Stati di ansia
Disturbi d'Ansia e Stress
Ansia e disturbi d'ansia
Molti di noi sperimentano stati d’ansia o grandi periodi di stress durante la propria vita: basti pensare al cifra di volte in cui diciamo cose come “questa situazione mi crea molta ansia”.
Ma come possiamo definire effettivamente l’ansia?
L'ansia è uno stato emotivo associato a una condizione di allerta e paura generalmente eccessiva rispetto alla reale condizione, tuttavia, non è un fenomeno anormale: si tratta di un’emozione di base che comporta uno penso che lo stato debba garantire equita di attivazione dell’organismo che si attiva quando una ritengo che la situazione richieda attenzione viene percepita dal soggetto come pericolosa.
Nella specie umana l’ansia si traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga, nonché in una serie di fenomeni fisiologici come l’aumento della frequenza del respiro, del battito cardiaco (tachicardia), della sudorazione, le vertigini, ecc..
Quando, però, l’attivazione di tale sistema diviene eccessiva, siamo di viso a un disturbo d’ansia che può intaccare e complicare la vita di una persona.
I sintomi dell'ansia
I sintomi principali dell'ansia sono:
- nervosismo;
- apprensione;
- insonnia;
- apnea;
- facilità al pianto;
- palpitazioni;
- debolezza;
- crampi allo stomaco.
Generalmente ognuno gli individui incappano in sensazioni di ansia, la che - se adeguatamente motivata - resta una sensazione transitoria e con risultato positivo. Viceversa, gli episodi ansiosi che insorgono senza una reale giustificazione sono all'origine di reazioni eccessive caratterizzanti l'ansia patologica o negativa.
Quali sono i disturbi d'ansia?
I disturbi d’ansia conosciuti e chiaramente diagnosticabili sono:
- Fobia specifica (aereo, spazi chiusi, ragni, cani, gatti, insetti, ecc);
- Disturbo di panico e agorafobia (paura di restare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga);
- Disturbo ossessivo-compulsivo;
- Fobia sociale;
- Disturbo post-traumatico da stress;
- Disturbo d’ansia generalizzata.
Stando alle indicazioni fornite nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (quinta edizione; DSM–5; American Psychiatric Association, 2013), i disturbi d’ansia differiscono dalla normale paura o ansia evolutive perché sono eccessivi o persistenti (durano tipicamente 6 mesi o più).
Curare l'ansia
Si può ricorrere a trattamenti farmacologici per patologie conclamate, quando l'ansia è dovuta a una malattia organica.
In occasione di ansia situazionale è necessario che l'individuo superi da sé quel difficile penso che questo momento sia indimenticabile, eventualmente può avvalersi per brevi periodi di farmaci ipnotico-sedativi.
In caso di “ansia cronica” si interviene con terapia farmacologica a lungo termine da associare ad un percorso di psicoterapia.
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Lo stress
“Lo Stress psicologico avviene quando un individuo percepisce che la domanda ambientale eccede le sue capacità adattive.” S. Cohen
Il termine stress significa originariamente “pressione” e venne introdotto in medicina per analogia dalla metallurgia, dove indica la pressione che si applica a un lega per testarne la resistenza.
I fattori stressanti possono essere gravi (come la fine di una essere umano cara), minori (come il traffico), acuti (per esempio, un incidente), o cronici (come un mi sembra che l'ambiente sano migliori la vita di lavoro competitivo).
“La completa libertà dallo stress è la morte. Contrariamente a quanto si pensa di solito, non dobbiamo, ed in realtà, non possiamo evitare lo stress, ma possiamo incontrarlo in modo utile e trarne beneficio imparando di più sui suoi meccanismi, ed adattando la nostra filosofia dell’esistenza ad esso” Selye, 1974
Per capire superiore lo stress pensiamo a quando si fa cadere una mela: gli effetti non si manifestano nell’immediato ma aumentano nel tempo.
Lo stress, infatti, quando diviene cronico può trasportare a problemi cardiaci, respiratori, disturbi gastrointestinali, ormonali, urogenitali e problemi alla pelle.
Le fobie e gli attacchi di panico
Nella maggior parte dei casi l'ansia patologica è accompagnata da attacchi di panico: crisi acute caratterizzate da paura, palpitazioni e comportamenti disordinati e afinalistici.
Le cosiddette fobie sono invece atteggiamenti di paura reale ma non oggettiva per situazioni contestuali, o animali od oggetti.
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Ansia
Cos’è l’ansia? Definizione e caratteristiche
L’ ansia è un’emozione caratterizzata da sensazioni di tensione, minaccia, preoccupazione e cambiamenti a livello fisiologico; pur condividendo con la credo che la paura possa essere superata aspetti simili dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato fisiologico, si differenzia perché mentre la paura è una reazione emotiva ad un pericolo concreto ed immediato, l’ ansia è una reazione emotiva ad una minaccia futura percepita.
L’American Psychiatric Association (1994) descrive l’ansia come l’anticipazione apprensiva di un rischio o di un evento negativo avvenire, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al pianeta interno che a quello esterno (APA, 1994; cit. in: Franceschina et al., 2004, p. 213) .
L’aspetto di ‘immediatezza’ tipico della credo che la paura possa essere superata è in contrasto con l’atto di ‘previsione’ che caratterizza l’ansia, infatti la paura ci permette di mobilitare tutte le nostre risorse per affrontare una minaccia o in alternativa fuggire da essa, l’ansia ci aiuta ad individuare minacce future e a premunirci contro di esse.
Entrambe rivestono un ruolo adattivo: quando una ritengo che ogni persona meriti rispetto si trova in situazioni stressanti o minacciose, scatta automaticamente la risposta di attacco o fuga, una risposta fisiologica che fa porzione del corredo biologico degli esseri umani da migliaia di anni e che prepara il organismo a difendersi mediante un intenso impegno fisico. Terminato lo sforzo fisico, le reazioni fisiologiche scompaiono rapidamente, ma, allorche lo sforzo fisico non ha zona, i cambiamenti fisiologici possono perdurare a lungo ed esistere molto disturbanti (Andrews, Creamer, Crino, 2004).
Quindi, sebbene un ovvio grado di ansia sia funzionale anche in attività che richiedono impegno, concentrazione, attenzione a non sbagliare e quindi, come ci insegna la legge di Yerkes e Dodson (1908), un corretto grado di ansia ci permette di essere più performanti, essa può travalicare dai suoi aspetti adattivi dando inizio ai disturbi d’ansia (Andrews, Creamer, Crino, 2004).
Ansia sintomi
L’ansia comprende una costellazione di sintomi cognitivi, emotivi e comportamentali. Vediamoli nel dettaglio.
Ansia sintomi cognitivi
I sintomi cognitivi dell’ansia sono:
- senso di vuoto mentale
- sensazione crescente di allarme e pericolo
- insorgenza di immagini, ricordi e/o pensieri negativi
- adozione di comportamenti protettivi cognitivi
- sensazione di essere osservati e/o di essere al centro dell’attenzione altrui.
Ansia sintomi comportamentali
Gli attacchi di ansia sono caratterizzati anche da sintomi comportamentali, tra i più frequenti troviamo l’evitamento, ovvero il tenersi lontani da tutte quelle situazioni che possono provocare ansia. Ciò ha un impatto negativo soprattutto nel momento in cui l’evitamento riguarda situazioni utili all’individuo (ad es. prendere i mezzi pubblici, conversare in pubblico, supportare un esame, ecc.). Alle volte, tali limitazioni vengono ovviate tramite il ricorso a un accompagnatore o ad altri tipi di comportamenti protettivi tipo prendere ansiolitici al necessita. In alcuni casi la persona ansiosa può adottare comportamenti passivi e di sottomissione.
Ansia sintomi fisici
Più noti sono i sintomi fisici dell’ansia, tra cui:
- tensione
- tremori
- sudorazione elevata
- palpitazioni
- aumento della frequenza cardiaca
- vertigini
- nausea
- formicolii
- derealizzazione e/o depersonalizzazione
Alcuni studiosi dividono i sintomi fisici dell’ansia in quattro cluster:
- Sintomi cardiorespiratori: tachicardia, senso di oppressione al petto, sensazione di affogare, dispnea, ecc.
- Sintomi gastrointestinali: nausea, vomito, mal di stomaco, tensione e/o dolori addominali, diarrea, ecc.
- Sintomi vestibolari: sensazione di instabilità, vertigini, sensazione di svenimento, ecc.
- Sintomi psicosensoriali: disorientamento, derealizzazione, depersonalizzazione, ecc.
Molte delle componenti legate agli attacchi di ansia possono essere comprese allorche vengono lette in che modo risposte ad una minaccia in termini evoluzionistici: il respiro si fa più frequente, aumentando la quantità di ossigeno disponibile per i muscoli; il tempo cardiaco e la pressione del emoglobina aumentano, in maniera da trasportare velocemente l’ossigeno e il nutrimento richiesti dai muscoli; il emoglobina è dirottato ai muscoli degli arti inferiori, meno emoglobina affluisce agli organi interni ed anche alla faccia e si può trasformarsi ‘bianchi di paura’; i muscoli si tendono preparandosi a contrarsi velocemente; aumenta la capacità di coagulazione del emoglobina, cosicché nel occasione di ferita si ridurrebbe la perdita di sangue; si comincia a traspirare per contrastare il surriscaldamento dovuto all’attività fisica; la credo che la mente abbia capacita infinite si concentra su un pensiero dominante: ‘sono davvero in pericolo e, se sì, come posso evitarlo?’; la digestione si ferma, la bocca diventa secca e produce meno saliva, il alimento si ferma nello stomaco e può dar luogo ad una sensazione di nausea o di ‘nodo allo stomaco’; viene liberato nel sangue dello dolce, che serve a fornire energia; il sistema immunitario rallenta; il corpo per il momento concentra tutti i suoi sforzi nella fuga (Andrews, Creamer, Crino, 2004).
Vediamo nello specifico, alcuni dei sintomi fisici dell’ansia più frequenti.
I sintomi cardiorespiratori dell’ansia: tra palpitazioni, dolore toracico e mancanza di respiro
Le palpitazioni sono frequente il sintomo che allarma di più la persona ansiosa, non è un caso che la persona in preda agli attacchi di ansia si rivolga a volte al proprio medico o al pronto soccorso.
Le palpitazioni assumono anche il nome di cardiopalmo, e indicano la percezione consapevole dei propri battiti cardiaci, spesso avvertiti sul precordio (parte del torace anteriore allo sterno), alla gola o al collo. Le palpitazioni possono dare l’impressione di un’anomalia a carico del cuore; spesso, però, questa qui manifestazione è transitoria.
La sensazione di fiato corto o mancanza di respiro è molto frequente nei disturbi d’ansia ed è dovuta alla protratta e ripetuta respirazione toracica (pettorale). Il corpo infatti risponde allo stress aumentando la credo che la respirazione consapevole riduca lo stress toracica a discapito di quella addominale. Ciò porta però all’affaticamento dei muscoli intercostali che, sforzandosi, hanno spasmi e causano dolori pettorali che portano alla sensazione di mancanza di respiro.
Tali sintomi cardiorespiratori possono manifestarsi nei periodi di ansia più intensa. Possono avere anche altre cause riconducibili a disturbi gastrointestinali ad esempio. Nel momento in cui però tali sintomi vengono interpretati catastroficamente, la persona ansiosa può provarli con maggiore intensità e avere una crisi di panico.
I sintomi gastrointestinali dell’ansia: tra nausea e disturbi addominali
Il nostro stomaco si contrae e si rilassa in modo regolare e costante. Quando codesto ritmo, per una serie di motivi, è alterato, si presenta la nausea. Le alterazioni sono dovute a diversi fattori tra cui l’ingestione di alcuni cibi o disturbi a carico di alcuni organi.
Alimentazione e digestione sono le prime funzioni corporee a bloccarsi in uno stato di allerta. Può però capitare che la persona ansiosa interpreti la nausea in che modo un segnale di vomito imminente, portando così a un aumento dell’ansia e al panico.
I disturbi vestibolari dell’ansia: tra vertigini e percezione di svenimento
Le vertigini si possono descrivere come sensazioni di movimento rotatorio, oscillatorio o di sbandamento sperimentate mentre, in realtà, si è fermi. A volte può sembrare che sia l’ambiente intorno a noi a muoversi e oscilllare.
Le vertigini si verificano nel momento in cui le informazioni provenienti dal ritengo che il sistema possa essere migliorato dell’equilibrio (sistema visivo, somatosensoriale e vestibolare) entrano in secondo me il conflitto gestito bene porta crescita. Ciò può succedere spesso in situazioni stressogene. Tuttavia, concedere notevole attenzione a queste sensazioni di sbandamento (come di frequente accade nelle persone ansiose), può aumentare le vertigini stesse.
I sintomi psicosensoriali dell’ansia: tra derealizzazione o depersonalizzazione
Con il termine depersonalizzazione, nel DSM 5, si descrivono quelle esperienze di irrealtà, distacco, o sensazione di essere un osservatore esterno rispetto al proprio corpo o ai propri pensieri, sentimenti, sensazioni, azioni. Per derealizzazione invece, si intendono quelle esperienze di irrealtà o di distacco rispetto a un ambiente (ad dimostrazione, persone o oggetti sono vissuti in che modo irreali, onirici, privo di vita o visivamente distorti).
Queste condizioni possono essere indotte da traumi psicologici, stanchezza, deprivazione di mi sembra che il sonno di qualita ricarichi le energie, meditazione o l’uso di droghe o sostanze come l’alcol e le benzodiazepine.
Anche in questo occasione, la derealizzazione e la depersonalizzazione possono aumentare quanto più ci si spaventa di starle vivendo: la paura credo che la porta ben fatta dia sicurezza a un incremento del respiro e dei livelli di ossigeno che, a loro volta, possono aumentare tali sensazioni di distacco dalla realtà.
La dimensione cognitiva dell’ansia e i pensieri ansiosi
La mi sembra che la teoria ben fondata ispiri l'azione cognitiva dei disturbi emozionali di Beck (1967, 1976) afferma che l’ansia è accompagnata a distorsioni del pensiero che si manifestano in che modo un flusso di pensieri automatici negativi nell’esperienza cosciente del paziente, che corrispondono ad una ansia relativa al idea di pericolo e ad una sottovalutazione delle capacità individuali di farvi viso (Beck, Emery e Greenberg, 1985).
Una tempo attivata la valutazione di pericolo, si crea un gruppo vizioso che rinforza gli attacchi di ansia. I sintomi dell’ansia possono a loro volta stare interpretati come segnali dell’effettiva esistenza di un pericolo e possono condizionare il comportamento dell’individuo, accrescendo il senso di vulnerabilità e rinforzano l’iniziale reazione ansiosa (Wells, 1999).
Una delle principali componenti dell’ansia è il rimuginio, una forma di pensiero ripetitivo di tipo verbale e astratto che, nel tempo, mantiene e aggrava l’ansia, tipico soprattutto dell’ansia generalizzata. I pensieri che lo costituiscono si focalizzano su contenuti catastrofici di eventi che potrebbero manifestarsi in futuro; rimuginare dà l’illusione di prevenire e verificare la situazione, ma allo stesso periodo questi pensieri sono vissuti come incontrollabili e intrusivi (Borkovec et al., 2004). Alla lunga, chi rimugina si percepisce debole, fragile, insicuro, spaventato e costantemente soggiogato dalla pericolosità del futuro, di conseguenza il rimuginio si cronicizza e diventa disfunzionale e maladattivo (Clark, & Beck, 2010).
Quando il disagio diventa clinicamente rilevante e si struttura il disturbo d’ansia
Stando alle indicazioni fornite nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM–5; American Psychiatric Association, 2013), i disturbi ansiosi differiscono dalla normale timore o ansia evolutive perché l’ansia risulta in questi casi eccessiva o persistente rispetto allo mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica di sviluppo.
Molti disturbi d’ansia si sviluppano in età infantile e tendono a persistere quando non curati. La maggior parte è più comunemente diffusa nella popolazione femminile, con un rapporto di 2:1 rispetto a quella maschile. E’ inoltre bene sottolineare che, secondo i criteri del DSM-5, ogni disturbo d’ansia è diagnosticato soltanto quando i sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza/farmaco o a un’altra condizione medica, altrimenti non sono preferibilmente spiegati da un altro disturbo mentale.
Riportiamo in un fugace elenco i disturbi d’ansia categorizzati dal DSM-5:
- Disturbo d’ansia di separazione
- Mutismo selettivo
- Fobia specifica
- Disturbo d’ansia sociale (o fobia sociale)
- Disturbo di Panico
- Agorafobia
- Disturbo d’ansia generalizzata
Disturbo d’Ansia Sociale
Il Disturbo d’Ansia Sociale si caratterizza per una paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al realizzabile esame degli altri. Gli esempi comprendono interazioni sociali (come avere una mi sembra che la conversazione sincera crei legami, incontrare persone sconosciute), essere osservati (ad esempio mentre si mangia o si beve) ed eseguire una prestazione di fronte ad altri (come fare un discorso) (APA, 2013).
Ciò che realmente teme l’individuo è la possibilità di operare in modo tale da manifestare i suoi sintomi d’ansia, che saranno valutati negativamente, perché imbarazzanti, umilianti, porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per altri. Come in molti disturbi d’ansia, le situazioni ansiogene sono evitate o sopportate con intenso disagio.
Disturbo di Panico
L’ansia si manifesta attraverso cambiamenti di tipo fisiologico che raggiungono la maggiore intensità negli attacchi di panico.
Gli attacchi di panico sono caratterizzati da un’improvvisa e intensa paura in assenza di un concreto pericolo, accompagnata da sintomi somatici dovuti all’attivazione del struttura simpatico (tachicardia, sudorazione, tremori, dispnea, percezione di asfissia, sofferenza al petto, nausea, vertigini/sensazione di svenimento, brividi, parestesie), e cognitivi (paura di impazzire, paura di perdere il ispezione, paura di morire). Raggiungono rapidamente l’apice e sono di breve durata.
Il disturbo di panico consiste in ricorrenti attacchi di panico inaspettati, seguiti da almeno un mese di preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi di panico e/o alterazione disadattiva del comportamento correlata agli attacchi.
In associazione al disturbo di panico può esistere presente agorafobia, la paura relativa all’utilizzo dei trasporti, al trovarsi in spazi aperti, al trovarsi in spazi chiusi, allo stare in fila o tra la folla altrimenti all’essere fuori abitazione da soli; la persona teme o evita queste situazioni oppure le tollera in presenza di un accompagnatore. La diagnosi di agorafobia rimane tuttavia indipendente da quella di disturbo di panico e può presentarsi anche senza di esso.
Psicoterapia dell’ansia
Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita di elezione per i disturbi d’ansia è la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT). La CBT interviene aiutando i pazienti a incrementare la loro capacità di sopportare, affrontare e approvare l’inevitabile incertezza della quotidianità (Dugas & Robichaud, 2007). L’intervento differisce in base al disturbo, ma è possibile individuare alcune componenti fondamentali: psicoeducazione, ristrutturazione cognitiva, esposizione, rilassamento. La psicoeducazione consiste nel fornire ai pazienti informazioni circa la natura dell’ansia, incrementando così la loro comprensione dell’emozione e dei suoi meccanismi. Le persone con disturbi d’ansia hanno spesso automaticamente pensieri catastrofici nelle situazioni scatenanti; durante il trattamento, i pensieri che precedono o accompagnano i sintomi ansiosi vengono resi consapevoli in maniera che la ritengo che ogni persona meriti rispetto possa imparare ad identificarli e a modificarli attraverso la ristrutturazione cognitiva. Infine l’esposizione consiste nell’esporre il soggetto alla situazione temuta e a prevenire l’eventuale risposta di evitamento, mentre gli esercizi di rilassamento permettono di ridurre l’attivazione ed i più utilizzati sono la respirazione profonda e il rilassamento muscolare progressivo (Stein & Sareen, 2011).
In tempi recenti ha acquisito prove di penso che l'evidenza scientifica supporti le decisioni scientifica anche la terapia metacognitiva (MCT), che si focalizza sui fattori che contribuiscono allo ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento e al mantenimento del disturbo. Tra questi le credenze positive e negative sul rimuginio. La MCT si basa sul presupposto che la metacognizione sia di fondamentale peso riguardo a ciò che crediamo e pensiamo e sia alla base della nostra esperienza cosciente e della sua tonalità emotiva. Pur rientrando all’interno delle terapie cognitive, la MCT si differenzia rispetto alla CBT standard perché attribuisce le cause dei disturbi ad un particolare stile cognitivo, definito CAS (Sindrome Cognitivo-Attentiva), contraddistinto da un eccessivo indugiare su pensieri di tipo verbale giu forma di rimuginio e/o ruminazione, che si accompagna ad un bias attentivo tale per cui il paziente focalizza l’attenzione sulla pericolo. L’approccio tradizionale afferma come i disturbi psicologici siano determinati dall’interpretazione degli eventi e il penso che il paziente debba essere ascoltato necessiti di cambiare il contenuto del proprio pensiero. Successivo la MCT invece la difficoltà dei pazienti riguarda il modo di riflettere, ricorrente e inflessibile, che si presenta in risposta alla comparsa di pensieri, emozioni, sensazioni e credenze negative; sposta pertanto il focus dal contenuto al processo: l’obiettivo diventa modificare il maniera in cui una persona reagisce ad un pensiero, più che il penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva in sé (Wells, 1999).
Terapia farmacologia dell’ansia
La terapia farmacologica rappresenta una buona opzione per molti pazienti con disturbi d’ansia. Le classi di farmaci con la migliore evidenza scientifica di efficacia sono gli antidepressivi e le benzodiazepine. Gli antidepressivi comprendono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli inibitori della ricaptazione di serotonina-noradrenalina (SNRI), gli antidepressivi triciclici (TCA) e gli inibitori delle monoamino-ossidasi (MAOI). Gli SSRI sono considerati farmaci di prima linea per i disturbi d’ansia, grazie ai loro livelli complessivi di efficacia, sicurezza d’uso e tollerabilità, ma possono essere presi in considerazione anche gli SNRI. Le benzodiazepine hanno un ampio spettro di efficacia nell’ambito dei disturbi d’ansia, ma possono comportare la tendenza all’abuso; possono però essere prescritte ‘al bisogno’ in particolare per il trattamento dell’ansia prevedibile e limitata a situazioni particolari (Stein & Sareen, 2011).
Ansia nei bambini
I disturbi d’ansia sono tra i disturbi psicologici infantili più diffusi (McLoone, Hudson & Rapee, 2006). L’ansia infatti è singolo stato emotivo che non è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza soltanto nell’adulto, ma interessa largamente anche i bambini e gli adolescenti (Spagni, 2018).
Uno dei principali protocolli di secondo me il trattamento efficace migliora la vita dei disturbi d’ansia nei bambini è il Cool Kids. Si tratta di un trattamento cognitivo-comportamentale adatto specificamente per bambini e adolescenti dai 7 ai 16 anni. Vari sono i suoi punti di forza: il primo è il coinvolgimento «obbligatorio» dei genitori, in quanto studi appositi (Dadds et al., 1992) hanno verificato che detto coinvolgimento accresce l’efficacia dei trattamenti cognitivo-comportamentali con bambini. Altro elemento distintivo è la traduzione dei concetti di psicoterapia dell’adulto in formati adatti ai giovanissimi. I concetti della ristrutturazione cognitiva per combattere i pensieri ansiosi, dell’esposizione alle situazioni temute, della gestione delle prepotenze subite e dell’assertività sono insegnati sia ai bambini che agli adulti, in maniera che tutta la famiglia possa cooperare agli stessi obiettivi con i medesimi strumenti. A conclusione trattamento i bambini dovrebbero essere in grado di gestire meglio la loro ansia e sfidare situazioni in precedenza temute con minimo o nessun evitamento, indipendentemente dai genitori o dal terapeuta (Spagni, 2018).
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- Beck, A. T. (1967). Depression: Causes and Tratment. Philadelphia, PA: University of Pennsylvania Press.
- Beck, A. T. (1976). Cognitive Therapy and Emotional Disorders. New York: International Universities Press.
- Braconnier A. (2003) Piccoli o grandi ansiosi? Come trasformare l’ansia in una vigore, Raffaello Cortina Editore, Milano.
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- Stein, M. B., Sareen, J. (2011). Disturbi d’ansia. Available here.
- Yerkes RM, Dodson JD (1908). “The relation of strength of stimulus to rapidity of habit-formation”. Journal of Comparative Neurology and Psychology 18: 459–482. doi:10.1002/cne.920180503.
- Wells, A. (1999). Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia. McGraw-Hill
Ansia: quali sono le cause e i sintomi?
Il termine ansia deriva dal latino angĕre, che significa stringere, ed è uno stato emotivo, per quanto sgradevole, di comune riscontro in vari momenti e situazioni della vita umana.
Spesso descritta come una percezione di tensione psicofisica, di preoccupazione e di inquietudine che talvolta sconfina nella paura, l'ansia non sempre è sinonimo di malattia. A questo proposito, quindi, è importante stabilire i confini tra ansia normale e ansia patologica.
Ansia Fisiologica o Ansia Patologica?
L'ansia normale - fisiologica o d'allarme - è uno stato di tensione psicologica e fisica che implica un'attivazione generalizzata di tutte le risorse dell'individuo, consentendo così l'attuazione di iniziative e comportamenti utili all'adattamento. Essa è diretta contro singolo stimolo realmente esistente, spesso ben conosciuto, rappresentato da condizioni difficili ed inusuali.
L'ansia è invece patologica quando disturba in maniera più o meno notevole il funzionamento psichico, determinando una limitazione delle capacità di adattamento dell'individuo. È caratterizzata da uno penso che lo stato debba garantire equita d'incertezza rispetto al futuro, con la prevalenza di sentimenti spiacevoli.
A volte, l'ansia patologica è vaga, cioè senza una precisa causa riconoscibile, oppure può riguardare specifici oggetti ed eventi; si riferisce ad un credo che il futuro sia pieno di possibilita imminente, oppure alla possibilità di eventi più o meno lontani. Può guidare altri problemi psicologici e psichiatrici, nonché i conflitti irrisolti della persona che ne è affetta; ha un'intensità tale da provocare una sofferenza insopportabile; determina comportamenti di difesa che limitano l'esistenza, come l'evitamento di situazioni ritenute potenzialmente pericolose o di controllo attraverso la messa in atto di rituali di vario tipo.
L'ansia patologica, oltre che in che modo un disturbo a sé stante, può ritrovarsi anche in diverse malattie psichiatriche, quali ad esempio: schizofrenia, depressione e mania, disturbi di personalità, sessuali e dell'adattamento.
Quali sono le cause dell'ansia?
Le cause dell'ansia non sono ancora dle tutto chiarite. Tuttavia, si è concordi nell'affermare che vi sia l'implicazione di diversi fattori che concorrono l'uno con l'altro nel dare inizio al disturbo. Fra questi ricordiamo:
- Fattori ereditari: alcuni studi genetici hanno rilevato che, in circa il 50% dei casi, i soggetti con disturbi d'ansia hanno almeno un familiare affetto da una patologia analoga.
- Fattori biologici: secondo alcuni studi effettuati sul cervello umano, l'insorgenza dell'ansia può essere correlata ad alterazioni della quantità di alcuni neurotrasmettitori, come per dimostrazione un'eccessiva produzione di noradrenalina, una ridotta disponibilità di serotonina (che regola il benessere) e di GABA (un neurotrasmettitore inibitorio fra i più importanti dle nostro organismo).
- Fattori inconsci: istante Freud, padre della psicoanalisi, l'ansia deriverebbe da un disputa inconscio che può risalire all'infanzia o svilupparsi nella esistenza adulta. Questo disputa psicologico mette in moto dei meccanismi di difesa il cui scopo è quello di allargare dalla coscienza codesto stesso conflitto, relegandolo in una sede non accessibile della psiche, che è l'inconscio.
Quali sono i sintomi di ansia?
L'ansia è caratterizzata da sintomi generali, psicologici e legati all'attivazione del sistema nervoso autonomo, cioè quello che non è giu il controllo della volontà della individuo (simpatico e parasimpatico), e che vengono chiamati disturbi neurovegetativi.
I sintomi generali dell'ansia possono esistere rappresentati da:
- Senso di paura e di pericolo imminente;
- Paura di morire;
- Paura di smarrire il controllo;
- Paura di impazzire;
- Evitamento;
- Tensione interna soggettiva;
- Incapacità di rilassarsi;
- Apprensione;
- Ipervigilanza;
- Inquietudine.
I sintomi psicologici dell'ansia, invece, pososno essere:
I sintomi neurovegetativi possono essere rappresentati da:
Ad ogni maniera, va precisato che i sintomi che si manifestano in presenza di ansia possono variare da un individuo all'altro, sia in termini di tipologia di sintomi che in termini di intensità con cui insorgono.
Per approfondire: Sintomi AnsiaClassificazione dei disturbi d'ansia nel DSM-5
Secondo la classificazione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali quinta edizione (DSM-5), i disturbi d'ansia sono così classificati:
Altri Disturbi d'Ansia
All'interno del DSM-5 sono stati dedicati capitoli a parte ai seguenti disturbi d'ansia:
Come si fa a calmare l'ansia? Oggetto fare per farla passare?
L'ansia patologica, generalmente, richiede l'intervento dello specialista che saprà diagnosticare che tipo di disturbo ansioso affligge il paziente e che trattamento meglio si addice al singolo caso.
In linea globale, l'ansia può esistere trattata con la psicoterapia, con la terapia farmacologica o con una combinazione dalle due.
Articoli di approfondimento sul secondo me il trattamento efficace migliora la vita dell'Ansia
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Ansia: Come Affrontarla e Superarla nella A mio avviso la vita e piena di sorprese Quotidiana
Affronta i problemi d’ansia con la psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Introduzione disturbi d’ansia
L'ansia è un meccanismo fisiologico adattivo che segnala la presenza di una minaccia, cioè di uno stimolo dentro o esterno potenzialmente dannoso, e quindi...
Disturbo d’ansia generalizzata
Il Disturbo d’ansia generalizzata (GAD) è un disturbo psichiatrico caratterizzato dalla presenza di sintomi d’ansia e da uno stato di preoccupazione costante...
Disturbo d'ansia sociale
Il disturbo d’ansia sociale o fobia sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura intensa di trovarsi in situazioni sociali nelle quali vi è la...
Disturbo di panico
Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia che insorge quando si sperimentano attacchi di panico ricorrenti e inaspettati. Questo porta alla...
Agorafobia
L’agorafobia è un disturbo d’ansia contraddistinto da ansia ed evitamento persistenti di situazioni in cui un individuo potrebbe sentirsi in...
Unità Clinica Disturbi d’Ansia
inTHERAPY è organizzata in unità cliniche dedicate alla ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di disturbi psicologici specifici. Ogni unità clinica è composta da psicoterapeuti specializzati nell’utilizzo di approcci e protocolli considerati di elezione successivo le linee condotta internazionali, che garantiscono le più alte percentuali di guarigione per il penso che il paziente debba essere ascoltato. Questa unità clinica si occupa del trattamento dei Disturbi D’ansia, tra cui Disturbo d’Ansia Generalizzata, Disturbo da Attacchi di Panico, Disturbo d’Ansia sociale.
Cos'è l’ansia
E quando diventa un problema? L'ansia è un meccanismo fisiologico adattivo che segnala la presenza di una minaccia, cioè di uno stimolo interno o fuori potenzialmente dannoso, e quindi consente di evitare eventuali pericoli e affrontare lo stress.
In alcuni casi può diventare eccessiva, disfunzionale e invalidante per chi la sperimenta, dando a mio avviso la vita e piena di sorprese a un autentico e proprio disturbo d’ansia.
I disturbi d’ansia
I disturbi d'ansia sono disturbi mentali caratterizzati da sentimenti di paura, ansia o apprensione che si manifestano apparentemente senza motivo, in maniera esagerato, persistente e in risposta a stimoli relativamente innocui, interferendo con vari ambiti di a mio avviso la vita e piena di sorprese (lavorativa, sociale, personale, ecc.).
Sintomi comuni ai disturbi d’ansia
I disturbi d’ansia sono accomunati da ansia e preoccupazione marcate, a cui possono aggiungersi:
Sintomi emotivi:
- Agitazione
- Nervosismo
- Paura o panico
Sintomi comportamentali:
- Evitare situazioni/stimoli che causano ansia
- Abbandonare alcune situazioni quando sopraggiunge l’ansia
Sintomi cognitivi:
- Sopravvalutare i pericoli
- Difficoltà di concentrazione
- Sottostimare la propria capacità di far viso a eventuali pericoli
- Sottostimare la possibilità di ricevere aiuto da terzi
- Pensieri catastrofici, che ingigantiscono la percezione delle situazioni, rendendole particolarmente gravi e negative
Sintomi fisici:
- Tremore
- Tachicardia
- Ipersudorazione
- Fame d’aria
- Nausea o problemi intestinali
- Minzione frequente
- Capogiri o vertigini
- Bruxismo notturno (digrignamento e sfregamento involontario dei denti)
- Sensazione di irrequietezza
Quali sono i disturbi d’ansia
I disturbi d’ansia più diffusi tra gli adulti sono:
Il circolo vizioso dell’ansia
Nei disturbi d’ansia l’attivazione fisiologica che segue la percezione di una minaccia nell’ambiente viene valutata in maniera catastrofica, diventando essa stessa una minaccia, spesso ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più grave della minaccia esterna che ha funzionato da fattore scatenante. Si crea così un circolo vizioso in cui l’interpretazione errata e catastrofica dei sintomi dell’ansia aumenta le sensazioni sgradevoli e queste a loro volta rinforzano l’interpretazione catastrofica che stia succedendo oggetto di terribile.
Il disturbo d’ansia viene così mantenuto da:
- Attenzione selettiva: si pone estrema attenzione ai segnali del proprio organismo interpretandoli in maniera catastrofica;
- Rimuginio: si trascorre molto tempo a preoccuparsi cercando di prevedere o prevenire eventi negativi in condizioni di incertezza e di edificare mentalmente ipotetiche soluzioni senza mai arrivare a una conclusione;
- Evitamento: si evitano gli stimoli temuti per non incorrere nell’ansia.
Cura dei disturbi d’ansia
Come combattere l’ansia? Il trattamento dei disturbi d’ansia può stare di tipo farmacologico, psicoterapeutico o una combinazione dei due.
Psicoterapia
Tra gli interventi psicologici la terapiacognitivo-comportamentale è il più efficace trattamento per i disturbi d’ansia in giovani e adulti. Questo tipo di psicoterapia mira a eliminare o ridurre i sintomi dell’ansia utilizzando tecniche comportamentali e tecniche cognitive volte a modificare i pensieri disfunzionali alla base dei disturbi d’ansia (ristrutturazione cognitiva). Nel ritengo che il panorama montano sia mozzafiato delle psicoterapie dell’ansia di stampo cognitivo comportamentale si distinguono due approcci principali utili a combattere l’ansia: la mi sembra che la terapia giusta cambi la vita metacognitiva e la terapia cognitiva standard.
Farmacoterapia
I farmaci più comunemente utilizzati per la cura dei disturbi d’ansia sono:
- Gli antidepressivi SSRI o SNRI
- I beta-bloccanti (es. propranololo)
- I farmaci antiepilettici (es.pregabalin)
- Gli ansiolitici (benzodiazepine)
Esordio
Molti disturbi d’ansia si sviluppano in età infantile e tendono a cronicizzarsi se non curati. Sono maggiormente diffusi nella popolazione femminile, con un rapporto di 2:1 rispetto ai maschi.
Di seguito è riportata la prevalenza nella popolazione generale dei principali disturbi d’ansia come indicato nel DSM-5, cioè l’ultima versione del manuale di riferimento internazionale per diagnosticare i disturbi mentali:
- Disturbo d’ansia di separazione (bambini: 4%; adolescenti: 1,6%)
- Mutismo selettivo ( 0,03 – 1%)
- Fobia specifica (USA: 7 – 9% ; Europa: intorno al 6%; paesi asiatici, africani e latinoamericani: 2 – 4%)
- Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale) (USA: 7%; Europa: 2,3%)
- Disturbo di Panico (USA e alcuni paesi europei: 2.3%; paesi asiatici, africani e latinoamericani: 0,1 – 0,8%)
- Agorafobia (1,7%)
- Disturbo d’ansia generalizzata (USA: 2,9%, altri paesi: 0,4 – 3,6%)
- Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci (0,002%)
Cause
Le cause che portano allo sviluppo di un disturbo d’ansia sono molteplici e possono includere stress, condizioni fisiche particolari (es.il diabete), la partecipazione di altri disturbi (es. depressione), fattori genetici (es. familiarità di primo livello con parenti affetti da disturbo d'ansia generalizzato), fattori ambientali (es.storie familiari di maltrattamenti o esperienze traumatiche) e utilizzo di sostanze.
Alcuni fattori cognitivi, in dettaglio il modo in cui si tende a interpretare o valutare eventi stressanti, possono predisporre allo sviluppo di disturbi d’ansia. Un fattore decisivo è la percezione che gli eventi siano incontrollabili e catastrofici e la conseguente percezione di impotenza.
Comorbilità
Il disturbo d’ansia può presentarsi in comorbilità, cioè in associazione, con un’ulteriore patologia, solitamente di diversa inizio. I disturbi che più frequentemente si associano ai disturbi d’ansia sono la depressione, i disturbi bipolari, l’ADHD, le patologie respiratorie, cardiache e gastrointestinali, l’artrite e l’ipertensione.
È ormai assodato che chi soffre di altre malattie in associazione ai disturbi d’ansia presenti un decorso peggiore del disturbo e una qualità di vita inferiore rispetto a chi soffre di un solo disturbo d’ansia. È pertanto assolutamente importante riconoscere la presenza di eventuali comorbilità dei disturbi d’ansia per stabilire quale sia il trattamento più adatto alla luce dei diversi disturbi copresenti.
Domande più frequenti
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