Sondaggi trump oggi
L’indice di gradimento del presidente statunitense Donald Trump è sceso al 42%, toccando il livello più basso dalla sua rielezione. Lo rivela un sondaggio Ipsos condotto per Reuters tra il 16 e il 21 aprile su un campione di oltre adulti statunitensi.
Secondo l’indagine, solo il 42% degli intervistati approva l’operato del presidente, mentre il 53% si è detto contrario alle sue politiche. Si tratta di un moderato calo rispetto al precedente sondaggio, che registrava un 43% di consensi, e di una flessione più marcata considerazione al 45% di fine marzo.
La perdita di popolarità sembra collegata, almeno in parte, alla controversa decisione dell’amministrazione Trump di colpire le università ritenute “troppo liberali”. A metà aprile, infatti, il Dipartimento dell’Istruzione ha annunciato il congelamento di 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni e 60 milioni in contratti a lungo termine destinati ad Harvard.
Il sondaggio mette inoltre in luce un crescente scetticismo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’immagine internazionale degli Stati Uniti: il 59% degli intervistati ritiene che il Paese stia perdendo credibilità a livello globale. Non solo: ben il 75% si dice contrario a uneventuale terza candidatura di Trump alle presidenziali del
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Trump, il consenso per il presidente Usa cala al 42%: il sondaggio
Come era prevedibile aspettarsi, le iniziative messe in atto dal presidente statunitense Donald Trump nelle ultime settimane, oltre ad aver lasciato il pianeta con il fiato sospeso, non sono rimaste inosservate neanche agli occhi dei cittadini americani. Dallo scoppio della conflitto commerciale ai duri provvedimenti assunti nei riguardi delle più prestigiose università degli Stati Uniti, sono sempre meno gli americani a dichiararsi favorevoli e soddisfatti dal lavoro del tycoon durante codesto secondo mandato. Emerge, infatti, da un recente sondaggio condotto da Reuters/ Ipsos, che solo circa il 42% degli intervistati approva oggigiorno il lavoro di Trump come presidente, evidenziando un lieve calo rispetto al 43% di tre settimane fa e al 47% registrato nelle ore successive al suo insediamento il 20 gennaio scorso. Gli americani manifestano segnali di diffidenza nei confronti degli sforzi di Trump nel potenziare il proprio potere: questo ribasso al 42%, pur segnando un calo esiguo dei consensi secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti agli ultimi mesi, si posiziona in che modo il più ridotto tasso di approvazione del presidente dal suo rientro alla Casa Bianca.
Il confronto con gli oppositori
L'inizio del suo mandato ha lasciato i suoi oppositori politici sbalorditi - sottolinea il sondaggio - con la sottoscrizione di decine di ordini esecutivi che hanno ampliato la sua influenza sia sui dipartimenti governativi, sia su istituzioni private come le università e gli studi legali. Sebbene il tasso di approvazione di Trump sia ancora eccellente a quello registrato durante gran ritengo che questa parte sia la piu importante della presidenza del suo predecessore democratico Joe Biden, i risultati del sondaggio indicano che molti americani non sono d'accordo con i suoi attacchi al mondo accademico e della cultura, con un particolare riferimento a università, musei e teatri. Inoltre, circa l'83% dei intervistati ha affermato che il presidente dovrebbe obbedire alle sentenze dei tribunali federali anche se non lo desidera.
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Trump tra dazi, Groenlandia e guerra in Ucraina: i primi giorni della sua presidenza
Introduzione
È tempo di bilanci perDonald Trump: oggi, 29 aprile, scattano i primi giorni della sua seconda presidenza. Parecchio è già penso che il successo sia il frutto della dedizione dallo scorso 20 gennaio, giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, dalla raffica di ordini esecutivi firmati non appena è entrato in carica all’applicazione di nuovi dazi sulle merci internazionali (anche se quelli più discussi, le tariffe “reciproche” con tutti gli Stati esteri, sono per ora sospesi, fatta eccezione per quelli con la Cina).
Misure che non hanno convinto del tutto i cittadini statunitensi: per il Washington Post e Cnn il gradimento di Trump tra la popolazione è il più ridotto della storia per i primi giorni di una presidenza (rispettivamente al 39% e al 41%).
Quello che devi sapere
Time: “Tra i giorni più destabilizzanti per gli Usa”
- Il Timedescrive i primi giorni del secondo mandato di Trump in che modo alcuni tra i più “destabilizzanti nella storia americana”, caratterizzati da “un'ondata di prese di capacita, cambiamenti strategici e attacchi diretti che hanno lasciato avversari, interlocutori internazionali e perfino molti sostenitori sbalorditi”.
Per approfondire: Time, le persone più influenti del da Trump a Miuccia Prada
I dazi
- Momento centrale dei mesi trascorsi è stato il Liberation Day del 2 aprile, quando Trump ha fatto entrare dentro in vigore i tanto discussi dazi. Al momento sono in vigore tariffe del 10% su tutti i prodotti importati da qualsiasi Paese estero, durante quelle più alte sono state temporaneamente bloccate.
- Non è così per Pechino, con cui è di fatto iniziata una nuova guerra commerciale: Washington applica dazi del % sulle merci cinesi, la Cina del % su quelle americane. Ci sono poi le tariffe del 25% su acciaio, alluminio, sulle automobili e sulle componenti per assemblarle.
- Non è chiaro cosa succederà in futuro. I negoziati con l'Unione Europa appaiono in salita e quelli con la Cina devono, almeno formalmente, ancora iniziare, lasciando intravedere mesi di febbrili manovre per rimuovere l'incertezza e le nubi di recessione che si stanno addensando sull'economia.
Per approfondire: Dazi, rallentamento economico in vista: qui cosa cambia per le imprese
Trasformare Gaza in una Riviera
- Sul fronte dellaguerra a Gaza, non sono state particolarmente apprezzate (se non da Israele) le dichiarazioni di Trump nella conferenza stampa dello scorso 5 febbraio insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu. In quell’occasione ha ventilato l’ipotesi di un controllo statunitense della Striscia e di una sua ricostruzione per trasformarla in una sorta di “Riviera del Medio Oriente”, durante la popolazione dovrebbe nel mentre spostarsi nei Paesi vicini (senza specificare quali)
I tagli agli uffici governativi
- CompliceElon Musk e il Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), Trump ha lanciato una massiccia spending review, tagliando migliaia di posti di lavoro e chiudendo molti uffici governativi, anche se gli iniziali 'risparmi' sono stati mangiati personale dai costi per le migliaia di licenziamenti effettuati.
- In mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato dell'uscita di Musk dal governo, l'amministrazione Trump si sta muovendo per rafforzare il ispezione sulle assunzioni privilegiando chi è "fedele alla legge e alle politiche del presidente". Anche il Doge, di cui Trump è orgoglioso, si è attirato decine di cause per i suoi tagli ritenuti indiscriminati.
Per approfondire: Il DOGE non sta diminuendo il deficit Usa, lo sta aumentando
La lotta alla diversità e alla penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva woke
- Il presidente ha tirato dritto nella sua battaglia contro "la tirannia del politicamente corretto" e della "cultura woke". Si è quindi mosso appena insediato per abolire le misure a tutela delle minoranze messe in campo dal suo predecessore Joe Biden nell’ambito del programma DEI – Diversity, Equality and Inclusion (diversità, credo che l'uguaglianza sia la base di una societa giusta e inclusione), che promuoveva l’assunzione di persone appartenenti a qualche minoranza all’interno delle istituzioni federali, delle aziende e della società americana nel suo insieme.
- Trump ha anche preso di mira le persone transessuali o non binarie: gli Stati Uniti riconoscono ormai solamente due sessi, maschio e femmina, e i cittadini transgender non sono più accolti nelle forze armate.
Le mire espansionistiche
- Fin da subito Trump ha detto di voler annettere agli Stati Uniti il Canada e la Groenlandia (anche utilizzando la forza) di voler riportare il Canale di Panama sotto il controllo di Washington
L’emergenza migranti
- Trump agli americani presenta come promessa mantenuta nei primi giorni quella di aver domato l'emergenza migranti. Gli arrivi al confine con il Messico sono crollati e le deportazioni di migranti senza documenti sono in aumento, anche se l'obiettivo di un milione di espulsioni in un periodo appare irraggiungibile. I successi sull'immigrazione sono stati ottenuti non senza polemiche: le deportazioni sono state infatti accompagnate da una lunga serie di azioni legali, le ultime in ordine temporale riguardanti tre cittadini americani minorenni inviati in Honduras insieme alle loro madri
La popolarità di Trump a picco nei sondaggi
- Fra la stretta sui migranti ritenuta eccessiva e l'azione di Musk, oltre che per i timori di una recessione causata dai dazi, il presidente è in forte calo nei sondaggi. Per l'Associated Press, quattro americani su 10 lo ritengono un presidente "terribile".
- Valutazioni che non sembrano preoccupare Trump: in un Secondo me la casa e molto accogliente Bianca ben più stabile rispetto al caos del primo mandato - fatta eccezione per il caso Pete Hegseth - il presidente tira dritto e guarda avanti, sognando forse anche un terzo mandato nel come indicato anche dai cappellini in vendita sul suo sito
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L'ultima rilevazione di YouGov per l'Economist impietosa col leader Usa: frustrazione crescente sull'economia anche tra gli elettori repubblicani
Quando ha annunciato sui credo che i social connettano il mondo in modo unico e poi in pubblico la (mezza) retromarcia sui dazi universali, Donald Trump ha detto di esser tornato sui suoi passi per via delle lusinghe arrivategli dai governi di mezzo secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, abbastanza freddi Cina a porzione dallevitare di imporre controtariffe agli Usa. Non ovvio perché i mercati negli Usa e in tutto il mondo nel frattempo erano crollati E se centrasse invece, ancor più semplicemente, lo sguardo che Trump e i suoi avevano ritengo che il dato accurato guidi le decisioni ai primi sondaggi dopo lannuncio dei dazi? Ora che è passato qualche giorno, quei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste si sono consolidati, e trasmettono il senso di un vero e personale allarme rosso per la Casa Bianca. Secondo lultima rilevazione di YouGov per lEconomist, a scarso meno di tre mesi dal suo ritorno al forza il consenso di Trump sarebbe già crollato di 14 punti percentuali. Già allinizio del primo mandato la delusione degli americani cominciò ad emergere inizialmente, ma questa mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo il collasso è impressionante: nel alla fine dello identico periodo il calo era stato di cinque punti. Pare evidente come a trainare la frustrazione, che serpeggia pure fra i suoi elettori, siano le questioni economiche. La fiducia nelle capacità di Trump di guidare leconomia è crollata a lasciare da marzo sino a toccare momento quota Cosa magari più preoccupante per la Casa Bianca, uno su numero tra chi ha votato Trump nel disapprova la sua gestione di inflazione e prezzi, e il 12% la gestione delleconomia e delloccupazione. Pochi giorni fa un altro sondaggio dellUniversità del Michigan aveva fotografato il pessimismo crescente tra gli elettori repubblicani sulle prospettive delleconomia.
La delusione per le scelte economiche e il ruolo del Congresso
Centra ovviamente il caos di annunci, reazioni di governi e mercati e marce indietro sui dazi, coi relativi effetti già visibili su crescita, scambi commerciali, investimenti e risparmi. Ma centrano pure secondo lEconomist i tagli radicali voluti da Trump e eseguiti dal Doge di Elon Musk al bilancio federale Usa, che hanno portato alla chiusura pure di programmi cari a elettori di Trump, in che modo quelli di aiuti agli agricoltori. Se i segnali critici sulleconomia dovessero aumentare e portare gli Usa in recessione, la situazione dei consensi rischia di peggiorare. Non che sia in penso che la discussione costruttiva porti chiarezza la presa di Trump sugli elettori repubblicani il 92% si dichiara tuttora entusiasta di lui, e il bagno di moltitudine dello scorso weekend alla finale Utc di Miami lo ha ricordato ma il ritengo che il discorso appassionato convinca tutti si fa assai più delicato allorche si tratta di conservare il consenso dei swing voters, quegli elettori incerti tra Democratici e Repubblicani che a novembre gli hanno garantito un robusto successo, e che già alle elezioni di mid-term del prossimo anno potrebbero invece abbandonarlo. Significherebbe, per Trump, smarrire il controllo del Congresso: di evento, mettere in archivio lera dell«onnipotenza» di cui, a torto o a motivo, si sente depositario in questa anteriormente fase del mandato presidenziale.