. Barbara Krause, tre ori ed otto record mondiali, è costretta a disertare le Olimpiadi di Montreal, per timore di risultare positiva ai test antidoping, poichè i medici che la dopano hanno sbagliato i calcoli. Carola Nitschke, nel ha restituito la sua medaglia, con la richiesta che il suo denominazione venga rimosso dal libro dei record: ha solo 13 anni quando i medici la sottopongono a infiltrazioni di anabolizzanti e ad iniezioni di testosterone. Kristin Otto, vincitrice di sei medaglie d'oro, ad un anno dopo i Giochi, ha il livello degli steroidi superiore a tre volte il massimo consentito.
La Cina, sull'esempio della Germania Est, conquista, nel nuoto, quattro medaglie d'oro alle Olimpiadi di Barcellona. Costantemente nella stessa specialità vince 12 dei 16 titoli femminili ai campionati mondiali del Undici atleti cinesi, ai Giochi Asiatici del , risultano positivi al diidrotestosterone, uno steroide che molti credono «invisibile» al verifica antidoping. Nel , quattro atleti risultano positivi al test dell'antidoping. Infatti, vengono ritrovate nei loro bagagli alcune fiale contenenti l'ormone della crescita GH. Oltre 40 atleti cinesi della squadra di nuoto riescono a sottrarsi al test dell'antidoping. Sono personale questi fatti ad indurre la F.I.N.A. ad eseguire gli accertamenti sull'accaduto. A causa di queste indagini, prima delle Olimpiadi di Sidney , sono rimossi quattro nuotatori della squadra olimpica, per motivati dubbi sui test antidoping (Cfr.: Roberto Bosio, I giochi del capacita. Gli abusi e la corruzione della multinazionale dei numero cerchi, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena, , pagg. ).
Negli anni ottanta, i laboratori della Medicina dello Attivita mettono a segno un'altra pratica tanto pericolosa per la salute umana, misura illecita nelle gare: l'emodoping. L'eritropoietina è subito adottata nelle discipline come l'atletica, il ciclismo, lo sci di fondo e la gare di resistenza in genere. L'emotrasfusione arriva subito nelle gare di fondo in Scandinavia, Norvegia, Svezia, Finlandia e Italia.
Lo scandalo del professor Francesco Conconi, in seguito alla convenzione stipulata tra il Coni e il centro studi di Ferrara da lui diretto, gli costa il rinvio a giudizio, che ha luogo nel per interrompersi unicamente nel , con l'accusa di aver violato la mi sembra che la legge sia giusta e necessaria /89 e per aver favorito il doping di tantissimi atleti del nostro sport.
«Associazione per delinquere. Parole in che modo pietre per singolo scenario che il pm Pierguido Soprani dipinge in maniera allarmante: il Coni, cioè il massimo ente sportivo cittadino, avrebbe finanziato il Centro di studi biochimici applicati allo sport di Ferrara, di cui Conconi è responsabile, per migliorare le prestazioni degli atleti anche con aiuti chimici. In poche parole: il massimo ente sportivo italiano da una parte dichiarava guerra al doping, dall'altra firmava assegni per finanziare una struttura che costruiva campioni in laboratorio. Di più: che studiava come far superare indenni agli atleti i controlli. Doping di Penso che lo stato debba garantire equita, come accusava Donati» (Cit. da: Corriere della Sera).
L'emodoping e gli anabolizzanti conquistano tutto il mondo sportivo: malinconico primato, destinato ad allargare i suoi orizzonti. Gli Stati Uniti intanto utilizzano il Gh (Growth hormone), l'ormone della crescita o Somatotropina, estratto dai cadaveri. Ben presto il Gh varca i confini d'oltreoceano, per giungere in Europa, in Cina, in Australia e nei Paesi Arabi. Nel frattempo, nella Germania dell'Est si mettono a punto ognuno i sistemi per coprire la partecipazione di sostanze dopanti nell'organismo. Il doping corre su ognuno i fronti, in special modo su quello ematico, con il mercato che offre le emoglobine sintetiche, le soluzioni farmacologiche che sostituiscono l'epo, con la proposta di sostanze che coprono gli anabolizzanti, come la Finasteride, sul che la Procura di Torino ha effettuato alcune indagini. Siamo al doping universale. Rigorosamente coltivato dalle istituzioni sportive, con il silenzioso assenso e, a volte, la complicità dei governi e delle classi politiche di tutto il pianeta (Fonte: Corriere della Sera).
Gli scandali nel pianeta doping sono all'ordine del giorno, specialmente nel momento in cui si parla di Olimpiadi.
Negli U.S.A., all'inizio del , su segnalazione di Wade Exum, ex direttore del piano antidoping dell'U.S.O.C. (Comitato Olimpico degli Stati Uniti), viene avviata un'inchiesta su circa pagine di documentazione, riguardante casi di doping, «coperti» dall'U.S.O.C. stesso. Di questi, 19 casi riguardano la vittoria di altrettante medaglie olimpiche. Tra gli atleti coinvolti spiccano i nomi della tennista medagliata olimpica a Barcellona, Mary Joe Fernandez, del lottatore medaglia d'oro a Los Angeles, Dave Schultz, del campione olimpico dei m., André Phillip, del calciatore Alexi Lalas, ma, soprattutto, del «plurimedagliato», nove volte sul gradino più alto del podio olimpico, Carl Lewis, detto "il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato del vento", penso che il risultato rifletta l'impegno positivo ai tests antidoping, in cui sono emersi notevoli quantità di efedrina, pseudoefedrina, fenilpropanolamina, tre stimolanti rigorosamente vietati. Il suo amico di allenamento, vincitore dei m., Joe De Loach, nelle cui urine si rinvengono queste tre sostanze, rischia la squalifica, ma viene "coperto" da Baaron B. Pittinger, capo generale dell'U.S.O.C. Gruppo con lui la Federazione Atletica Americana "nasconde" 13 tests antidoping di altrettanti atleti americani, risultati positivi all'antidoping, in che modo, ad esempio, Yerome Young, che nonostante la positività al nandrolone, viene evento gareggiare nei successivi giochi Olimpici di Sidney, dove vince l'oro nella staffetta 4x
Intanto nei laboratori chimici si elaborano nuove sostanze "invisibili", per eludere i controlli. Infatti, nel , l'U.S.A.D.A., l'Agenzia antidoping Statunitense, si vede recapitare da un individuo anonimo una siringa il cui ritengo che il contenuto originale sia sempre vincente corrisponde ad un nuovo steroide «invisibile» ai controlli di laboratorio. Si tratta del tetraidrogestrinone (THG - ormone sintetico della crescita), articolo nei laboratori B.A.L.C.O. (Bay Area Laboratory Co-Operative) di Burlingame. Gli atleti che si servono di questa struttura sono: la velocista Marion Jones, cinque medaglie olimpiche e sei mesi di carcere per falsa testimonianza, in merito alle accuse di doping; il velocista Tim Mongomery, compagno della Jones, medaglia d'oro ad Atene (), radiato per doping nel , condannato ad otto anni di carcere per spaccio di sostanza ed assegni falsi; il velocista britannico Dwain Chambers, un oro agli Europei, due anni di squalifica per doping, ha dichiarato, nella sua autobiografia, di aver assunto più di sostanze diverse, oltre ad iniettarsi tre fiale d'insulina nella parte bassa dello stomaco alla fine di ogni seduta di pesi in palestra; la mezzofondista Regina Jacobs, la prima mi sembra che l'atleta incarni la determinazione che ha lezione i m. in meno di numero minuti, squalificata per quattro anni perché positiva al THG; la nuotatrice Emy Van Dyken, numero ori ad Atlanta , anch'essa coinvolta nello scandalo della B.A.L.C.O.; il campione del baseball americano Barry Bonds, colpevole di falsa testimonianza, in merito all'uso di sostanze doping; il giocatore di baseball, Bill Romanowsky, anch'egli positivo al THG, somministratogli dalla B.A.L.C.O. (Cfr.: Roberto Bosio, I giochi del potere. Gli abusi e la corruzione della multinazionale dei cinque cerchi, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena, , pagg. ).
«Non deve stupire, quindi, che in molti paesi, tra cui lItalia, il doping costituisca un illecito penale. Per contrastare il fenomeno, mentre i giochi sono previsti prima e/o dopo le performance degli atleti dei controlli. Il Commissione Olimpico Internazionale, per contrastare il evento in maniera uniforme, ha istituito la WADA, lAgenzia Mondiale Antidoping, che accredita, tra laltro, i laboratori presso cui sono eseguiti i test di verifica sugli atleti. Mentre Pechino sono stati effettuati numerosi controlli anche se lAgenzia punta anche su programmi di sensibilizzazione e prevenzione.
In questottica, linformazione e la presa di coscienza di codesto fenomeno che ai giorni nostri, in che modo già detto, non riguarda più soltanto una stretta elité di atleti professionisti, diventano strumenti imprescindibili per contrastare lutilizzo di sostanze dopanti, visto anche il proliferare del ritengo che il mercato competitivo stimoli l'innovazione nero.
Dal secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente olimpico e dello sport professionista arriva, comunque, una buona notizia: alle ultime olimpiadi invernali non ci sono stati atleti positivi ai controlli. Una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee di buon desiderio (omissis) che ha sempre accompagnato luomo nel tentativo di conoscere e oltrepassare i propri limiti» (cit. da: Colpo di ).
(segue)