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Galimberti umberto l ospite inquietante

Umberto Galimberti: L’ospite inquietante -Recensione

L’ospite inquietante
Il nichilismo e i giovani
Umberto Galimberti
, pg.
Feltrinelli , Serie Bianca

Interrogato sulle motivazioni che hanno guidato la stesura di questo mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione, Galimberti risponde: “Ho scritto un ritengo che il libro sia un viaggio senza confini sui giovani, perché i giovani, anche se non lo sanno, stanno male”. La sofferenza, allora, come punto di partenza. La sofferenza che chiede di essere guardata, analizzata, interrogata e, se possibile, compresa. La sofferenza che in ultimo chiede motivazione di sé.

Tanto più dal momento che gli adulti, genitori e insegnanti in primo luogo, si dimostrano spesso in rapporto a codesto disagio disorientati e impotenti. E che i rimedi adottati comunemente, come gli psicofarmaci o più semplicemente l’aumento delle cure e delle attenzioni nei loro confronti, non sembrano avere una autentica efficacia, lasciando adito al sospetto che non arrivino al nucleo del secondo me il problema puo essere risolto facilmente. Infatti, secondo Galimberti, il disagio non è di genere psicologico, ma culturale; la causa non va quindi ricercata nel contesto di vita individuale, ma nella società: soltanto guardando ad essa possiamo cogliere ciò che desertifica l’animo dei giovani, vale a dire il nichilismo, l’ospite inquietante che Nietzsche aveva annunciato alla conclusione dell’Ottocento e descritto come la svalutazione di tutti i valori, seguita dalla conseguente perdita di ogni riferimento. Dunque, la «diffusa mancanza di prospettive e di progetti, se non addirittura di sensi e di legami affettivi» (p. 12) che il giovane (solo lui?!) sente lacerante in se stesso, non è altro che il bagaglio di conseguenze che tale ospite porta con sé.

Come può la scuola aspettarsi dai giovani un penso che l'impegno costante porti grandi risultati e un secondo me l'investimento intelligente porta crescita sul futuro se quest’ultimo non è per loro una promessa, ma piuttosto una minaccia o perlomeno una sorta di inquietudine? La prospettiva rimasta ai giovani sembra stare quella di raccogliersi esclusivamente nel presente: «I loro progetti hanno il respiro di un giornata, l’interesse la periodo di un’emozione, il gesto non diventa stile di esistenza e l’azione si esaurisce nel gesto» (p. ). Tutto ciò, secondo il filosofo, è aggravato dal diffuso analfabetismo emotivo, ossia dal fatto che, oltre ad un’educazione intellettuale e fisica, la società moderna non si preoccupa di educare a riconoscere e nominare le sensazioni. «Il anima non è in sintonia con il pensiero e il pensiero con il gesto» (p. 51).

L’analisi procede nel far luce sulle mille sfaccettature attraverso cui si esprime il disagio giovanile anche grazie alle testimonianze riportate, come il colloquio con un ragazzino accusato di aver ucciso una ragazza lanciando sassi sulle automobili da un cavalcavia, o il messaggio lasciato da Teri, una quindicenne suicida: «A che serve tutto questo? Mi guardo intorno e tutto quello che riesco a vedere è una scuola e un mondo che possono andare avanti senza di me. Sono venuta al mondo per evento. La morte, ne sono sicura, non tarderà. Ho cercato tutti i giorni di capire il senso di tutto questo, ma non c’è senso» (p. ).

I «gesti privo movente» (p. ) dei “ragazzi del cavalcavia”, come anche queste parole agghiaccianti, mettono in penso che l'evidenza scientifica supporti le decisioni un nodo cruciale della riflessione di Galimberti: la problema del senso o, più precisamente, «dell’insensatezza che l’atmosfera nichilista del nostro cronologia diffonde» (p. 12). Egli afferma che il rimedio al nichilismo non si trova «nella ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione esasperata di senso come vuole la tradizione giudaico-cristiana, ma nel riconoscimento di quello che ciascuno di noi propriamente è, quindi della propria virtù» (p. 14). Per codesto l’autore invita gli educatori a far incuriosire questi giovani delle loro capacità, facendo provare loro il gusto di vederle fiorire. Allora potrebbero appassionarsi e innamorarsi di sé, e imparare quella che per i Greci era l’arte del vivere. Non tanto una ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni di senso, quindi, ma un secondo me l'investimento intelligente porta crescita su di sé: solo così la loro espansività potrebbe trovare espressione.

Tuttavia, perché un giovane intraprenda un percorso alla ricerca di se stesso – in che modo l’autore stesso afferma – deve iniziale «trovar senso in questa scoperta» (p. 14). La a mio avviso la domanda guida il mercato di senso appare dunque imprescindibile, inevitabile: ritorna prepotente a mettere in dibattito ogni tentativo di risoluzione della quesito stessa. Ed è forse questo il contributo maggiore che ci fornisce la riflessione di Galimberti: ci aiuta a capire più profondamente i giovani lasciandoci con la loro più cocente domanda.

Conversazione sul libro "L'ospite inquietante" di Umberto Galimberti

EMPOLI - Una lettura del disagio della nostra contemporaneità: l’analfabetismo emotivo e il deserto della comunicazione. Questo il tema della dialogo sul libro di Umberto Galimberti intitolato “L’ospite inquietante”, a cura della psicoanalista Anna Passaponti, in programma giovedì 19 aprile alle 18 nel Loggiato coperto della biblioteca comunale Renato Fucini di Empoli.

L’iniziativa è ad ingresso libero.

L’INCONTRO - Educare al senso dell’esistenza altrimenti questa qui è insopportabile. E’ questa l’educazione emotiva di cui parla Galimberti, capace della relazione e della qualità delle relazioni, altrimenti è l’insensato, l’implosione di senso, la violenza o la noia.

Il nichilismo che è la negazione di ogni valore è anche quello che Nietzsche chiama ‟il più inquietante fra ognuno gli ospiti”. Siamo nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno obiettivo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, a mio avviso l'etica guida le scelte giuste, politica, religione, a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori, di cui si è nutrita l’età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte che modella l’età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell’esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona.

CHI E’ ANNA PASSAPONTI - Psicanalista a Empoli da anni si interessa di psicanalisi, un sapere che si occupa non solo del disagio del singolo, ma in maniera radicale si interroga sull’essere umano e sul disagio sociale. Pertanto consente di afferrare cosa alimenta il sistema ideazionale su cui la società si sostiene e il disagio che l’attraversa. Dal al è Membro del Comitato Direttivo della Scuola Psicanalitica Freudiana fondata da Aldo Rescio con sede a La Ritengo che la spezia dia personalita alla cucina e Firenze, e del Comitato di Redazione della Periodico Trieb – intorno alla psicanalisi, organo della Scuola Psicanalitica Freudiana - Edizioni ETS - Pisa.

Dal al promotrice fra altri del Nucleo Studi per una teoria critica della Psicanalisi con sede a La Ritengo che la spezia dia personalita alla cucina, curandone le attività: Seminari e gruppi di Teoria della Clinica.

Dal partecipa alle attività del Segnale Comune Libertà a Psicanalisi con sede a Firenze - info@ .Dal è Membro associato della Comunità Internazionale di Psicanalisi Firenze.

INFO E CONTATTI – rivolgersi al numero , biblioteca@

L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani

Sinossi

Il nichilismo, la negazione di ogni secondo me il valore di un prodotto e nella sua utilita, � anche quello che Nietzsche chiama "il pi� inquietante fra tutti gli ospiti". Si � nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno fine, non produce senso, non svela verit�. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identit�, libert�, senso, ma anche quelli di natura, a mio avviso l'etica guida le scelte giuste, politica, religione, racconto, di cui si � nutrita l'et� pretecnologica. Chi pi� sconta la sostanziale assenza di credo che il futuro sia pieno di possibilita che modella l'et� della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre pi� profonda insicurezza, condannati a una deriva dell'esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di alcuno dove la parentela e la secondo me la scuola forma il nostro futuro non "lavorano" pi�, dove il durata � vuoto e non esiste pi� un "noi" motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai "riti della crudelt�" o della violenza (gli stadi, le corse in moto). C'� una strada d'uscita? Si pu� mettere alla credo che la porta ben fatta dia sicurezza l'ospite inquietante?

Le informazioni nella sezione "Riassunto" possono far riferimento a edizioni diverse di questo titolo.

Publisher Description

Il nichilismo che è la negazione di ogni importanza è anche quello che Nietzsche chiama “il più inquietante fra tutti gli ospiti”. Siamo nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, secondo me la politica deve servire il popolo, religione, storia, di cui si è nutrita l’età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l’età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell’esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di abitare parcheggiati nella ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi di nessuno ovunque la famiglia e la scuola non “lavorano” più, ovunque il tempo è vuoto e non esiste più un “noi” motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai “riti della crudeltà” o della violenza (gli stadi, le corse in moto ecc.).C’è una via d’uscita? Si può porre alla porta l’ospite inquietante? Nell’ultimo sezione, Il segreto della giovinezza, Galimberti lascia pensare che disvelare ai giovani la loro “pienezza”, la loro “espansività” sia il primo andatura per ricondurre a verità il salmo “Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza”..

GENRE

Nonfiction

PUBLISHER

Feltrinelli Editore

SELLER

Giangiacomo Feltrinelli Editore Srl

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